La serpe mi trascina fuori dalla grotta, sibila con affanno, si contorce nello sforzo di spostare il mio peso.
Il terreno subito fuori dalla caverna, è diventato una larga pozza d'acqua, una poltiglia di fango. La pioggia continua a cadere imperterrita in una confusa melodia.
I lupi tirano fuori il muso non appena si accorgono della bestia che intende divorarmi proprio di fronte ai loro rifugi; sembra quasi un dispetto, sembra quasi voglia dire con provocazione: "guardate che preda che ho catturato". Forse è per questo che ha deciso di abbandonare la casa di Akil per compiere l'atto sanguinario che segnerà la purezza di questa terra. O forse non vuole macchiare di peccato quel luogo caro perfino a lei.
Resta il fatto, comunque, che Akil non riuscirà a fare nulla per me: a malapena si era sforzato di aprire gli occhi ormai opachi, le possibilità che riesca a tirare fuori la sua forza di lupo sono infinitesimali, se non nulle.
Niente speranza, questa dev'essere la fine.
Almeno gli alberi possenti in giudizio della serpe, la maternità della luna azzurra, le calorose montagne innevate e la Terra come una culla, saranno testimoni silenti e custodi della mia anima.
Un nuovo lampo violaceo squarcia l'aria che si carica di elettricità. Lo sguardo folle di Eva brama la mia carne, i suoi denti affilati scintillano di veleno. Tira indietro la testa piatta, pronta a prendere lo slancio per lo scatto.
Chiudo gli occhi sperando che faccia in fretta.
Sento un veloce spostamento d'aria, la sua lingua biforcuta vibrare violentemente e le sue zanne affondare nella carne della mia spalla.
Grido di dolore, un grido tanto acuto da sovrastare il boato di un nuovo fulmine. Eva mastica la mia carne, il sangue scuro le cola lungo la gola e si raggruppa nelle fessure tra le scaglie spezzate. Tremo febbricitante, il freddo che si insinua nelle vene in contrasto col sangue caldo che scivola lungo il braccio, lungo le dita, lungo il torace, fino a gocciolare a terra mischiandosi con la pioggia.
Basta! Tento di urlare, ma le mie corde vocali sono un fuoco che mi divampa nel petto e nella gola.
Eva stringe la morsa soddisfacendo quell'energia che mi ha rubato. Tira di nuovo indietro la testa per caricare lo scatto, come una molla.
Che sia alla gola, prego.
Questa volta non chiudo gli occhi, li tengo fissi sull'entrata della caverna di Akil. Non perché ancora speranzosa che mi venga a salvare, ma per far si che la mia mente non si distolga dal ricordo del suo viso armonioso e dalla forza del suo sguardo. Non sarà Eva il mio ultimo pensiero.
Ancora lo scatto, ancora il suo sibilo crudele, ancora le sue zanne nella mia carne. Con ferocia strappa un nuovo prezzo di me, questa volta dall'altra spalla.
Un nuovo grido cresce infuocato nel torace ma si arresta sulle labbra, torna indietro e colpisce i polmoni che trattengono un ultimo filo d'aria. Le lacrime bruciano la pelle rovente, le vertigini minacciano di farmi perdere la cognizione della realtà, la vista si sdoppia e ora ci sono due serpenti che ondeggiano crudelmente, le fauci imbrattate di sangue. Del mio sangue.
«Basta!» riesco a dire debolmente, il tono supplichevole, «Uccidimi!»
Le mie parole sembrano eccitarla ancora di più, gli occhi verde bile si illuminano di una nuova luce, la lingua sibila fremente, la testa piatta torna indietro per un nuovo scatto, spero l'ultimo. Stringe la sua coda intorno a me e sento un paio di costole fratturarsi.
I lupi ululano sotto la pioggia, sotto la tempesta che gli inzuppa il pelo. Sembra un canto, un'incitazione alla guerra.
Il branco ci circonda ringhiante, graffia il terreno con gli artigli scuri, schiuma saliva rabbiosa agli angoli della bocca.
Un nuovo ululato carico di sofferenza e uno dei lupi si lancia contro la serpe cresciuta di dimensioni. Sembra quasi che Eva si lasci ad un grido disumano, innaturale, quando le zanne eroiche del lupo affondano nella sua pelle dura come una corazza. La stretta intorno al mio corpo si allenta qualche istante, il tempo necessario a concedermi di prendere dolorosamente fiato.
Eva si lancia contro il lupo e lo azzanna alla gola, lo strattona in aria scuotendo la testa in ogni direzione; la bestia guaisce disperatamente e va a sbattere contro la parete di una delle grotte. Il torace si alza in brevi e fitte convulsioni, poi smette di sollevarsi per sempre.
Dio mio...riesco a pensare, palpando l'aurea diabolica della serpe che torna a stringermi con forza, Ti prego, che sia alla gola!
Eva si prepara per attaccare ancora e nel preciso istante in cui il suo muso squadrato freme a pochi centimetri dalla mia guancia, un corvo nero e spennacchiato plana con una velocità disarmante puntandola agli occhi.
Il volatile gli si artiglia alla testa e inizia a beccare, infastidendo la serpe che, nella distrazione, lascia la presa. Cado nella poltiglia fangosa in un tonfo e il respiro mi si blocca per la sofferenza, ma approfitto dei miei ultimi istanti di lucidità per trascinarmi alla bocca della grotta di Akil.
Il corvo gracchia ad ogni colpo di frusta della coda di Eva, fino a cadere anche lui nella pozzanghera scura e melmosa.
La serpe mi cerca muovendo svelta lo sguardo, mi individua e mi raggiunge saettando velocemente.
Ti prego...
Eva è di nuovo pronta ad attaccare, Leonida torna alla carica, ma è troppo debole, troppo insignificante.
Mi arrendo a lei, lascio scivolare le ultime lacrime e volto la testa mostrandole la gola.
Una flebile luce cresce d'intensità in fondo al tunnel di pietra che porta alla casa di Akil. Una minuscola scintilla d'ambra che diventa sempre più grande, sempre più vicina.
L'aria sembra immobile quando un maestoso orso bruno bramisce artigliando la gola della serpe.
La pelliccia dal lungo pelo marrone scuro, gli affilati denti scoperti, la posa possente che manifesta tutta la propria autorevolezza.L'orso mi lancia un'occhiata carica di preoccupazione; il mio cuore esplode colpito dalla profondità di quel paio d'occhi color ambra.
Ma... ma è impossibile!
Akil ha trovato la sua quarta forma.
STAI LEGGENDO
TOTEM
FantasyPROTETTA DA COPYRIGHT PERCHÉ DEPOSITATA REGOLARMENTE! [COMPLETA, IN REVISIONE] Dahlia si trasferisce in un paesino di montagna dopo un evento traumatico. La speranza dei suoi genitori è quella di riuscire a farle dimenticare l'accaduto, ma il desti...