Quarantatré

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Eva...

Sibilo tra le felci ancora gelate dalla neve ormai quasi totalmente sciolta. Striscio sulla terra umida che trattiene il sangue della mia ultima vittima: una bambina, questa volta. Grandi occhi castani da cerbiatto, riccioli rossi come il manto della volpe, il profumo della pelle simile a quello dei cuccioli di lupo.

Mi sento forte, più di quanto lo sia mai stata. Ma è un'illusione, una forza che dura troppo poco e che mi costringe a continuare ogni giorno la mia caccia all'uomo.

Sempre più spesso indosso le vesti della serpe, torno alla mia forma umana raramente, solo per convincere le mie prede a seguirmi nel bosco.

Mi trovo più a mio agio coperta di squame, nascosta dietro i miei occhi a spillo, protetta dai miei affilati denti velenosi.

Mi avvicino al territorio dei lupi sperando di trovare Akil nella sua grotta.

Striscio, striscio, striscio.

Le prime luci dell'alba brillano sulle foglie imperlate di rugiada. La fauna si sveglia lentamente, la natura parla d'imprese notturne, il cielo si tinge di giorno.

Mi muovo su maestosi avvallamenti di radici secolari, costeggiando gli ingressi delle grotte dei lupi: sento ringhiare rabbiosamente. Ma non ho paura, sono abbastanza forte da risponde a qualsiasi attacco.

Poi, sento un odore.

Un'eco di rabbia mi rimbomba violentemente nel corpo. Striscio più velocemente, ignorando le attenzioni delle lupe e rinunciando alla mia sfilata di scherno. Raggiungo l'ingresso secondario della grotta di Akil, mi insinuo tra le pareti rocciose umide di bosco e, poco dopo, sono proprio accanto a lui.

Dorme stringendo al petto la coperta rossa che ora trattiene un nuovo odore. Mi alzo sulla coda, spalanco le fauci e soffio il mio veleno con l'intento di svegliarlo. Ma lui rimane immobile, gli occhi chiusi e un'espressione ferita sul volto.

E allora mi viene un'idea. Striscio via lentamente, preoccupandomi di non richiamare la sua attenzione.

Non deve sapere che so che lei è stata qui. Non deve immaginare che finalmente li ho entrambi in pugno. Non deve capire quali saranno le mie prossime mosse.

Evito di sibilare rabbiosamente, nonostante vorrei poter dare fuoco all'intero pianeta. Il branco di lupi rilascia la tensione una volta lontana dal loro territorio.

Maledetti.

Vedo i loro baci. Vedo le loro bocce muoversi all'unisono, vedo le loro mani toccarsi, vedo gli occhi di Akil su di lei.

Vedo i mie denti affondati nel collo di Dahlia, vedo il suo sangue, la sua paura, il suo dolore. Vedo il mio trionfo.

Sono di nuovo sulla scena macabra del mio ultimo pasto: la bambina mi guarda attraverso i propri spalancati occhi vitrei, tiene la bocca aperta il un urlo silenzioso. Il cappottino azzurro di lana è nero di sangue all'altezza del suo torace immobile.

Ed io ho di nuovo fame di corpi caldi.

Sono abbastanza forte da catturare qualsiasi preda, il bosco ha ripreso a tenermi. Ma la fauna della foresta non mi basta più.

Ho fame di esseri umani.

TOTEMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora