Leonida...
Akil è sdraiato sulla pancia, immobile come una sfinge. Il folto pelo grigio risponde ai tocchi leggiadri del vento, i suoi occhi fissi sulla vetrata di Dahlia.
La ragazza osserva il cellulare e sorride.Zampetto sui rami più alti e gracchio per attirare la sua attenzione. Akil rizza le orecchie ma non distoglie lo sguardo. Scodinzola contemplando la figura della sua Protetta seduta sul letto a leggere.
Che coglione, lo derido.
Scendo di qualche metro e gracchio nuovamente, ma nulla, muove le orecchie a far intendere che mi ha sentito ma che non ha comunque intenzione di degnarmi della minima attenzione.
Sbuffo interiormente e plano al suolo, proprio davanti a lui che insiste con l'ignorarmi. Alzo mentalmente un sopracciglio e decido di mutare nella mia forma umana.
Mi contorco al sul terreno umido per qualche secondo; mi ci vogliono un paio di minuti per riuscire a riprendermi.
Strano, di solito sono più rapido... penso.
Da quando Adham se ne è uscito con quella pazzia del bacio, il nostro rapporto si è incrinato. E così anche la mia integrità.
Pensare a quel suo allegro viso sorridente mi provoca un malessere viscerale; un dolore simile, anche se lontano anni luce per l'intensità, a quello che provo per Eva.
«Amico,» dico, riprendendo mi dall'affanno, «devi proprio fare così? Lo sai che è ridicolo?» indico la coda scodinzolante.
Akil punta i suoi grandi occhi ambrati e smette all'istante, non perché imbarazzato dal proprio muscolo involontario, ma per assumere un'aria seria e intimidatoria. Comunque, non funziona affatto.
«Non te la prendere, è solo uno scherzo.» scrollo le spalle, «E tu non sai proprio scherzare. Invece la tua amica,» indico la finestra di Dahlia, «lei sì che sa come ci si diverte!»
Akil mi ignora, certo che stia solo cercando di provocarlo come faccio di solito.
«Dico sul serio!» insisto, convincendolo a darmi ascolto, «Ieri sera è stato tipo... wow! Capisco perché te ne sia infatuato, è proprio spiritosa! Credo che ora possa permettermi di considerarci amici.» continuo, annuendo soddisfatto.
Akil ringhia, infilzano il terreno con i suoi lunghi e spessi artigli neri. La linea dei suoi occhi si assottiglia, la pupilla si allarga e capisco che si sta preparando ad attaccare.
«Non mi dire che hai capito male! Sei troppo malizioso.» aggiungo, il tono falsamente amichevole, «Non sono interessato a lei in quel senso, puoi fare sonni tranquilli. Solo che ho pensato che sarebbe potuta essere una buona cosa per Adham se avessi creato un rapporto con la gente importante per lui.» faccio spallucce, palesando il mio totale disinteresse.
Akil si tira in piedi sulle sue forti zampe; ringhia rabbiosamente, la bava che cola ai lati del muso affilato.
«Ah, e sai una cosa? Mi ha fatto una certa rivelazione!» dico con entusiasmo, per niente spaventato dalla sua silenziosa minaccia, «Dahlia ha un dubbio del tutto plausibile su di te. In realtà sul vostro particolare rapporto.» cammino davanti a lui, arrivo al bordo della profonda gola nera e guardo giù con indifferenza, le mani sui fianchi nudi coperti di pelle d'oca.
«Quanto credi sia alto?» indico il burrone, «Oh ma che importanza ha? Dicevamo: Dahlia crede che i sentimenti per te siamo molto condizionati dal suo patologico bisogno d'aiuto. Sai a cosa mi riferisco, no? A quel suo piccolo problemino con il suicidio.» concludo in un sussurro, la mano accanto alla bocca a recitare l'idea di una confidenza.
Ci siamo, penso, osservando la sofferenza dipingerglisi negli occhi.
Si siede, abbandonando la posa minacciosa, con lo scopo di riuscire ad annullare il tremito che gli fa vibrare ogni singolo pelo.
«Fa male, vero?» chiedo, celando il godimento nella voce, «Come ti capisco! Siamo sulla stessa barca, amico. Non te la prendere, Dahlia non sa proprio come dirtelo... scommetto che se ti immedesimassi nelle sue sensazioni, troveresti conferma di quando ti dico.»
Idiota, penso malignamente, idioti entrambi.
Gli occhi di Akil diventano due liquide gocce di resina. Lo percepisco trattenere un guaito strozzato, abbassa le palpebre e piega la testa, affranto.
Akil non sa che il vero motivo dello stato d'animo di totale afflizione di Dahlia dipende da ciò che le ho detto, da ciò che le ho spinto a pensare. È stato fin troppo facile.
Il grande lupo grigio prende a ringhiare, mi punta come fanno i cani da caccia. Guaisce e ringhia, guaisce e ringhia.
«Vai pure a schiariti le idee, resto io qui a farle la guardia.» dico.
Akil torna a guardare la finestra: Dahlia distoglie l'attenzione dal libro che tiene sulle ginocchia per controllare l'ora sul telefono. Il lupo abbassa di nuovo la testa, lo vedo strizzare le palpebre in tensione, sembra quasi di poter sentire il suono del suo cuore che si incrina.
Mi lancia un'ultima occhiata e corre via, scomparendo nel folto umido della foresta che lo accoglie con gentilezza, tutto il contrario delle ruvide attenzioni a me riservate.
Salterà, penso osservando il luccichio dei riflessi sul vetro dell'alta finestra, ne sono certo.
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TOTEM
FantasyPROTETTA DA COPYRIGHT PERCHÉ DEPOSITATA REGOLARMENTE! [COMPLETA, IN REVISIONE] Dahlia si trasferisce in un paesino di montagna dopo un evento traumatico. La speranza dei suoi genitori è quella di riuscire a farle dimenticare l'accaduto, ma il desti...