71. Guerra

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Rosa è al mio fianco, alcuni hanno sfoderato le armi come me, altri urlano. Do uno sguardo alle scale, mia madre è riuscita ad arrivare in cima, almeno lei è al sicuro, di mio padre nessuna traccia.
Vedo una cameriera e mi avvicino tra il mare di gente che corre da un lato e l'altro della sala del trono "vai fuori avvisa le guardie che si sono infiltrati nel cartello, non farti scoprire, corri" la vedo annuire ed eseguire l'ordine, speriamo ci riesca, altrimenti dovrò inventare qualcosa.
Arrivo davanti al piccolo esercito Orientis che è entrato.
"Salve soldati, chi cercate e soprattutto chi vi manda?" cerco di mantenere la calma nella voce, quella che in realtà non ho.
Da dietro di loro appare una figura alta, muscolosa, capelli e occhi neri come l'onice: Alexander.
"cercavo proprio voi principessa" cerca di attaccarmi ma sono più veloce "Alexander mi spieghi che sta succedendo?" "non è abbastanza chiaro? È guerra" mi muovo in circolo per atterrarlo "cosa vuoi ottenere tu con il tuo esercito dal nostro castello?" "vendetta" dice ribaltando la situazione "vendetta? E di cosa? Cosa avremmo fatto per indurti ad attaccare?" "cosa tu hai fatto a mio padre vuoi dire?" io? Cosa ha inventato questa volta quel psicopatico del re per far abboccare suo figlio? Quell'uomo è un subdolo manipolare, Alexander se saprebbe tutta la verità non mi attaccherebbe mai, né sono convinta.
"bene, quindi se è me che vuoi, se vuoi combattere con me non mi opporrò ma usciamo di qui, fuori il mio ed il tuo esercito stanno combattendo ma qui dentro ci sono persone innocenti, famiglie e bambini che non hanno colpe. Combattiamo ma lontano da gente che potremmo accidentalmente ferire, gente innocente venuta solo a festeggiare. Ti prego Alexander se dobbiamo versare del sangue almeno che sia il nostro e non di innocenti" annuisce e permette che mi alzi. "Rosa occupati dei feriti" dico conducendo Alexander fuori dalla sala del trono, il suo esercito lo segue e appena varcati i cancelli si occupano di combattere le guardie che cercano di ostacolarci.
Una volta raggiunto il giardino giro su me stessa costruendo la cupola che mi insegno mio padre, suoni, urla sono spariti così come tutto ciò che ci circonda.
"che hai fatto?" "Cupola Carli, qui possiamo combattere senza nessuno che ci disturbi. Potrai uccidermi se ti fa stare meglio, ma vorrei sapere perché" mi avvino e cerco il suo sguardo. I suoi occhi sono piccoli come una fessura e neri come la notte. Nei suoi occhi vedo il vuoto, lo stesso da cui ho cercato di tirarlo fuori, non so se ci riuscirò ancora e iniziamo a combattere, spada contro spada, senza l'ilarità e il divertimento dell'ultima volta. Le nostre spade si scontrano nuovamente mentre mi risponde "non so come hai fatto ma hai tolto i poteri a mio padre, non riesce ad usare l'energia" "quando l'avrei fatto?" chiedo "non lo so, l'abbiamo trovato nelle segrete privo di sensi. So che sei stata tu, c'era il tuo bracciale" "hai chiesto informazioni al tuo caro padre?" "certo, ha confermato che sei stata tu, avete avuto uno scontro e tu l'hai quasi ucciso. Mio padre. Voi Caeli avete ucciso mia madre ora tu volevi uccidere anche mio padre? Tu? Ti credevo mia amica, mi sono fidato di te" quello stronzo l'ha manipolato... Devo mantenere la calma, lui non sa cosa realmente suo padre pensa di lui, lui non sa cosa mi ha fatto... E se glie lo raccontassi ora non mi crederebbe, è accecato dall'odio, dal desiderio di vendetta, dalle manipolazioni di suo padre.... Continuiamo a lottare in silenzio... Spada contro spada... Almeno tutto questo allenarmi è servito a tenerli testa anche se il vestito oramai è strappato in più punti... Mi allontano per riprendere fiato e cerco nuovamente i suoi occhi, riesco quasi a leggere oltre le sue iridi scure, quasi a percepire i suoi pensieri e ciò che vedo è una disperazione cosi nera da farmi rabbrividire. In quegli occhi vedo la mia morte.

"vuoi uccidermi? Staresti meglio? Riusciresti ad andare avanti?" "si" quel monosillabo è una coltellata al cuore ma me l'aspettavo e così succube del suo stesso desiderio di vendetta... Devo portare avanti il mio piano "okay allora fallo" abbasso la spada mentre lui mi blocca e punta la sua spada al mio petto "cosa aspetti? Fallo Alex, uccidimi." e poi un fiume di emozioni mi esplode dentro ed esclamo "Fallo. Così non ci sarò più, non dovrai cercare i miei occhi nelle aule, non vedrai più i miei sorrisi, non avremo più modo di scherzare. Fallo Alex, ora, basta solo spingere quella lama. Cosa aspetti?" Paura, frustrazione, rabbia per la sua ostinazione mi invadono rendendomi cosi sprezzante del pericolo da ritrovarmi a spintonarlo con tutte le forze. "Coraggio, Alexander! Fallo" "Puoi giurarci!" grida in un fremito di rabbia, respirando affannosamente e affonda ancora di più la spada nella mia pelle e per come mi ha bloccato io non posso scostarmi "Non provocarmi!" grida ancora. "è esattamente ciò che sto facendo" dico d'un fiato, perché ogni volta che respiro la punta dell'arma mi graffia, mozzandomi il respiro. Il tessuto del vestito si strappa proprio sopra al cuore, sotto la lama appuntita. Le sue mani tremano. Lo vedo esitare, i suoi occhi sono incastrati ai miei ed io non abbasso lo sguardo "Forza Alex, decidi, preferisci sentire la mia versione dei fatti o porre fine alla mia presenza nella tua vita?" La lama della sua spada punge nel punto sul petto in cui è puntata ma non fa più pressione, io non sarei in grado di infliggerli un corpo mortale, lui si? Mi mostro calma, determinata ma in realtà sto tremando, mi sto fidando dell'affetto che io provo per lui, mi sto fidando di lui, del ragazzo che in questi mesi mi è mancato e con il quale avevo un desiderio impellente di parlare. Del ragazzo che è nascosto dietro questo mare di maschere che mi aveva promesso di non indossarle più. "Alexander vuoi veramente uccidermi?" ci riprovo e spero di avere una risposta diversa "no" urla, lo vedo far cadere la spada e abbassare il capo, a questo punto faccio sparire la mia.

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