47. Scuola di armi

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Il giorno non tarda ad arrivare e la sveglia suona puntale, questa mattina nessuna divisa, per fortuna. 

Indosso i pantaloni neri della tuta, un top sportivo blu scuro e una felpa nera che chiudo accuratamente. 

Oggi il mio umore è nero come i miei abiti. 

Lego i capelli in una coda e scendo a fare colazione. 

"ehi, ma sei in lutto?" "Buon giorno anche a te Rosa" "buon giorno ma non scherzo. I tuoi abiti e il tuo volto mi sembrano quelli di una persona in lutto... e morto qualcuno per caso?" "no nessuno e stai parlando tu che vesti praticamente sempre e solo con pelle nera?" "si ma con i miei capelli chiari non sembro da funerale" "se lo dici tu" "volata la settimana vero?" "si" "e siete sicuri di tornare al castello?" "devo, i reali vogliono recuperare il tempo perso. A proposito devo chiedere ad Angel a ora vengono a prenderci, credo dopo la lezione" "ah... Theresa sono felice di averti conosciuto sei una persona stupenda e spero che un giorno potrai considerarmi tua amica. E non lo dico perché voglio un ruolo alla corte, ti ho già detto che voglio entrare nell'esercito" "lo so, tu non appartieni a quelle svitate di arrampicatrici sociali come quelle oche la giù" "lo prendo per un compimento" "lo è" sorride e mangiamo quello che abbiamo preso per colazione prima di raggiungere la palestra. Il prof è già qui. "Buon giorno professore" "buon giorno ragazze. Principessa tutto bene? Stanca per la lezione di ieri?" "no ho avuto modo di riposare" "dal suo volto non si direbbe. Sicura di star bene principessa?" "sicura e la prego mi chiami Theresa" "come desidera" tolgo la felpa e la lego al cinto e inizio a riscaldami insieme a Rosa e ad Angel, che nel frattempo ci ha raggiunto. "Bene ragazzi iniziamo. Prendete una delle spade sul tavolo, partiremo con queste l'anno scolastico. Per sconfiggere i demoni la magia e il combattimento a corpo libero sono necessari ma per ucciderli definitivamente avete bisogno delle armi. Una volta che imparerete ad utilizzare un arma cambierete. Alla fine del triennio sarete in grado di utilizzare tutta l'armeria. Queste spade sono prive di energie quindi non sono in grado di uccidere un demone ma fino alla fine del vostro corso di studi sarete in grado di dotarle di energia e combattere. Chiaro?" "sii" rispondiamo in coro "iniziamo" ci mostra cosa fare, come tenere in mano la spada e come aizzarla. Ripetiamo le sue mosse ed è come se sapessi già come fare, i movimenti mi sono famigliari, mi risulta facile, mi guardo attorno, Angel e Rosa hanno qualche difficoltà, altri sono un disastro totale e poi c'è lui, Alexander. Padroneggia la spada con un eleganza da togliere il fiato, è un misto perfetto tra bellezza e rabbia. Non so se esserne ammaliata o averne paura. Imito i suoi movimenti e anche se non sono aggraziati come i suoi mi risultano semplici da eseguire, continuo a ripetermi finché non mi sembra di esser migliorata. 

Il bracciale inizia a pulsare. Come se Zmija volesse ricordarmi la sua presenza ed ha ragione: la spada è la mia arma. 

Abbandono questa sul tavolo, cercando di non farmi notare, e doso l'energia necessaria poiché il bracciale a forma di serpente al mio polso si trasformi in una spada affilata, leggera e resistente. La maneggio con cura, ha un impugnatura diversa della precedente poiché resta incastrata al mio braccio, e mi da un paio di problemi rispetto alla precedente. Il professore si avvicina "Theresa, mi scusi, ma questa spada da dove l'ha presa?" "mi scusi professore ma è la mia spada, se devo imparare ad usarne una preferisco imparare ad usare questa, se non le dispiace" "ha una lama affilata, un impugnatura particolare, mai vista, e lo stemma della tua famiglia ben visibile, possiede un energia tutta sua. Scommetto che se le chiedo di porgermela mi dirà che è impossibile" "effettivamente dovrebbe tagliarmi il braccio per averla. Ma mi chiedo, lei come lo sa?" "sono stato insegnate di suo padre prima di lei. Le insegnerò ad usare questa spada se me lo permette" "grazie professore e c'è un'altra cosa" come mi ha insegnato il re trasformo la spada nella frusta "dovrei imparare ad usare anche questa" "interessante, ci lavoreremo su. Ora partiamo dalla spada come per gli altri" "ai suoi ordini professore" il professore mi fa vedere cosa cambiare nei miei movimenti per riuscire ad utilizzare la mia spada e non essere limitata dalla particolare impugnatura. La mia lezione di allenamento continua, molti si complimentano per la mia bravura. Mi risulta strano non passare inosservata, da quando sono in questa scuola la metà degli studenti si fermano a salutarmi, a chiedermi come sto, se ho necessità di qualcosa, cercano di attirare la mia attenzione, di rubarmi due chiacchiere, ho sempre gli occhi di qualcuno puntati addosso e non posso evitare di sentirmi in imbarazzo. Ogni volta che qualcuno mi fa un complimento non posso evitare di arrossire. Non voglio e non ho mai voluto essere la più popolare della scuola, ma il lusso di scegliere in questo posto non mi è concesso. Cerco sempre di evitare di attirare attenzione, di nascondermi tra la massa ma sembra inevitabile: tra la voglia di far vedere chi sono per far tacere le maldicenze, il battibecco con Alexander che sono sicura non sarà l'ultimo, le mie abilità e il mio aspetto 'particolare'. 

Sulla terra era facile, pensavano tingessi i capelli e quindi non ho mai dato nell'occhio. Credevo che qui fosse normale avere capelli naturali come i miei ma a quanto pare mi sbagliavo. Sono l'unica, da quanto mi ha riferito Rosa, ad avere i capelli di più colori: neri ma con tutte le sfumature del viola, alcune ciocche sono cosi chiare da sembrare rosa confetto. Inoltre qui tutti si complimentano per la mia forma fisica, tra gli umani io sarei definita la classica ragazza in carne, ne obesa ne da modella, una come le altre, invece qui pare che le mie curve pronunciate siano esattamente il canone di bellezza che cercano per sfilare. I fianchi grandi, il seno prosperoso sembrano punti a favore, da valorizzare, al contrario di prima in cui ritenevo sempre necessario nascondere il mio corpo, non che ora abbia voglia di andare in giro nuda ma mi vergogno un po' meno ad indossare un top, non ho le solite oche pronte a giudicarmi per qualche grammo in più. Qui le oche vogliono solo avermi come amica, mi riempiono di complimenti di cui molti sono palesemente falsi e cercano di imitarmi ma appena girate le spalle criticano, giudicano ogni mia singola mossa. Vivere qui dentro e come essere sotto esame ogni singolo secondo della giornata, a volte credo che anche i muri della mia stanza si aspettano qualcosa da me. Il tempo scorre e anche l'ultima lezione della prima settimana è finita. 

Alex non mi ha rivolto nemmeno uno sguardo, meglio cosi, il vuoto che vedo nei suoi occhi neri, da quando siamo qui, mi destabilizza. 

Indosso la felpa, raccolgo lo zaino con le mie cose e mi avvicino ad Angel e Rosa. Continuo a chiedermi quando esattamente hanno legato questi due. "Ehi ragazzi com'è andata?" "non bene come te, sei bravissima in tutto ma come fai a saper utilizzare cosi una spada?" mi chiede Rosa "mi ha mostrato il re come fare, ma non sono nulla di più di voi. Invece avete visto Alexander Orientis?" "già, sembra nato per muovere una spada, nessuno sforzo, nessuna incertezza. Il nemico più temibile che conosco" mi risponde Angel. Come posso darli torto? "Ehi, Angel, dobbiamo andare vero?" "si, la carrozza sarà già fuori ad aspettarci. Ci vediamo lunedì Rosa. Buon week-end" "sicuri di non voler restare?" "non possiamo, ma passa un bel fine settimana, a lunedi" rispondo io ed istintivamente lei mi abbraccia. Rimango qualche secondo perplessa dal suo atteggiamento ma mi riprendo e ricambio l'abbraccio. Ho capito poche cose di Rosa: uno è una persona tutto pepe, due ama immensamente suo fratello ma non parla con piacere della sua famiglia, tre finge di essere forte ma in realtà è una ragazza bisognosa d'affetto che si sente sola. Forse, potremmo diventare amiche, se solo riuscissi a fidarmi nuovamente di qualcuno oltre Angel. Dopo quello che mi hanno fatto prima Alex, poi Anna ed Harry ho perso la fiducia nelle persone, ed aprirmi veramente con qualcuno mi risulta molto, anche troppo, difficile. Ma Rosa non ha nessuna colpa per errori commessi da altri, si è dimostrata disponibile e amichevole con me, si è avvicinata un po' alla volta in questa settimana ed inoltre non ha doppi fini ed interessi nell'essere mia amica, forse, forse, potrei sforzarmi di considerarla mia amica. La saluto con una nuova consapevolezza e mi avvio alla carrozza che mi porterà al castello. 

Cosa mi aspetta questo week-end?

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