46. Perle di Onice

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Il mattino seguente non sento la sveglia e quando finalmente apro gli occhi mancano cinque minuti alla fine dalla colazione e mezz'ora all'inizio della lezione del professore più odioso che fin'ora ho incontrato. Devo correre, perfortuna ho fatto la doccia ieri sera. Indosso veloce la divisa, prendo la sacca con i libri e corro a perdifiato in mensa, prendo solo un succo. Ormai la mensa è quasi vuota, stanno tutti andando a lezione. Sono cosi di corsa che non mi accorgo di un ombra più alta di me che mi investe in pieno facendo rovesciare il mio succo, riesco a malapena a spostarmi prima che mi sporchi la divisa. Mi volto a guardare chi sia stato. E chi poteva essere? Il principe Orentis! E non si è degnato ne di scusarsi ne di vedere cosa a combinato, continua a camminare senza voltasi dirigendosi verso la mia stessa classe. Non ho il tempo di prendere altro e corro anch'io a lezione evitando accuratamente di imbattermi in altre figure sgradevoli. Arrivata a lezione corro al mio banco. "Ehi, tutto bene?" "si ho fatto tardi, voi?" "si, il prof arriverà a momenti" "oggi toccherà a te Angel, pronto?" "diciamo di si" "andrai benissimo, tranquillo" non riesco a finire la frase che il prof entra a passo felpato, scende le scale e raggiunge lo spazio tondo. "Angel Smith vuole raggiungermi?" sorrido ad Angel per incoraggiarlo, me lo aspettavo. Ieri la prima sono stata io, oggi tocca alla mia guardia. ..Devo ricordare di far notare al preside che questo professore non è imparziale... Angel ascolta il professore poi chiude gli occhi e sprigiona la sua energia, la bontà del mio miglior amico si rispecchia nella sua aura, chiara e limpida come il cielo d'estate. Solo ora mi rendo conto di non aver più indossato il bracciale, devo appuntarmi di farlo. Vedo Angel iniziare a muoversi con movimenti fluidi degni di un ballerino della scala di Milano, piccoli cerchi d'aria si aggirano sulle nostre teste pronti a scendere su di noi e a privarci dell'ossigeno, non si può non ammirare come comanda l'energia con disinvoltura e non mi sorprende quando alla fine della sua esibizione il prof. Colin sia costretto a farli i complimenti, con un palese sforzo. Esattamente come ieri dopo aver liquidato il mio miglio amico continua il suo giro, sto quasi per addormentarmi, distratta dalla mia stanchezza, che non mi abbandonato da ieri, quando la voce del prof e un solo nome risvegliano i miei sensi. "Principe Orientis vuole dare prova delle sue abilità?" non riesco a guardare in volto del mio nemico ma lo vedo raggiungere il centro, inizia a perlustrare tutta la platea di studenti finché i suoi occhi si fermano sui miei. Sento la sua energia aumentare, ed è cosi strano, perché quell'energia ha qualcosa di estremamente familiare, ma non riesco a capirne la ragione, non è limpida come quella di Angel ne elegante come quella di Rosa. Inizia a muoversi con una grazia divina, come un étoile, bello come un adone, come un incantatore non mi permette di distogliere lo sguardo da lui. Lo vedo creare uragani, scatenare il vento, giocare con gli oggetti attorno. La sua energia è distruttiva. Il suo sguardo non lascia il mio per tutta l'esibizione. Percepisco la sua energia nell'aria, ne sento la forza sotto pelle e per quanto mi costi ammetterlo, è il migliore che abbia visto. Migliore di Angel e Rosa. Migliore di me.

Sono ancora frastornata dall'esibizione di Alex e da quello che ho percepito, sono sconvolta dai miei sentimenti, per rendermi conto che la campanella è suonata ed è ora di andare a pranzo. Sono Rosa ed Angel a trascinarmi via dal mio posto. Pranzo veloce e devo tornare in camera a cambiarmi, lunghi pantaloni neri che stingono sulle caviglie, un top sportivo rosa pallido e le scarpe da ginnastica. Lego i capelli in una coda alta, ho recuperato il mio bracciale per l'energia, che indosso, e sono pronta. Oggi abbiamo gli allenamenti individuali con il prof. Vitious. Il professore ci consegna una scheda con gli allenamenti da fare personalizzati, a seconda delle nostre debolezze e propensioni. Ogni scheda è divisa in tre parti, una parte per ogni lezione. Dopo tre lezioni, ci spiega il professore, se siamo migliorati ci verrà cambiata altrimenti rimarrà la stessa. Questo era, sicuramente, un altro dei motivi dei test fisici di ieri. Noto con stupore che la mia scheda punta sull'equilibrio, sul potenziamento della massa muscolare e sulla forza. Effettivamente ho migliorato molto la resistenza e l'agilità non è mai stata un vero problema, la cosa che mi manca per essere allo stesso livello di Alexander è la forza bruta, quella che lui ha da buttare mentre a me manca completamente. Invece questa cosa dell'equilibrio non l'ho capita. Dopo una serie di circuiti con pochissimo recupero sui tappetini, tocca ai pesi. Prendere a pugni un sacco da box in movimento con i pesi legati alle caviglie e due pesi in mano non è propriamente quello che definirei facile. Sono una pozza di sudore. A questa lezione, rispetto a quella di ieri, partecipa solo la terza classe. Mentre le altre sezioni hanno altri giorni, cosi da aver attrezzi per tutti. Almeno cosi mi hanno spiegato. Noto Alexander in un angolo allenarsi con delle corde, Angel alle prese con un percorso ad ostacoli e Rosa che corre da oltre mezzora su un tapirulan. Gli allenamenti sono pesanti 10 volte quelli di una normale palestra, il recupero tra un esercizio e l'altro è praticamente nullo. Il prof corregge la postura e ci sprona ad essere sempre più veloci. Quando la sezione di allenamento finisce siamo praticamente tutti stremati ed il prof. ci da appuntamento a domani "non sapevo tenesse lui la lezioni d'armi" "quasi tutte le lezioni in palestra sono le sue, questo è il suo mondo... se cerchi il prof. Vit lo trovi in palestra" "lo terrò a mente, comunque io vado a fare una doccia, sono una pozza di sudore, ci vediamo dopo ragazzi okay?" "si ti aspettiamo in mensa" "Ah, Theresa" "si Rosa dimmi" "Cosa farai domani pomeriggio?" "torniamo al castello" "ah... fa niente allora a dopo" la guardo con sguardo interrogativo ma non voglio indagare oltre, almeno non oggi, sono a pezzi. Giro le spalle ai due ragazzi e mi dirigo strisciando i piedi verso il mio piano e mi dirigo direttamente nel bagno. Mi spoglio ed entro nel box, lascio scorrere l'acqua calda sul mio corpo, i muscoli si rilassano all'istante, i pensieri vengono schiacciati via dalla sensazione di pace che la doccia bollente mi procura, la stanchezza accumulata scivola via... Passo sotto l'acqua cosi tanto tempo che quando finalmente decido di uscire il vetro è completamente appannato e la mia palle è arrossata. Ma non mi importa più di tanto, adoro far scorrere l'acqua calda sul mio corpo. Indosso una delle mie felpe su un paio di jeans neri strappati, le converse, attacco i capelli in una coda senza asciugarli e scendo a cenare. Quando entro nella sala pochi si accorgono della mia presenza, il privilegio di utilizzare il bracciale ad annullare la mia aura. Prendo un vassoio e mi metto in fila per la cena. Insalata di pollo, almeno questa la conosco, dell'acqua e due fette di ananas. Mi giro velocemente per cercare gli altri e mi scontro con un petto di marmo. Il mio vassoio li cade addosso, sporcandolo e spostando tutto il mio cibo sul pavimento. "Guarda dove cammini" quella voce, alzo lo sguardo e non mi sbagliavo. Il suo tono di voce e autoritario ed irritato "Dovresti smetterla di buttare a terra il mio cibo" "Sei tu che stai sempre tra i piedi" risponde ancora più irritato "ma se tu ti scontri con me" "Theresa..." pronuncia il mio nome specificando ogni singola lettera, a rallentatore, con un rabbia che sembra trattenere a stento, ma io non mi faccio intimorire "A L E X A N D E R" restiamo immobili, entrambi colmi della stessa rabbia uno verso l'altro, guardandoci negli occhi. Tutta la sala è ammutolita. Le nostre voci erano troppo alte per non attirare l'attenzione. Le sue perle di onice mi trascinano nel suo tormento, ci vedo rabbia, odio, dolore, sofferenza, tristezza.. e sono costretta a distogliere lo sguardo, riprendo il mio vassoio, sorpasso il principe e torno a far la fila per riprendere qualcosa da mangiare a testa alta. Questa volta faccio attenzione, mi volto con molta cautela e raggiungo il tavolo dove Angel e Rosa hanno quasi finito di mangiare. Capendo, probabilmente, il mio stato d'animo nessuno dei due mi fa domande sull'accaduto ed entrambi cercano di trovare un modo per coinvolgermi nella conversazione ma io non ne ho le forze. Cosa è successo poco fa mi sconvolge, come siamo arrivati ad odiarci cosi tanto? Perché tanta ostilità? Cos'era la tempesta che ho letto nei suoi occhi? Tutte quelle emozioni...Sono io a causarla? Troppe domande e nessuna risposta.

Quegli occhi neri magnetici mi danno il tormento per tutta la sera e per tutta la notte. 

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