22. Il castello

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La notte passa insonne un po' per quanto successo al ballo, un po' per quello che mi aspetta.

Mamma viene a svegliarmi alle quattro del mattino, tra tre ore parte il mio aereo. Sistemo le ultime cose in valigia, faccio una doccia e mi vesto comoda per il viaggio. 

I miei genitori mi accompagnano in aeroporto, mi mancheranno moltissimo. 

Li abbraccio, più forte del normale, non me lo fanno notare, però, si sono abituati alla mia emotività dell'ultimo periodo. Sono consapevole che il viaggio durerà solo pochi giorni ma so anche che è il primo passo per allontanarmi definitivamente da loro. E io non credo di esserne pronta. "vi voglio bene" "anche noi piccola" "avvisaci appena arrivi e fai attenzione" "state tranquilli. ci vediamo presto" mi avvio verso i controlli e noto mamma in lacrime. Continuo a salutarli finché mi è possibile e continuo con i controlli aeroportuali che mi permetteranno non solo di uscire dai confini nazionali ma anche europei. Io che non ho mai fatto un viaggio in vita mia. Una volta superati mi ritrovo in un'immensa galleria di negozi, ristoranti, bar. Oddio, come farò a trovare il gate? e come faranno Angel con i suoi genitori a trovarmi? Qui è immenso. Mi sento piccola in mezzo a tutta questa gente che corre avanti e dietro. Angel e la sua famiglia mi raggiungeranno a breve, hanno detto che devono andare a Singapore e hanno fatto credere a tutti che hanno un volo diverso dal mio che parte un'ora più tardi. Grazie a questo stratagemma nessuno ha sospettato nulla e non volerò da sola. 

È la prima volta che prendo un aereo e ho un po' di paura. Ultimamente ho paura di molte cose, non sono mai stata la paladina dell'avventura, ho sempre preferito una vita semplice e tranquilla, le mie avventure erano i miei libri, invece la mia vita è stata stravolta... forse è questo quello che mi fa più paura. 

Mi siedo al bar a guardare i viaggiatori. Provo ad ipotizzare dove vanno, vacanza o lavoro? Trasferimento? Chi lasciano a terra o chi raggiungono? Provo ad immedesimarmi nei loro stati d'animo così da accantonare i miei di pensieri. Vacanza o lavoro? Preparazione ad un trasferimento definitivo... Chi lascio a terra? La mia migliore amica Anna, i miei amici Harry e Debby, i miei amati genitori, il mio quartiere e la mia amata città, forse anche Nonno... Chi raggiungo? Non lo so. I miei genitori naturali... Ma chi sono? Come sono esteticamente? E caratterialmente? Mi vorranno bene? Come saranno le vie del regno? E il castello? Quanta gente lo abita? E l'accademia? Supererò gli esami? con che voti? Mi farò mai degli amici? Sono persa nei miei pensieri guardando un punto fisso avanti a me sento Angel arrivare, percepisco la sua aura prima di vederlo apparire davanti a me. "principessa tutto bene?" "si pensieri. Quanto manca al volo?" "poco. Andiamo al gate i miei genitori stanno prendendo il posto nella fila" "si andiamo. A proposito come hai fatto a trovarmi?" "ho ancora io il bracciale" "ah... devo rimetterlo?" "per la sua sicurezza si, principessa" "mi dici cos'hai? Mi dai del lei, mi chiami principessa" "sono la sua guardia, le devo rispetto e lealtà" "si ma io resto Theresa, tu resti Angel. Siamo amici e lo resteremo per sempre quindi basta formalità tra noi, mi metti a disagio e mi procuri ancora più ansia del necessario" "hai paura?" "paura, ansia sia negativa che positiva, eccitazione, di tutto e di più e tu?" "anche...se non ottengo un voto alto agli esami non mi faranno restare al tuo servizio." "questo ti preoccupa? per questo queste inutili formalità?" "si devo esser degno del mio ruolo" "se credi sia necessario ti asseconderò ma solo davanti a chi ha l'autorità per giudicarti e ora dammi il bracciale, non rischiamo la mia vita e il tuo lavoro" "agli ordini" ridendo indosso il bracciale e ci avviamo al gate dove raggiungiamo i genitori di Angel, nonostante mi abbiamo vista nascere e crescere con loro ho perso le speranze, non c'è verso di farli smettere di usare tante formalità in mia presenza. Con gli altri passeggeri passiamo il gate ed entriamo nell'aereo ci sediamo ai nostri posti, per fortuna Angel è vicino a me, sento salire l'ansia. "Tutto ok?" mi chiede, si sarà accorto che sto tremando "non proprio" "la prima volta in volo fa un po' paura ma vedrai non sentirai nulla" "mi fido di te" l'aereo accende i motori, dopo qualche minuto che a me sembra un eternità, inizia a muoversi. Istintivamente stringo il bracciolo della poltrona. Rispetto all'immensità dell'aeroporto l'aereo è incredibilmente piccolo. Sento l'aereo prendere velocità e staccarsi dal suolo. Guardo fuori dal finestrino e la mia città mi sembra veramente piccola, le macchine scarafaggi e le persone formiche. Vedo il mare, scorgo in lontananza Cramond Island, quanto mi mancherà passare il tempo sull'isola, poi sale fino alle nuvole e dai finestrini si vede solo bianco. 1h e 30minuti dopo l'aereo si prepara alla discesa, si tornano a vedere le città dal finestrino farsi sempre più grandi. Siamo a Bruxelles dove ci aspetta la coincidenza per Tokyo. Sento l'aereo rallentare. Vedo il suolo avvicinarsi. Mi sembra di saltare quando finalmente tocchiamo terra. Scendiamo dall'aereo ed entriamo in aeroporto per rifare i controlli e prendere il nuovo aereo. Se l'aeroporto di Edimburgo mi è sembrato grande questo è immenso. Non ho il tempo per girarlo tutto, mi sarebbe piaciuto, poiché tra l'atterraggio e la partenza del nuovo aereo passa veramente troppo poco tempo, ne approfitto durante la coda al gate per chiamare mia mamma ed avvisarla che sto per imbarcarmi nuovamente, pochi minuti. L'aereo riparte, ma questa volta ho meno paura, e dopo 12h lunghissime e stancanti atterriamo. Non sono riuscita ad appisolarmi e sicuramente avrò delle occhiaie incredibili. Angel ha cercato di farmi compagnia ma poi è crollato, ed io l'ho lasciato dormire.

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