CAPITOLO TRE

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Fu una serata molto piacevole quella che passò Taehyung in compagnia del piccolo Minho e Jungkook che, si rivelò essere un persona squisita sotto ogni punto di vista: era bello, simpatico e pure capace a cucinare.

Era l'uomo dei suoi sogni.

Una volta finito di mangiare Jungkook si alzò per sparecchiare, e lo avrebbe anche fatto se non fosse stato per la manina paffuta di suo figlio che lo intimava di stare seduto al suo posto «Chiudi gli occhi appa, è una sorpresa!»

Jungkook decise di accontentare il suo pargoletto e – anche se terrorizzato – rimase al suo posto. Era capitato più volte che Minho gli avesse fatto una sorpresa, ma tutte erano finite in maniera disastrosa per lui. L'ultima? Il piccolo Minho aveva quasi dato fuoco alla casa perché voleva preparare per il suo papà i marshmallow abbrustoliti.

Aspettò qualche minuto prima che il figlio gli dicesse di aprire gli occhi.

Il suo cuore a quella tenera visione si sciolse: Minho – insieme a Taehyung – teneva in mano un piatto con sopra una grossa torta al cioccolato con sopra scritto – anche se in maniera sprecisa vedendo la scrittura di suo figlio – "Buon Compleanno Appa!".

«Spegni le candeline ed esprimi un desiderio» gli disse Taehyung, e solo in quel momento il padre si accorse della presenza delle candeline – già precedentemente usate per i compleanni di Minho – che indicavano il numero ventiquattro.

Già ventiquattro anni. Se al Jungkook di cinque o sei anni fa gli avessero detto come si sarebbe ridotto a quell'età, sicuramente se la sarebbe data a gambe levate. Però il destino gli aveva cambiato le carte in tavola ribaltando la situazione.

Non fraintendiamoci, a Jungkook piaceva la sua attuale vita con un bambino di soli quattro anni da badare. Certo, avrebbe voluto cambiare qualche aspetto, ma per il resto si riteneva fortunato.

***

Erano ormai le dieci passate quando il piccolo Minho si era addormentato stanco morto sul divano di casa Jeon mentre i due ragazzi erano finiti a conversare davanti ad una tazza di caffè. Si erano riscoperti molto simili tra di loro e coetanei con solo due anni di differenza: infatti Taehyung era più grande di Jungkook di due anni.

C'era però una questione che turbava molto Taehyung da quando aveva messo piede in quella casa e non solo: aveva notato infatti di non aver mai incontrato la madre di Minho.

Con titubanza decise però di parlare «Signor Jeon?»

Il ragazzo gli rivolse tutta la sua attenzione con un dolce sorriso che Taehyung trovò splendido «Ti prego chiamami Jungkook e dammi del tu» il biondo fece un cenno del capo per poi prendere un respiro profondo.

«Minho ha una madre?» domandò l'insegnante, e subito quello splendido sorriso andò a morire per far prendere posto ad uno sguardo serio; gli occhi avevano perso la loro lucentezza ed erano diventati due pozzi scuri dove era facile affondare. Ma da quei due pozzi Taehyung riuscì a tirare fuori un'altra emozione: la tristezza.

«Scusa non sapevo fosse un tasto dolente...scusami»

«No, tranquillo è che...è un po' complicato da spiegare» spiegò Jungkook prima di prendere un lungo sorso di caffè e schiarirsi poi la gola.

«Minho ha una madre...solo che non l'ha mai incontrata. Io e lei ci siamo conosciuti alle superiori ed è stato subito amore a prima vista: almeno così credevo. Abbiamo bruciato velocemente le tappe – questo non lo nego – e poco dopo le ho chiesto di sposarmi. Le cose però sono andate a peggiorare e, quando è rimasta incinta di Minho, ha iniziato a dare di matto dicendo che fosse colpa mia e che le avevo rovinato la vita. Voleva abortire ma io non gliel'ho permesso: era comunque anche mio figlio. Una volta che Minho è nato ha fatto le valige ed ha chiesto il divorzio lasciandomi da solo ad accudirlo» a ricordare quegli avvenimenti a Jungkook venne inevitabile lasciare una lacrima che prontamente scacciò via al ricordo della prima volta che aveva tenuto tra le braccia Minho, suo figlio, sangue del suo sangue.

Da quando quel piccoletto era entrato a far parte della sua vita il mondo a lui circostante si era dipinto di un colore molto più acceso rispetto a quello precedente. Era come se fosse tornato a vivere.

«E Minho non ha mai chiesto di lei?»

«Una volta me lo ha chiesto, ma io gli ho detto che è salita su nel cielo per proteggerci...non me la sono sentita di raccontargli la verità. Di dirgli che sua mamma non lo voleva»

Taehyung provando tristezza per quel breve, ma intenso discorso, posò poi la sua mano sul dorso di quella dell'altro ragazzo provando a dargli conforto.

«A volte mi chiedo se faccio abbastanza per lui. Voglio solo la sua felicità, il resto può aspettare»

«Jungkook fidati...ti fa onore quello che fai» gli sussurrò dolce il maggiore.

«È solo che vorrei essere più presente. Hai visto cosa è successo oggi?»

«Vabbè ma c'è sempre tua madre a darti una mano, no?»

«Sì prima c'era lei ma ora non può più come prima. Mio padre ha avuto recentemente problemi al cuore e ora ha bisogno del suo aiuto»

Taehyung – mentre ascoltava le sue parole – non poté che provare una profonda tristezza. Aveva preso la situazione a cuore e – provando anche un amore smisurato per il piccolo Minho – decise di dare in qualche modo una mano «Se vuoi ti posso aiutare io»

«Lo faresti davvero?» mormorò lievemente Jungkook alzando la testa che, precedentemente, aveva chinato per nascondere gli occhi che si erano fatti lucidi. Il cuore di Taehyung alla vista di quelle pozze scure farsi lucide perse un battito, apprestandosi subito dopo a scacciare via l'unica lacrima che Jungkook si era permesso di lasciare. Accarezzò poi la sua guancia per trasmettergli un po' di calore e, con un dolce sorriso, mormorò «Certamente...passerei volentieri del tempo in più con Minho. È un bambino adorabile»

«Ma avrai sicuramente qualcuno che ti aspetta a casa» mentre pronunciava quelle parole, Jungkook, sperava con tutto il suo cuore che la risposta fosse negativa da parte del biondo: voleva conoscerlo e magari, perché no, invitarlo ad un appuntamento. Si conoscevano da neanche ventiquattro ore, ma Jungkook si già era affezionato alla presenza dell'altro. Esultò interiormente quando vide Taehyung negare con la testa.

«No tranquillo, a parte quella palla di pelo di Yeontan, non ho nessuno che mi aspetta. Anzi, dovrei farlo conoscere a Minho»

Si salutarono così quella sera, promettendosi che il mattino dopo Jungkook e Taehyung si sarebbero incontrati a scuola per compilare i vari moduli e le autorizzazioni adeguate per poter portare Minho a casa.




Angolo autrice:

Ecco qua il terzo capitolo!
Spero vivamente che il capitolo e la storia (anche se sia solo all'inizio) vi stiano piacendo.
Se volete, lasciate una stellina o un commento di supporto.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora