CAPITOLO CINQUANTUNO

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Kookie♡: Domani mattina mi faccio trovare sotto casa tua con la colazione e poi carichiamo gli scatoloni. Sarò da te per le nove, ti amo

Citava così l'ultimo messaggio ricevuto da Taehyung il pomeriggio prima dopo aver chiuso la telefonata con il moro, ma di lui - nonostante fosse passata ormai un'ora dall'orario prefissato - non c'era traccia.

Taehyung era preoccupato: si era addormentato la sera prima stremato dall'angoscia che a Jungkook fosse successo qualcosa visto che di messaggi o chiamate da parte del moro non vi erano. Aveva anche provato a chiamarlo più volte, ma dopo due squilli scattava la segreteria telefonica.

«Tanni secondo te perché non mi ha scritto?» domandò il giovane insegnante mentre riempiva di crocchette la ciotola di Yeontan. Il cucciolo a quella domanda non rispose, mugugnò appena, inclinando poi di lato il capo con fare confuso.

Il ragazzo sorrise a quella buffa risposta: il piccolo Yeontan sapeva sempre come fargli spuntare il sorriso «Sai cosa facciamo? Se lui non viene qua, andrò io da lui con la colazione»

Si era quindi alzato e diretto in camera sua in tutta fretta, non curandosi minimamente dei capi che sceglieva: tanto una tuta per un trasloco andava più che bene giusto? Prese poi tutti i suoi averi - come portafoglio, telefono e chiavi di casa - e si incamminò verso l'auto, pronto per dirigersi verso la prima pasticceria disponibile e prendere i bignè preferiti del moro: quelli alla crema.

Jungkook sarebbe stato sicuramente contento di quella piccola sorpresa.

***

Quando Taehyung arrivò con la propria auto davanti al vialetto di casa Jeon, trovò strano il mondo in cui Jungkook avesse parcheggiato la propria vettura: questa era stata infatti parcheggiata malamente sul giardinetto che si trovava all'entrata di casa, cosa molto ambigua visto che il moro teneva a quel giardinetto come se fosse un suo secondo figlio. I fiorellini che Jungkook stesso aveva coltivato erano stati brutalmente schiacciati delle ruote dell'auto e ora che Taehyung ci faceva caso, neanche l'auto era stata chiusa in maniera appropriata.

I brutti pensieri che il giovane insegnante aveva immaginato quella stessa mattina si concretizzarono ancor di più alla vista di quei particolari seppur minimi e di poco conto per qualsiasi altra persona.

A Jungkook era successo sicuramente qualcosa.

Con l'ansia che aveva preso possesso del suo corpo aveva parcheggiato anche lui in maniera confusionaria l'auto per poi precipitarsi di corsa alla porta d'entrata. Stava per inserire la copia delle chiavi che il moro gli aveva regalato neanche un mese fa quando si accorse che anche la porta non era stata mai chiusa.

«Jungkook ci sei?»

La casa era avvolta nel buio più totale se non per i piccoli spiragli che la luce del sole filtrava attraverso le tende. Con il fiato sospeso il giovane insegnante si diresse verso la camera da letto nella speranza di trovare il proprio amato che dormiva beatamente tra le calde coperte, ma durante il cammino i suoi piedi toccarono qualcosa e lui si insospettì.

Jungkook detestava il disordine; era una cosa impossibile trovare qualcosa che fosse fuori posto in casa sua.

«Cosa diamine...» il respiro gli si mozzò in gola alla vista di quello che le sue mani avevano raccolto da terra: un gonnellino nero «Ti prego fa che non sia quello che penso. Ti prego»

Con passo - ora svelto e pesante - aveva percorso gli ultimi metri che lo avrebbero portato alla camera da letto del moro, e quello che i suoi occhi videro in seguito gli fece così male al cuore che per un momento si sentì distaccato dal mondo.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora