CAPITOLO QUARANTATRÈ

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«Jungkook puoi salire un attimo in camera?» domandò leggermente alterato Taehyung mentre continuava a rigirarsi tra le mani la fotografia di una ragazza dai capelli mori e gli occhi di un verde accesso, simili a quelli del piccolo Minho.

Quest'ultimo mese fu per Taehyung il periodo più bello della sua breve vita: era felice, spensierato. Le cose tra lui e Jungkook andavano a gonfie vele e di certo non poteva chiedere di meglio. Certo, la questione sulla relazione tra lui e il moro non era stata ancora rivelata al piccolo di casa Jeon, ma per il giovane insegnante questo non creava molti problemi.

La loro relazione - ora ufficiale per i conoscenti stretti - si era evoluta così tanto che ormai la si poteva definire una quasi convivenza: erano infatti più le volte che Taehyung dormisse a casa Jeon che nella propria. Metà dei suoi averi si era spostata a casa del moro e quest'ultimo non poté che esserne più che felice. Il suo letto - prima triste e freddo - ora veniva occupato, insieme al suo, da un altro corpo e a volte anche da un terzo, un po' più piccolo però. Minho, infatti, aveva preso il vizio di volere le coccole anche alla sera, prima della nanna, con l'unica differenza che non solo voleva dal suo papà, ma anche dal suo insegnante preferito.

Quello era forse il momento più bello di tutta la giornata per Jungkook: vedere il corpicino di suo figlio dormire beatamente tra le braccia del suo amato che con il capo appoggiato al petto di quest'ultimo si beava delle carezze che gli faceva tra i capelli. Era un gesto intimo e domestico che faceva schizzare il cuore del giovane padre alle stelle e lo stesso valeva per Taehyung che si affezionava ogni giorno di più alla piccola creaturina che stringeva tra le braccia una notte sì e l'altra pure.

C'era però un'altra cosa che rendeva maggiormente felice il giovane insegnate: era da poco iniziato il periodo di fiocchi e nastrini, di pacchi e palline, di biscotti allo zenzero e cioccolata calda davanti ad un film romantico.

Era iniziato il periodo di Natale, periodo per la quale Taehyung impazziva dalla gioia. Amava l'aria natalizia e tutta l'atmosfera che si creava intorno ad essa, amava la neve - che decideva di mostrarsi sempre in quel periodo a Seoul - e ancor di più amava passare quel periodo con le persone a lui più care. Da quando si era trasferito a Seoul era solito trascorrere tutte le feste e le proprie ferie a Daegu, dalla sua famiglia, ma quest'anno i piani erano cambiati dato che i signori Jeon si erano offerti - se non imposti - di ospitare il compagno del loro unico figlio durante le feste natalizie.

Per Taehyung fu dura raccontare ai propri genitori di non poter essere presente a casa durante le feste, ma quando spiegò il motivo della sua assenza la risposta di sua madre gli fece alleggerire il cuore e spuntare un dolce sorriso sul volto.

«Amore mio ma è una cosa stupenda questa! Passa tranquillamente il Natale con il tuo ragazzo e la sua famiglia, noi siamo vecchi, mentre tu sei giovane ed è giusto che tu ti viva questo tuo nuovo amore. Mi basterà sentirti per telefono e sapere che starai bene e che avrai mangiato abbastanza, solo questo»

Era così contento di festeggiare il Natale in compagnia di Jungkook e del piccolo Minho: si sarebbero divertiti un mondo tra una tazza di cioccolata e qualche canzone natalizia.

«Eccomi Tae- oh...» l'allegra e pimpante voce di Jungkook si era ridotta ad un misero sussurro alla vista di Taehyung con in mano la foto di Seoyun, della sua Seoyun «Perché hai quella foto in mano? Dove l'hai trovata?» domandò poi teso.

«Mi hai detto di cercare tra cassetti del tuo comodino per il caricabatterie, ma al suo posto ho trovato questa» Taehyung agitò la fotografia in aria con il cuore che gli batteva a mille: cosa gli stava nascondendo Jungkook?

«Posso sapere chi è questa ragazza e perché diamine una sua foto sta nel cassetto del tuo comodino?» il maggiore era confuso, agitato e soprattutto deluso: lui e Jungkook si erano ripromessi di dirsi tutto.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora