Quella mattina il risveglio di Taehyung fu uno dei migliori: le braccia forti e muscolose di Jungkook gli stringevano la vita in una stretta morbida ma allo stesso tempo calda, una stretta in grado di farlo sentire a casa. Alzò lentamente il capo dal petto del minore notando che quest'ultimo fosse già sveglio e che lo stesse guardando.
«Buongiorno bellissimo» gli sussurrò Jungkook all'orecchio lasciandogli poi un bacio a stampo sulle labbra.
«Buongiorno Kookie» il giovane insegnante si alzò maggiormente con il busto e si stropicciò gli occhi ancora chiusi per il sonno.
«Ti senti meglio?» domandò il minore riferendosi ai fatti di ieri quando, ormai stremato dalle lacrime, Taehyung si era addormentato tra le sue braccia continuando a mormorare di non lasciarlo; il dolore che aveva provato Jungkook nel vederlo in quello stato gli aveva fatto capire maggiormente quanto Taehyung fosse importante per lui e quanto desiderasse che rimanesse con lui il più possibile.
Spostò poi il suo sguardo verso la sveglia posta sul comodino, notando come quest'ultima segnasse le nove del mattino precise. Decise quindi di alzarsi totalmente dal letto per dirigersi – ancora nudo come mamma l'aveva fatto – verso la porta della propria camera per riaprirla con un giro di chiave per poi andare verso l'armadio e, mentre era intento a frugare in esso, mormorò «Dovresti alzarti e vestirti Tae»
Il nominato – che si trovava ancora nel mondo dei sogni – guardò la figura di Jungkook sprofondare nell'armadio e con il sedere in bella vista con occhi persi, stropicciandosi più volte quest'ultimi per riacquistare un poco di lucidità «Scusa Jungkook, non ho capito»
Il minore – ormai vestito del proprio intimo e pigiama – si diresse verso il lato del letto dove stanziava Taehyung e scandendo bene le parole ripeté la stessa frase «Dovresti alzarti e vestirti Tae»
Questa volta al maggiore arrivò chiara e tonda la frase, solo che la mal interpretò, diventando improvvisamente triste. Evidentemente la promessa che gli era stata fatta la sera precedente non era vera, ma solo una scusa per farlo calmare.
«È un modo gentile per dirmi che mi vuoi fuori di casa?» sussurrò debolmente sentendosi gli occhi già farsi lucidi.
Il minore nel sentire quella frase si destò e decise subito di chiarire la questione «No Tae assolutamente, non ti sto cacciando di casa» si avvicinò poi maggiormente a lui per potergli alzare il viso «È solo che tra poco sono sicuro che arriverà Minho a svegliarmi e non vorrei che ci beccasse in scomode situazioni»
«Perché dovrebbe venire Minho a svegliarti? Sei già sveglio» constatò l'ovvio Taehyung guardando ora con sguardo confuso l'altro.
Il minore sospirò prima di aprire la bocca e parlare «Minho il fine settimana si intrufola nel mio letto e mi sveglia perché vuole le coccole e perché sa anche che nel fine settimana può decidere lui cosa fare assieme dato che non lavoro» gli sorrise per tutto il tempo mentre parlava e Taehyung non potè fare a meno di ricambiare quel dolce sorriso che trasmetteva tutto l'amore che il minore provava verso suo figlio.
Ora Taehyung si sentiva più tranquillo, sollevato dal pensiero di non essere cacciato di casa. Prese allora il pigiama e l'intimo che gli aveva dato Jungkook in precedenza e con passo lento – nudo anch'egli come mamma l'aveva fatto – si avviò verso il bagno privato del minore, sicuro che a quest'ultimo non gli desse fastidio che lo usasse. Stava per chiudere totalmente la porta dietro di sé quando la voce di Jungkook lo fermò.
«Comunque, Taehyung, io non ti caccerei mai fuori di casa. Tu sarai sempre il benvenuto»
***
Quando Taehyung fece il suo ritorno in camera del minore, trovò quest'ultimo di nuovo sotto le coperte – ora nuove e pulite – intento a leggere un libro. Scostò di poco le coperte e con calma si inserì all'interno di esso venendo subito accolto dal caldo che il corpo di Jungkook emanava.
«Che leggi di bello?» gli domandò poi sporgendosi appena con il capo per poter guardare con i propri occhi la copertina del libro. Subito una grossa scritta di un giallo canarino gli comparve davanti agli occhi
"How to be a good dad: tutti i consigli per creare un ottimo rapporto tra padre e figlio"
Al maggiore gli si mozzò il fiato nel sapere cosa fosse il contenuto di quel libro; sapere che Jungkook non si sentisse all'altezza di tutti gli altri padri gli fece provare una tristezza immane, ma allo stesso tempo anche rabbia perché Jungkook era cento volte meglio degli altri papà con cui aveva avuto a che fare nei suoi anni di lavoro all'asilo: il piccolo Minho tutte le mattine arrivava a scuola con il grembiulino azzurro e il colletto bianco sistemato correttamente e lo zainetto sempre in spalla con dentro la propria e sostanziosa merenda preparata proprio dal papà. Mentre gli altri bimbi, quando venivano accompagnati dai papà, sembravano usciti da un uragano per come li avevano conciati: il colletto del grembiulino storto, i capelli spettinati, il viso sporco di dentifricio e chi più ne ha più ne metta. Infatti, c'erano giorni che Taehyung passava i primi venti minuti della mattinata a sistemare i bimbi e renderli un minimo presentabili.
«Jungkook, sei serio?» gli domandò ora con un tono di voce dura e facendo trasparire tutto il dissenso che provava per la scelta di quel libro.
«Cosa c'è che non va Taehyung?» gli domandò ingenuamente Jungkook chiudendo il libro, non prima però di aver messo il segnalibro.
«Il libro. Ecco cosa c'è che non va» sputò il maggiore mentre prendeva il libro dalle mani del minore e lo lanciava dentro il cestino dei rifiuti posto poco lontano dal letto.
«Ehi ma–»
«Ma un corno Jungkook, come ti è venuto in mente di prendere un libro del genere e seguire i suoi consigli malsani? Soprattutto tu» lo rimproverò il giovane insegnante senza alzare di troppo la voce per paura di svegliare Minho visto che molto probabilmente si trovava ancora nel mondo dei sogni dato che la sua figura non si palesava all'interno della stanza.
«Cosa vorresti dire con soprattutto tu?» gli sussurrò il giovane padre ormai con gli occhi lucidi e la mente in subbuglio convinto di aver deluso le aspettative del più grande nei suoi confronti.
Quest'ultimo si avvicinò maggiormente alla figura di Jungkook, gli prese le mani tra le sue e con lente carezze su di esse gli mormorò «Con questo voglio dire che tu sei proprio l'ultima persona di questo mondo a dover prendere uno stupido libro del genere. Sei un papà spettacolare e sai sempre come far felice Minho, anche con le cose più piccole»
Per tutto il tempo Taehyung gli aveva sorriso teneramente, nella speranza di poter infondere quelle sue convinzioni – più che certe – nella mente, e nel cuore, di Jungkook.
«Tu lo pensi davvero?» gli domandò quest'ultimo con gli occhi leggermente lucidi.
«Lo penso veramente Jungkook, come penso che tu sia una persona meravigliosa»
La distanza tra di loro si era accorciata sempre di più, e i loro respiri ora si stavano mischiando nella creazione di qualcosa di nuovo, un qualcosa che solo loro sapevano cos'era ma alla quale non sapevano dare nome. Le loro labbra erano ormai a poca distanza, un piccolo sforzo e queste si sarebbero incontrate di nuovo, pronte per scoprire nuove cose dell'altro, se solo la voce acuta del piccolo Minho non li sorprese.
«Appa? Appa perché TaeTae è qua?»
Angolo autrice:
Eccoci qua con un nuovo capitolo dove vediamo un Jungkook, per la prima volta, insicuro e inferiore come padre e non abbastanza per Minho....menomale che c'è Taehyung a portarlo sulla giusta strada.
Piccolo momento di tensione, Minho li avrà beccati? Come reagirà.
Detto questo fatemi sapere se il capitolo vi sia piaciuto con un commento o una stellina, vi voglio bene
A lunedì
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Rainbow Teacher || KookV
Fanfiction[COMPLETA E CARTACEO DISPONIBILE SU AMAZON] A volte si pensa che il primo amore possa essere quello giusto, quella persona con la quale vorresti passare il resto della tua vita. La pensava in questo modo anche Jungkook fino a quando non incontrò Tae...