Il suono del campanello di casa le fece aprire gli occhi di scatto e brontolare in disappunto. Aveva spostato di poco lo sguardo verso il display della sveglia digitale accorgendosi così di che ora fosse: erano le dieci di sera passate.
Ma che cavolo vogliono a quest'ora da me?
Il campanello suonò ancora una volta e la ragazza fu costretta ad alzarsi «Arrivo, arrivo!»
Si era precipitata alla porta nella speranza di mandare via il prima possibile chiunque ci fosse dall'altra parte della porta che gli stesse disturbando quelle poche ore di sonno che si poteva permettere viste le nausee che la gravidanza le causava, togliendole così ore preziose di sonno «Ecco- Jungkook...ma che ti è successo!?»
Si sarebbe aspettata di trovarsi chiunque davanti alla porta Lisa, ma la figura del suo migliore amico con le lacrime agli occhi e il volto tumefatto era di certo uno dei suoi ultimi pensieri.
«I-Io...l-lui...s-se n'è a-andato...» Jungkook non riusciva a compiere una frase di senso compiuto senza riuscire a piangere.
Da quando aveva visto il giovane insegnante appiccicato alle labbra di un altro uomo non aveva smesso un solo attimo di piangere e di darsi la colpa di tutto; e ora si trovava davanti alla porta dell'unica persona che forse l'avrebbe capito e magari aiutato.
«Jungkook non ti capisco...» Lisa - preoccupata per lo stato in cui versava il moro - le aveva preso il volto tra le proprie mani e aveva cercato in ogni modo di far incontrare il proprio sguardo con quello del ragazzo «Ora prendi un bel respiro, ti calmi un attimo e mi spieghi per bene tutta la faccenda okay?»
Sotto consiglio della ragazza erano poi entrati in casa e lo aveva sedere sul divano: il freddo di febbraio di certo non era la temperatura adatta per parlare fuori di casa alla sera.
Le aveva preparato poi un tazza di thé verde riuscendo a farlo calmare un minimo «Vuoi dirmi ora cosa è successo di preciso?»
Era quasi un mese che Lisa non vedeva il proprio migliore amico ed era venuta a conoscenza dei fatti accaduti - in linea generale - solo tramite la madre di quest'ultimo.
La ragazza dopo aver scoperto i fatti avvenuti tra Jungkook e il giovane insegnante aveva cercato di contattare il moro in tutti i modi possibili ed immaginabili senza però ottenere risposte e arrivando al punto di lasciargli decine di messaggi sulla segreteria telefonica dove gli insulti erano più delle parole di senso compiuto. Il moro li sentì tutti quei messaggi, sentendosi maggiormente in colpa per il danno combinato.
«D-Dopo il casino che avevo combinato con Seoyun, Taehyung se n'è tornato a casa, a Daegu. Io sono partito per andare da lui, per scusarmi ancora una volta, per dirgli che sono veramente pentito e che voglio solo lui, ma- ma l'ho trovato in compagnia di un altro uomo dentro una gelateria. Li ho beccati che si stavano baciando» Jungkook aveva ripreso a singhiozzare al ricordo delle labbra di Taehyung - labbra che fino a poco fa solo lui aveva il diritto di toccare e baciare - legate a quelle di un estraneo.
«Oh tesoro...» subito la ragazza lo aveva stretto in un abbraccio, facendo in seguito adagiare il capo del ragazzo sul proprio seno ed iniziando ad accarezzargli la schiena in un minimo di conforto.
«F-Fa così male Lis» il moro aveva ripreso a piangere, bagnando così la maglia del pigiama della ragazza «Ho realizzato solo in quel momento quanto abbia sofferto Taehyung quando ha scoperto la verità»
Lisa lo lasciò sfogare, consapevole di come a volte il pianto potesse essere un ottimo modo per sfogarsi da tutti i problemi.
Improvvisamente, però, il rumore della suoneria di un cellulare fu in grado di interrompere il pianto del moro. E se fosse Taehyung? - senza ragionare sul da farsi e con il cuore che gli batteva in pieno petto, Jungkook avevo estratto il cellulare dalla tasca dei pantaloni e aveva schiacciato la cornetta verde senza neanche controllare l'emittente.
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Rainbow Teacher || KookV
Fanfiction[COMPLETA E CARTACEO DISPONIBILE SU AMAZON] A volte si pensa che il primo amore possa essere quello giusto, quella persona con la quale vorresti passare il resto della tua vita. La pensava in questo modo anche Jungkook fino a quando non incontrò Tae...