CAPITOLO CINQUANTA

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Fare un trasloco non è mai stato semplice sotto ogni punto di vista, e questo Taehyung lo sapeva bene visto che si era trovato nella medesima situazione due anni addietro quando - insieme ai suoi genitori e fratelli - aveva dovuto impacchettare quei suoi pochi averi presenti nella sua cameretta della casa di Daegu per poi trasferirli in quella attuale a Seoul. E ora stava succedendo la stessa medesima cosa, con l'unica differenza che Taehyung sperava che questo sarebbe stato il suo ultimo e definitivo trasloco.

I primi scatoloni contenenti foto, souvenir e quant'altro erano già stati chiusi e posizionati poco lontano dalla porta d'entrata, mancavano solo i vestiti - della quale se ne stava occupando proprio in quel momento- e poi tutto sarebbe stato pronto per essere portato a casa Jeon.

In quell'ultimo periodo i due ragazzi erano andati in diversi negozi di arredamento, trovando di tanto in tanto qualche mobilio o soprammobile adatto per i cambiamenti ideati per la casa. Taehyung non voleva attuare molte modifiche in casa Jeon: era già perfetta così dal suo punto di vista e per questo pensò solamente a comprare una piccola lampada da giorno da posizionare all'entrata e un nuovo armadietto per il bagno visto che in quello attuale tutte le sue creme - mischiate ai profumi del moro - non ci entravano.

Jungkook aveva infatti una fissazione per i profumi, ne aveva così tanti che avrebbe potuto aprire una piccola boutique e venderli tutti. Erano di marca, forma e colori differenti, ma c'era una cosa che non con cambiava mai: la fragranza. Jungkook aveva decine e decine di profumi al muschio bianco: un odore pulito, morbido e dolce, così buono che Taehyung ne rimaneva stordito tutte le volte che respirava in prossimità della pelle pallida del moro.

«TaeTae, ma tu sei il fidanzato di appa?» domandò dopo attimi il piccolo Minho mentre cercava di dare una mano al proprio TaeTae nello inscatolare e piegare tutti i vestiti, ottenendo però solamente una montagna di vestiti stropicciati.

Taehyung si era fermato con una sua maglietta a mezz'aria quando udì quella domanda, e gli ci vollero attimi prima che riprendesse possesso dei suoi movimenti e parlasse «Dipende...il tuo papà cosa ti ha detto?»

«Appa non mi ha detto niente...ho detto tutto io» parlottò, ora insicuro, il piccolo. Forse non avrebbe dovuto parlare.

«E tu che risposta vorresti sentire? Sì, oppure no?» domandò il maggiore mentre si sedeva sul letto in parte al pargoletto.

«Io-» il balbettio insicuro di Minho venne interrotto dalla suoneria del cellulare di Taehyung.

«Scusami un attimo tesoro, vado a vedere chi sia» era quindi uscito dalla stanza e si era diretto al piano inferiore, precisamente in cucina, dove aveva lasciato a caricare il cellulare.

Prima di schiacciare la cornetta verde si assicurò però di vedere chi fosse il mittente della chiamata: era Jungkook.

«Pronto Jungkook?»

«Ciao Tae, disturbo?»

«Ma no, ma figurati. Dimmi tutto»

«Potresti portare Minho da mia mamma prima di cena? Torno più tardi del previsto dal lavoro dato che dei miei colleghi hanno deciso all'ultimo minuto di andare a festeggiare visto che a breve il nostro capo reparto si sposa» il tono di voce del minore era mogio, abbattuto; di certo non contento di stare lontano dal giovane insegnante «Scusami, avevo promesso che ti avrei dato una mano questa sera con le ultime cose...»

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora