CAPITOLO QUINDICI

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[SMUT]

Il minore si avventò sulle sue labbra con voracità, divorando e succhiando quei dolci cuscinetti che gli avevano occupato la mente fin dal primo istante in cui lo aveva incontrato. Morse delicatamente le sue labbra per chiedervi l'accesso e, in men che non si dica, il suo muscolo caldo iniziò a danzare insieme al gemello.

Solo gli schiocchi dei baci e i leggeri ansimi di Taehyung erano udibili all'interno della stanza.

Il maggiore fu il primo a staccarsi dal bacio per riprendere aria e Jungkook ne approfittò di questa occasione per torturare il suo collo: baciava, leccava e succhiava la sua candida pelle; dove le sue labbra passavano, un piccolo morso o un segno di appartenenza si formavano sul collo candido di Taehyung.

«Ah...G-Guk» sentendo l'ennesimo morso Taehyung ansimò per il piacere, portando Jungkook a fare di più. Il giovane padre si spinse in avanti facendo così sdraiare completamente Taehyung sul divano sovrastandolo con il proprio corpo tonico e muscoloso.

Nonostante il lavoro non gli permettesse quasi di respirare, Jungkook ci teneva alla forma fisica e cercava quindi di allenarsi quando poteva: in palestra oppure a casa con il piccolo Minho che lo imitava.

Il moro aveva iniziato a sbottonare la camicia di Taehyung, quando proprio quest'ultimo lo fermò. Preso dal panico – nell'aver sbagliato qualcosa o fatto qualcosa di troppo – il giovane padre si allontanò come scottato dalla figura di Taehyung.

«Scusa non volevo, mi dispiace» affermò poi con la testa china e un tono di voce allarmato.

Sorpreso da quello strano atteggiamento, Taehyung si alzò posizionandosi a fianco del minore «Che è successo Jungkook, non vuoi più andare avanti?»

«N-No, ma che dici Tae, è solo che mi hai fermato e ho pensato che tu non volessi spingerti oltre»

Taehyung ridacchiò nel sentire quella risposta: il maggiore voleva spingersi oltre tanto quanto lo voleva il moro. Con una mossa furtiva si sedette in grembo a Jungkook sentendo con il proprio sedere già il principio di erezione che cresceva nelle mutande del minore; non che il maggiore fosse messo meglio «Ma cosa hai capito Jungkook, mica ti ho detto che non voglio spingermi oltre. Semplicemente ti ho fermato perché non volevo continuare qua, ma in camera da letto per avere più spazio»

Gli lasciò un dolce bacio sulle labbra e con una calma straziante iniziò a strusciarsi sul bacino del minore. Quest'ultimo – quasi come un gesto istintivo – arpionò le sue mani venose sui fianchi stretti del maggiore dettandogli il ritmo.

«Io ti voglio tanto quanto mi vuoi– Ah!» la frase venne stroncata in pieno da un gemito di Taehyung nel momento in cui le loro intimità si scontrarono.

Jungkook nel sentire quel dolce suono accarezzargli l'orecchio si accese – se ancora più possibile – di passione e, con un gesto inaspettato, mise le mani sotto le cosce del maggiore e lo sollevò.

«Dov'è la camera?» domandò poi e il maggiore – con un po' di difficoltà per la posizione assunta – gli fece strada per condurlo verso la propria camera da letto.

Appena vi entrarono Jungkook adagiò sul grande letto matrimoniale il maggiore e – non curante di chiudere la porta e le tende della finestra – lo sovrastò nuovamente con il proprio corpo. Le loro labbra si scontrarono una seconda volta, affamate più che mai iniziando una lotta per il dominio. Lo stesso dominio che venne vinto da Jungkook il quale si staccò dalle labbra rosee e gonfie del maggiore per scendere e torturare nuovamente il suo collo.

«G-Guk...muoviti»

«Dio...adoro quando mi chiami così» gemette il minore – ormai non più lucido mentalmente – mentre si slacciava la cintura dei pantaloni.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora