CAPITOLO QUARANTASETTE

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And I'll tell you
A Million little reasons
I'm falling for your eyes
I just want to be where you are



I primi timidi raggi di sole avevano preso ad illuminare la stanza dei due giovani ragazzi, ora avvinghiati in una grande matassa fatta di coperte e lenzuola. La notte precedente era stata forse una delle notti più focose mai avute: gli aveva prosciugato ogni energia presente in corpo e ora le conseguenze erano ben evidenti.

Un leggero rumore di passi riecheggiò all'interno della casa ancora silenziosa; due piccoli piedini correvano veloci, pronti per raggiungere la meta designata «Appa, TaeTae sveglia, sveglia! È Natale» il piccolo Minho era entrato nella stanza del moro, arrampicandosi poi sul letto per svegliare i due ragazzi, i quali sembravano non avere intenzione di svegliarsi.

«Dobbiamo vedere se è arrivato Babbo Natale! Voglio aprire i regali, dai appa!» il piccolo aveva smosso il corpo di Jungkook continuando a richiamarlo ma invano.

Continuando a sentire le continue lamentele da parte del pargolo, però, il moro si era svegliato, rigirandosi in seguito sotto le coperte nel vano tentativo di riposare ancora un po'. Cosa che si rivelò completamente invana nel momento in cui sentì le mani di suo figlio sfilargli le coperte di dosso.

Jungkook - così come Taehyung - era ancora completamente nudo sotto le coperte e se Minho avesse tirato ancora un po' di più, quest'ultimo avrebbe visto cose non adatte per un bimbo di quattro anni come lui.

A quella rivelazione gli occhi del moro si aprirono completamente e la sua mente si svegliò del tutto. Al diavolo il sonno, doveva preservare la privacy di Taehyung e l'innocenza di suo figlio.

«N-No Minho aspetta! V-Vai in tanto giù, ora arriviamo» con la voce ancora impastata dal sonno e la mente ancora un po' addormentata, il moro era riuscito a fermare suo figlio e ad ottenere la sua attenzione.

Difatti appena Minho udì la voce del suo papà mollò completamente la presa dalla coperta per poi precipitarsi vicino al volto di Jungkook.

«Promesso?» il piccolo a seguito di quelle parole aveva sporto il labbro all'infuori allargando se più possibile anche i suoi occhioni dolci.

«Certo amore» il moro gli aveva poi scoccato un piccolo bacio sulla punta del naso, facendo ridere di gusto il piccolo che - dopo aver ricambiato il gesto - si era precipitato giù per le scale pronto per scartare tutti i regali.

Ora che Jungkook si trovava finalmente da solo si permise di girarsi completamente verso il corpo nudo del ragazzo che gli aveva fritto completamente il cervello.

Taehyung era stupendo in qualsiasi forma, ma quella che Jungkook preferiva più di tutte era quando dormiva. Solo in quei momenti il moro si permetteva di ammirare - contemplare - il dolce volto del suo amato: le ciglia lunghe, il taglio di occhi più bello che avesse mai visto e quelle labbra piene e dalla forma particolare che amava mordere e succhiare.

Taehyung era un dio greco sceso in terra secondo il minore, perché più lo guardava e più lui diventava bello.

Alzò delicatamente la mano destra e con l'indice iniziò a tracciare i contorni di quel volto dalla pelle diafana; iniziò dal sopracciglio destro, scendeno poi verso il naso, passando poi per l'arco di cupido, dove gli dedicò maggiori attenzioni contornandogli anche le labbra. Infine si soffermò sulla mandibola seguendo l'attaccatura dell'orecchio con essa.

Taehyung era stupendo, quasi surreale. E più lo guardava e più Jungkook si innamorava di quella persona, della sua persona.

Il moro si era poi avvicinato maggiormente al volto di Taehyung, precisamente vicino all'orecchio «Buongiorno amore mio, buon Natale» aveva poi depositato un piccolo e tenero bacio sulla sua guancia morbida, suscitando un leggerlo mugolio da parte del maggiore.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora