CAPITOLO SESSANTA

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Il sole non era ancora alto nel cielo e le ultime gocce di rugiada erano ancora presenti su qualche ciuffo d'erba; nonostante non fosse mattina inoltrata, c'era chi era già all'opera con le sue mansioni e doveri, e tra questi vi era anche Taehyung che - con lo zaino in spalla e la gabbietta con dentro Yeontan - si trovava davanti alla stazione dei treni con tutti i suoi amici e familiari: sarebbe tornato a Seoul, sarebbe tornato dalle sue bestioline, sarebbe tornato da Jungkook.

«Sei sicuro di non voler rimanere ancora per un po'?» la madre - con sguardo triste e sconsolato - aveva stretto Taehyung tra le sue braccia, continuando a ripetere la stessa frase come un disco rotto.

Non voleva che suo figlio se ne andasse, non adesso almeno.

Taehyung si era allontanato dalle braccia della madre con un sorriso triste: in fondo gli dispiaceva lasciare sua madre, la famiglia e gli amici «Mamma devo tornare a casa, devo tornare a lavoro. Ma tornerò, promesso»

«Lo so ma-» la donna provò a replicare, ma una voce alle sue spalle la sovrastò: era Baekhyun.

«Signora Kim io lo lascerei andare...magari la prossima volta potrebbe non tornare da solo» gli regalò in seguito un occhiolino e Taehyung non poté fare a meno che mimargli con le labbra un flebile "grazie".

Taehyung doveva molto a Baekhyun e - nonostante il burrascoso passato - si poteva tranquillamente dire che per lui fosse acqua passata. Certo, la cicatrice sarebbe rimasta, ma era sicuro però di aver ottenuto un amico che sarebbe stato sempre dalla sua parte nel momento del bisogno.

«Oh...allora se così fosse, vai cuore di panna, torna a casa» la donna nel sentire il suggerimento da parte di Baekhyun aveva cambiato atteggiamento, concordando con il ragazzo la giusta scelta di lasciar partire Taehyung.

«Si avvisano i gentili passeggeri che è in partenza il treno diretto verso Seoul al binario tre, i passeggeri sono pregati di allontanarsi dalla linea gialla-»

«Questo è il mio» con fare impacciato il giovane insegnante si era aggiustato lo zaino sulle spalle e aveva preso la gabbietta di Yeontan e, dopo gli ultimi saluti e abbracci, era salito sul treno.

«Sei pronto Tannie? Torniamo a casa» mormorò con tono dolce il ragazzo, allungando il dito in direzione del cane che - in tutta risposta - lo leccò.

Avrebbe sfruttato il tempo a sua disposizione per riflettere, per capire come meglio approcciarsi con il moro e come risolvere il loro conflitto.

Non vedo l'ora di vederti Jungkook.

***

Era strano - dopo tutto quel tempo - ritrovarsi davanti a quella grande struttura, davanti alla porta della sua classe; dopo quasi un mese Taehyung era ritornato a lavoro, era ritornato dalle sue bestioline.

Le sue colleghe furono più che entusiaste di riaverlo di nuovo tra di loro, comunicandogli che i bimbi della sua classe erano rimasti dispiaciuti della sua lunga assenza, continuando a chiedergli quando sarebbe tornato.

Ritornare nella sua classe gli diede un senso di serenità e speranza: sperava di poter risolvere al più presto con il moro perché - anche se si mostrava positivo e sereno agli occhi di tutti - dentro di sé si sentiva morire: una parte di sé stava sparendo giorno per giorno e con essa, la voglia di tornare ad amare e vivere nella più totale serenità.

Aveva lanciato uno sguardo all'orologio appeso sul muro accorgendosi che fosse ormai l'ora di accogliere l'arrivo dei bimbi. Aveva quindi sfoderato il suo miglior sorriso ed era uscito fuori dalla scuola, trovandosi subito una calca di bimbi attaccati alle gambe che lo salutavano entusiasti di riavere il loro maestro.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora