CAPITOLO VENTINOVE

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«Appa? Appa perché TaeTae è qua?»

Nel sentire la vocina acuta del piccolo i due si congelarono sul posto, spaventati da qualsiasi tipo di reazione da parte di Minho.

Non può averci scoperto, ci siamo staccati in tempo – pensò Taehyung mentre si pizzicava le mani in una vana speranza di calmare i battiti del proprio cuore. La paura di essere scoperti da Minho e perdere tutto quello che aveva costruito con il minore gli fece venire gli occhi lucidi. Buffo come un bambino potesse tenere in mano – inconsapevolmente – una relazione tra due adulti.

Anche Jungkook si trovava nella stessa situazione del maggiore: il batticuore e l'ansia avevano preso possesso del suo corpo. Sono stato uno stupido, dovevo dire subito a Minho cosa ci fosse tra me e Taehyung – pensò il minore continuando a darsi la colpa.

La voce acuta del piccolo fece ridestare entrambi gli adulti che volsero subito lo sguardo verso il piccoletto, che con gli occhioni pieni di lacrime si stava arrampicando sopra il lettone del papà «P-Perché non me lo hai detto a-appa?»

«D-Dirti cosa amore mio?» balbettò Jungkook ingoiando a vuoto per l'ansia «Perché piangi tesoro, vieni qua dal tuo papà» continuò poi aprendo le braccia in un pretesto per far avvicinare il proprio figlio a sé per abbracciarlo.

«N-No, non voglio venire da te appa, sei un b-bugiardo!»

Nel sentirsi dire quelle parole Jungkook pianse, pianse come quando ad un bambino gli viene privato il suo giocattolo preferito, come quando il proprio amore non viene ricambiato dalla persona amata. Pianse, pianse per il fallimento che era diventato per suo figlio; pianse così tanto che i polmoni iniziarono a bruciarli per la mancanza di ossigeno, pianse così tanto che arrivò a sovrastare i singhiozzi di suo figlio.

Taehyung spalancò gli occhi per la reazione che Jungkook ebbe a quelle parole: mai si sarebbe aspettato di vedere il minore piangere in quella maniera. Il maggiore decise allora di intervenire e di risolvere la situazione per il bene di entrambi «Okay, ora direi di calmarci tutti e di risolvere insieme il problema» disse con voce ferma, stupendosi di sé stesso dato che in situazioni del genere lui era il primo a piangere come un bambino «Minho vieni qua e dimmi perché sei arrabbiato con il tuo papà»

Il piccolo fece come gli era stato detto – ignorando il fatto di aver fatto piangere il proprio padre, il quale stava piangendo tutt'ora. Si andò poi a sedere sopra le cosce del giovane insegnante il quale – già munito di fazzolettini – asciugò tutti i lacrimoni di Minho «Mi vuoi dire perché piangi tesoro?» sussurrò poi il maggiore accarezzando la testolina tonda del fanciullo.

Il nominato tirò su col nasino prima di parlare «P-Perché appa non mi ha invitato al vostro pigiama party...volevo esserci anche io» piagnucolò ancora Minho.

«Pigiama party!?» esclamò Jungkook alzando il capo e puntando gli occhi lucidi e rossi sul volto del proprio figlio. Minho, fortunatamente, non aveva capito la verità sulla presenza di Taehyung nel suo stesso letto, non li aveva scoperti né tanto meno sentiti la scorsa notte e ciò gli fece alleggerire il peso che si era formato all'altezza del suo petto.

«Sì appa, un pigiama party. Ecco perché TaeTae è qui, giusto?» domandò il piccolo spostando i suoi grandi occhioni dal suo papà al suo insegnante preferito.

Oh, piccolo mio, rimani così ingenuo per sempre.

Jungkook stava per rispondere quando Taehyung intervenne al posto suo «No Minho non abbiamo fatto nessun pigiama party, non avremmo mai potuto farne uno senza di te» il piccolo lo stava guardando con le labbra schiuse e gli occhioni più dolci di questo mondo, mentre pendeva dalle labbra del proprio insegnante «Doveva essere una sorpresa tesoro, però ci hai scoperti. Ieri sera io e il tuo papà ci stavamo organizzando per creare un pigiama party questa sera per te» continuò poi il maggiore.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora