I giorni passavano e con essi anche i giorni di convivenza di Jimin in casa Jeon. In quell'ultimo periodo, infatti, il biondo – come concordato – si era trasferito da Jungkook finché non avesse trovato una soluzione a tutto il fardello che si era andato a creare tra lui e suo marito. Proprio quest'ultimo – come predetto da Jungkook – era andato a cercarlo subito a casa di Taehyung perché la più vicina, poi era salito in macchina e si era diretto verso casa dei genitori del biondo, ottenendo però un buco nell'acqua.
Era disperato: il non sapere dove si trovasse Jimin lo faceva uscire fuori di testa; aveva in mente i peggiori scenari e ogni volta che la sua povera mente ne elaborava uno nuovo si sentiva morire. Ma lui era Min Yoongi, e se c'era una cosa che lo aveva fatto eccellere sia in accademia sia al lavoro – ottenendo così una promozione – erano la sua tenacia e grinta.
Quindi da bravo agente di polizia qual era, idealizzò un piano: molto stupido come piano dato che un bimbo di cinque anni avrebbe saputo fare di meglio. Il suo piano, in parole povere, consisteva nell'aspettare Jimin in casa quando proprio quest'ultimo sarebbe stato convinto di trovarsi da solo nell'abitazione.
Chiamò velocemente in ufficio, dandosi per malato, e poi si dedicò alla cura e sistemazione della casa e di se stesso: da quando Jimin se ne era andato, Yoongi si era lasciato andare completamente, trascurando la sua figura ed anche la casa. Soprattutto la casa.
Con questo però non voglio dire che fosse Jimin a pulire casa e il maggiore non faceva nulla, anzi, entrambi si dividevano le faccende domestiche in modo da ottimizzare meglio i tempi. Quindi si alzò dal divano e si diresse verso il bagno per lavarsi e radersi quell'ombra di barba che gli era cresciuta: cavoli, se avesse rivisto Jimin voleva rendersi bello e profumato davanti agli occhi di suo marito.
Ma almeno lo poteva chiamare ancora così?
Con quello strano pensiero in testa non si accorse di aver fatto un po' troppa pressione con il rasoio sulla pelle e si tagliò.
«Ah, merda!» subito tanti piccoli, minuscoli, rivoli di sangue uscirono da quel taglietto non indifferente.
Perfetto, proprio ora che dovevo vedere Jimin mi dovevo tagliare – sbuffò nervoso mentre con irruenza apriva il mobiletto alla ricerca dell'allume di rocca «Ma dove diavolo è finito?» era una vita che non apriva quel mobiletto e ora che era alla disperata ricerca di quell'affare stava per impazzire. Frugando ancora si accorse di un piccolo post-it attaccato al vetro che si trovava all'interno di esso.
"Ho terminato io quello strano aggeggio che usi quando ti tagli mentre ti fai la barba...Caspita brucia un sacco :(
Ti amo,Il tuo Mimì♡ "
Alla vista di quel bigliettino gli occhi gli si fecero lucidi.
Il tuo Mimì
Era stato proprio lui stesso a dare a Jimin quel dolce soprannome insieme alla sfilza degli altri. Yoongi adorava affibbiargli un nuovo soprannome per ogni situazione diversa che si andava a creare e il biondino ormai ci aveva preso l'abitudine di non sentirsi più chiamare con il proprio nome. Se doveva avvenire, era perché c'era qualcosa di grave o perché erano in pieno litigio.
Il primo soprannome che Yoongi gli aveva affibbiato era stato"baffetto".
Si era beccato quel soprannome il pomeriggio stesso del loro primo incontro quando, con la cioccolata calda, Jimin si era sporcato il labbro superiore.«Hey baffetto» l'aveva sbeffeggiato il maggiore mentre sghignazzava dalle risate. Inutile dire che Jimin diventò bordeaux dal collo fino alla punta delle orecchie quel giorno.
STAI LEGGENDO
Rainbow Teacher || KookV
Fanfiction[COMPLETA E CARTACEO DISPONIBILE SU AMAZON] A volte si pensa che il primo amore possa essere quello giusto, quella persona con la quale vorresti passare il resto della tua vita. La pensava in questo modo anche Jungkook fino a quando non incontrò Tae...