CAPITOLO CINQUANTADUE

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Per Taehyung trattenere le lacrime fu terribile: gli bruciava la gola, il naso, respirava male e nella sua mente continuava a ripetersi "Non qui. Non cedere davanti a lui". Solo una volta arrivato davanti a casa sua si permise di liberare tutte le lacrime e il dolore che stava provando: era distrutto, spossato; era come se gli avessero strappato il cuore dal petto per poi buttarlo brutalmente a terra.

"Se sei pronto ad amare figliolo, sarai pronto anche a soffrire" erano queste le parole che sua madre gli aveva detto quando anni addietro gli aveva confidato di essersi innamorato di Baekhyun, ma a quel tempo non aveva dato ascolto a quelle parole troppo complicate ed enigmatiche per lui, ma ora - a distanza di anni - aveva capito perfettamente il significato di quelle parole, e sperava che tutta quella sofferenza finisse al più presto.

Il petto gli doleva incredibilmente: gli sembrava di aver un attacco di cuore in corso. Si era portato la mano destra in prossimità del cuore e aveva stretto forte la presa sulla maglietta e la pelle mentre con un urlo strozzato continuava a liberarsi di tutto quel dolore e lacrime che Jungkook - nel giro di poco tempo - gli aveva causato.

Sarebbe morto di crepacuore, se lo sentiva. Sentiva i battiti accelerati del suo cuore e l'affanno aveva iniziato a farsi sentire in maniera più costante, tant'è che dovette aprire la portiera dell'auto per assimilare più ossigeno possibile.

Voleva che smettesse, voleva che tutto quel dolore cessasse il prima possibile e che non si presentasse mai più. In quell'istante si permise anche di maledire Jungkook, perché era solo a causa sua se ora Taehyung stava provando tutta quella sofferenza.

Perché hai preferito farmi soffrire piuttosto che dirmi la verità? Perché Jungkook, perché?

La testa aveva iniziato a vorticargli in maniera prepotente e l'affanno si intensificò così tanto che fu costretto ad uscire dall'auto ed accasciarsi a terra in un mero tentativo di ricevere più ossigeno e di far riposare le membra - ora - stanche e tese. A fatica si girò poi con il petto rivolto verso il cielo ed iniziò a respirare a grandi polmoni.

Forza Taehyung, ce la puoi fare - continuava a ripetere quelle parole nella sua mente come un mantra, incoraggiandosi e dandosi la forza da solo per superare quel brutto momento.

Eppure, sembrava che il mondo ce l'avesse con lui, perché i suoi occhi catturarono un particolare nel cielo: un arcobaleno, molto probabilmente causato dalla pioggerellina che aveva bagnato la città quella stessa mattina. Non era ben nitido, era ormai giunto alla sua fine, ma per Taehyung fu abbastanza per scoppiare nell'ennesimo pianto.

"Tu sei il mio arcobaleno"

Subito i ricordi collegati a quella frase - e tutti quelli a venire - vennero proiettati nella sua mente e mai sofferenza più grande provò in quel momento il cuore del giovane insegnante.

Il primo bacio all'acquario, la prima volta, il loro primo appuntamento, il primo "ti amo" ed infine quella piccola dichiarazione che se in quel momento gli aveva fatto battere forte il cuore, ora glielo aveva frantumato in mille pezzi.

Avevi detto che ti saresti impegnato affinché la mia luce non si spegnesse, ma Jungkook hai fallito, mi hai reso l'ombra di me stesso.

***

I giorni a seguire furono un inferno per entrambi i ragazzi, soprattutto per Jungkook che non solo aveva perso Taehyung, ma gli sembrava di aver perso anche Seoyun che - da quella infima e bastarda sera - non si era più fatta né sentire né vedere.

Si sentiva solo, disorientato, ma soprattutto pentito del grandissimo errore commesso. Fino a quel momento non si era reso conto che l'amore che provava per la ragazza fosse tossico e distruttivo, così tanto malato da farlo allontanare da quello - invece - puro e genuino che Taehyung gli aveva fatto provare.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora