CAPITOLO QUARANTUNO

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«Jimin penso di aver fatto una cazzata abissale. Non dovevo accettare» mormorò Taehyung davanti allo specchio mentre continuava a sistemarsi la camicia bianca dentro i pantaloni neri a sigaretta.

«Cosa non dovevi accettare? Il nuovo colore di capelli proposto dai tuoi mostri oppure il fatto di aver accettato di uscire con quel rimbambito di Jungkook?» parlottò Jimin mentre scartava l'ennesima caramella all'arancia per buttarne poi la cartaccia sul letto di Taehyung.

Il giovane insegnante sbuffò un'ultima volta prima di voltarsi completamente verso l'amico «Punto primo non si chiamano mostri ma bestioline e poi mi piace un sacco questo blu sui miei capelli. Punto secondo non chiamare Jungkook rimbambito e punto terzo smettila di mangiarti le mie caramelle e smettila di buttare la carta sul mio letto»

Taehyung era esasperato: aveva passato l'intero pomeriggio a crogiolarsi e a pentirsi di aver accettato - senza prima pensare - l'invito di Jungkook. Sapeva di aver sbagliato, doveva riflettere a riguardo invece che annuire come un allocco solo perché il moro gli aveva portato dei fiori.

Se fosse capitata la stessa con Baekhyun anni addietro, sicuramente non avrebbe accettato e il bouquet sarebbe finito o nella spazzatura o schiacciato dai suoi piedi.

«E se gli dassi buca all'ultimo? No, passerei io per quello stronzo» parlottò mentre si dirigeva verso l'armadio per prendere la giacca nera per ultimare il completo.

«Jimin sai che non sei molto d'aiuto? Ricordami perché sei venuto» domandò poi all'amico spaparanzato sul letto.

«Per ricordarti della scelta di merda che hai fatto»

Quando Taehyung era rientrato in casa di Jimin il giorno prima e gli aveva raccontato cosa gli avesse riferito il moro e della sua risposta, il biondino si era mostrato subito contrario a quella scelta affermando poi che - facendo così - gliela avesse data solo che vinta.

Secondo Jimin, Jungkook doveva soffrire un pochino prima di ottenere il perdono di Taehyung, ma evidentemente il giovane insegnante la pensava diversamente.

«Jimin vorrei una risposta costruttiva, ti prego» aveva implorato Taehyung mentre si muoveva da una parte all'altra della stanza alla ricerca degli ultimi gioielli da indossare.

«Lo sai come la penso Tae, non dovevi accettare»

Il giovane insegnante aveva quindi interrotto i suoi passi al centro della stanza prima raggiungere Jimin sul letto e sdraiarsi al suo fianco. Aveva poi posato il braccio destro sul ventre dell'amico e lo aveva stretto in una sorta di abbraccio, adagiando il capo sul suo petto e facendosi cullare dal battito calmo del suo cuore.

Jimin in tutta risposta sprofondò il palmo della propria mano nella chioma blu elettrico di Taehyung, coccolandolo e donandongli tutto l'affetto di cui necessitava.

«A me piace così tanto Jungkook, forse è anche qualcosa di più» mormorò poi con un tenero broncio ad incorniciargli il viso.

«Questo lo so Taehyung-ie, però devi capire che ha sbagliato e tu non dovevi dargliela subito vinta»

«Questo lo so anche io, però ora non so cosa fare»

«L'unica cosa che ti posso dire è di-» il biondino non riuscì a terminare il discorso che il suono del campanello lo interruppe: Jungkook era arrivato «Okay amico, lui è appena arrivato e tu sei fregato»

I due ragazzi si trovano quindi costretti ad uscire dalla camera del giovane insegnante e raggiungere la porta di casa.

Erano ormai arrivati davanti alla porta quando una mano di Jimin fermò i movimenti dell'altro ragazzo «Tae per quanto io possa esser stato un po' uno stronzo oggi, voglio dirti solo una cosa. Andrà bene, starete bene dopo questa chiacchierata. Chiaritevi, perché non voglio che anche tra di voi succeda come è successo tra me e Yoon»

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora