CAPITOLO TRENTAQUATTRO

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«No no no, ma chi me l'ha fatto fare?» continuava a sussurrare quelle parole come un mantra, mentre le sue dita pizzicavano le pellicine presenti sulle proprie mani.

Era un fascio di nervi: piccole goccioline di sudore scendevano dalle sue tempie mentre provava a strusciare i palmi delle proprie mani sui jeans neri in un pretesto per alleviare l'ansia e il nervoso.

«I-Io penso di non riuscirci. P-Possiamo tornare a casa?» si era girato con il viso verso i sedili posteriori dell'auto puntando il suo sguardo spaventato verso quello dell'amico, i cui occhi sembravano essere dolci e comprensivi.

«Jimin, stai tranquillo. Ti basterà prendere quello che ha da darti, parlare e niente più» il giovane insegnante aveva pronunciato quelle parole con calma, cercando di infondergli tutta la sicurezza di cui necessitava.

«Taehyung ha ragione. Devi solo stare tranquillo e tutto andrà per il meglio, se nel caso le cose non dovessero andare come sperato, io e Taehyung saremo nella casa accanto ad aspettarti» Jungkook, al posto del guidatore, aveva attirato l'attenzione del biondino per tranquillizzare il suo animo turbato.

Eppure, nonostante le parole di conforto, Jimin non si sentiva per niente a suo agio. Aveva paura di spezzare ulteriormente il rapporto tra lui e Yoongi – quel filo rosso che li legava – e il solo pensiero lo metteva maggiormente in ansia.

Senza neanche rendersene conto erano arrivati con la Mercedes di Jungkook davanti alla dimora del biondino.

Avanti Jimin respira. Sarà un gioco da ragazzi.

«O-Okay io ora vado. Ci vediamo da te Tae» con le mani tremolanti aprì lo sportello dell'auto per poi uscire fuori da essa. Subito l'aria fresca – a contatto con la sua pelle sudata – lo fece rabbrividire.

Jimin respira. Non stai andando a morire, è solo Yoongi.

«Vai Jimin, noi crediamo in te» quel piccolo incoraggiamento da parte di Taehyung accompagnato dal suo sorriso a scatolina, gli diede la spinta necessaria per affrontare la situazione di petto. Dovevano risolvere una volta per tutte, oppure le cose sarebbero solamente andate a peggiorare di giorno in giorno.

Con passo deciso si avviò verso la porta di casa sua, quando una debole presa sul suo pantalone seguita da una dolce vocina non attirò la sua attenzione.

Era Minho.

«Chimmy non ti ho dato il mio regalo di compleanno!» mormorò il pargoletto guardandolo con sguardo dolce.

Jimin a quell'uscita rimase abbastanza sorpreso: non si sarebbe mai aspettato un regalo da parte di Minho. Decise quindi di inginocchiarsi all'altezza del piccolo per guardarlo in volto «Davvero Minho? E che cosa mi hai regalato?»

Le guanciotte del nominato si tinsero un pochino all'idea di mostrare il proprio regalo al biondino «All'asilo ho fatto un disegno per te» il piccolo dondolò sui propri talloni mentre mormorava quelle parole a testa bassa per la timidezza.

«Me lo fai vedere Minho? Scommetto che sia bellissimo»

E così il pargoletto estrasse da dietro alla sua schiena un foglio tutto colorato «Siamo io, appa, TaeTae, tu e Yoongi mentre mangiamo la torta di compleanno. TaeTae mi ha dato una mano a scrivere buon compleanno, ma poi ho fatto tutto io...giurin giurello!»

Il cuore del festeggiato si sciolse alla vista di quel disegno «Tesoro, ma è bellissimo! Ora questo lo appendo a casa così tutti potranno vedere la tua fantastica opera d'arte»

E su questo Jimin non scherzava affatto: avrebbe appeso quel disegno, a costo di togliere una foto di lui e Yoongi assieme.

«Grazie mille Minho» il biondo poi si alzò da terra per dirigersi – ora più deciso che mai – verso la propria dimora.

Rainbow Teacher || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora