4.1 𝙸𝚕 𝚋𝚊𝚜𝚝𝚘𝚗𝚎

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E litigheremo
Lo faremo spesso...
E ci odieremo,
E Desidereremo starci lontani.

Ma alla fine non ci sarà secondo
che passeremo distanti.
______________________________♡

<<È tuo il bracciale?>>
Chiedo seguendolo come un cane fa con il proprio padrone, mi sforzo un sacco aumentando il passo per restargli dietro anche se non mi dà retta, infatti, continua la sua fuga verso l'infinito per sfuggire probabilmente da me!
OK ok...di sicuro non sono stata gentile con il Capitan Jack Sparrow ma io non corro contro le persone per farle cadere, o almeno "non di proposito".
Si ferma solo dopo che con una stretta ferma e decisa afferro il suo gomito e riesco a bloccarlo con me <<Ti è caduto mentre stavi giocando con il bambino>>
Giustifico il mio comportamento porgendoglielo senza smettere di sorridere sperando di poter essere perdonata, ma la sua espressione fredda e distaccata mi fa ricordare il perché non amo stare a contatto con le persone.

<<Bene.>> lo prende <<Grazie>>
Rimette al polso questo bracciale fatto a mano, è in pelle, ci sono varie perline in legno, altre in acciaio alternate ad alcune piccole di pietra.
Senza curarsene ancora, prosegue il suo cammino verso l'auto e faccio lo stesso anch'io senza trattenere la mia rabbia al sapore di delusione.

Gli ridò il bracciale e lui che fa? Mi risponde "bene, grazie"? Grazie che?
Un semplice e stupido grazie dopo che ho passato l'intera mattinata con i bambini che mi facevano le treccine e Johnny dall'altro capo della stanza che rideva di me mantenendo comunque le distanze per aver ricevuto un schiaffo in pubblic- oh... Okay, a questo punto mi vien da dire che ci è voluto un bel coraggio a dirmi grazie o anche semplicemente fermarsi ancora.

Appena spalanco lo sportello per andare via e dimenticare tutto, vedo Johnny prendere terreno con disinteresse.
<<Te ne vai così?>>
Mi fermo per guardarlo come si guarda qualcosa di eclatante, qualcosa che può accadere una sola volta nella vita...prima fa lo stronzo e ora l'uomo dolce e preoccupato? Eh no!

<<Come vuoi che me ne vada? Con l'aereo?>> Chiedo in un modo piuttosto sgarbato senza mai perdere i suoi occhi - non lo conosco da tanto, ma non mi sono sembrati stanchi e...tristi?

<<Ieri non sembravi così...>>
Continua gesticolando fino a quando non mi intrometto fra le sue parole snervanti.

<<Così come? Senti...>> chiudo gli occhi e faccio un bel respiro profondo per non mangiarmelo direttamente <<ieri sono venuta per la chitarra, niente di più.>>
Se sapevo che sarebbe successo tutto questo avrei spaccato lo strumento senza pensarci due volte.

<<Certo, ma a me non va di vederti sempre nervosa>>
"Vorresti dirmi che la tua espressione stanca è per il mio compartimento da "cattiva"?"
È questo ciò che vorrei chiedergli anche se in realtà non sono pronta a sentire un'altra risposta di disinteresse nei miei confronti, non che mi interessi è ovvio...ma non voglio lo stesso.

<<A te cosa importa?>> chiedo con tono irritato e poi continuo <<ora devo dar conto pure al mio modo di fare e come se non bastasse...per te?>>
Alzo gli occhi al cielo per mostrargli tutta la mia voglia di vivere...che è pari a zero.

<<Non per me...>>

<<Ma lasciami in pace>>
Mi butto senza ripensamenti sul sedile nero: giro la chiave, abbasso il freno a mano, schiaccio la frizione, inserisco la retromarcia e accelero pensando e sperando che questa giornata passi veloce così come si ferma l'auto...
Certo, perché il gatto che mi è appena passato davanti non è un gatto normale...poi dicono che non bisogna essere superstiziosi. Ma come si fa? Come si fa a mantenere la calma?

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora