4.3 𝙸𝚕 𝚋𝚊𝚜𝚝𝚘𝚗𝚎

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Scalza, lascio numerose impronte sulla sabbia sottile e bollente fino ad arrivare sotto una palma per posizionare all'ombra la mia tovaglia da mare.
Entro in acqua per fare compagnia ai numerosi pesciolini e ci resto fino ad avere le mani rigate e bianche, fino a sentirmi una spugna ma dannatamente meglio. Il rumore del mare, le onde, il leggero venticello, il silenzio, la tranquillità...sono tutte cose che mettono il mio cuore in pace.

Con due dita stringo le narici e faccio un salto in acqua, quando risalgo sento un leggero urlo di paura che si incrocia col mio e finisce solo quando sento la sua risata bassa.
<<Ciao>>
Saluta sorridendo.
Metto a fuoco la maestosa figura posizionando la mano destra come visiera; stupita, quasi impaurita dalla sua presenza, faccio un piccolo sobbalzo.

<<Sai che pedinare è un reato? E conta circa 5 anni>> Puntualizzo come se fossi la donna con la fedina più pulita del mondo, senza dar peso alle mie pazzie, quelle per quali davvero dovrebbero mettermi in prigione all'istante.

<<Allora mettimi dentro>>
Porta le mani davanti a sé, col polso destro su quello sinistro formando una x per ricevere le manette facendomi alzare un sopracciglio, lo lascio lì a fissarmi mentre raggiungo il mio telo.
Non credo che perda davvero tempo a nascondersi fra gli alberi con un cannocchiale per seguire ogni mio movimento - anche perché la scelta di venire qui l'ho presa 10 minuti prima di partire.
Dopo un lasso di tempo decisamente breve, troppo breve, così breve da farmi credere che sia qui solo per me, lo vedo avvicinarsi nuovamente; il suo corpo perfetto anche se senza tartaruga pronunciata è...è appunto perfetto. Ogni suo muscolo bagnato luccica al contatto col sole, per non parlare delle goccioline d'acqua che scivolano su di lui percorrendo ogni sentiero fino ad arrivare ai suoi boxer che ricordano la Scozia.
<<siamo vicini oggi, eh?>>
Si stende a pancia in giù con le braccia tatuate usate come cuscino...

<<Divertente>>
Chiudo il viso in una smorfia, un sorriso ma decisamente finto, disgustato e breve.

<<Quanti tatuaggi hai?>>
chiede prendendomi il braccio per studiarli uno per uno.

<<Circa 13>>
lo ritiro così da poterlo riutilizzare.

<<Davvero?>>

<<Anche tu ne hai un sacco>>
E a me piacciono, cazzo!!
Uno dei primi lavori che avevo pensato di intraprendere? Tatuatrice, però a settembre devo continuare con lo studio per laurearmi in legge...eh si! Si, lo so, lo so okay? Lo so.
Mi laureerò in legge e ho passato la maggior parte della mia vita a trasgredirle.

<<Già!>> si ferma per osservarne qualcuno <<il mio corpo è il mio diario e i miei tatuaggi sono la mia storia>>
Puntualizza con un piccolo sorrisino e non si rende neanche conto del potere che ha.
Non ho mai conosciuto una persona così tremendamente uguale a me, e forse è per questo che in alcuni momenti lo detesto.
<<su! Fammeli vedere>>
Fa un cenno con la testa per invitarmi a parlarne liberamente con lui. Resto per un po' ferma, nessuno ha mai chiedo di me e della mia storia iniziando dai tatuaggi...

<<O-ookay...>> con femminilità e grazia porto la gamba sinistra sulla destra e ruoto il polpaccio, <<queste rondini rappresentano la mia famiglia, è stato il mio primo tatuaggio e come puoi ben vedere sono sei, nessuna che sale verso il mio cuore, perché una alla volta hanno cambiato strada e tutte... Tutti>> riporto la gamba a terra <<sono andati via>> lo guarda passando dolcemente la mano sulla mia gamba per rigirarmi il polpaccio.
5 hanno solo il contorno e sarebbero i miei nonni e papà...coloro che mi hanno lasciato definitivamente. L'unica in nero è mia mamma, colei che ha "deciso" di lasciarmi.
<<il secondo è questo>> con l'indice tocco il braccio <<è un lupo diviso in tre parti con questa parte che... >>lo guardo <<è il mio occhio, l'occhio da selvaggia>> sogghignamo e credo di starmi perdendo dietro le goccioline che cadono dai suoi capelli ancora bagnati, dietro i suoi occhi attenti e il suo sorriso contagioso.
<<sull'avambraccio c'è un veliero nero che rappresenta la mia vita in solitudine>>

<<A breve dovrai fare qualcosa di meno tragico>>
Dice serio e vorrei rispondere, "tipo? I tuoi occhi?"
Senza dar peso alle sue parole "offensive" continuo la spiegazione.

<<A dividere l'intero braccio in due>>quindi all'altezza del gomito nella parte interna <<c'è questa linea fatta dalle fasi lunali, che segna il cambiamento>>
Dalla vita pesante, brutta e cattiva a quella un po' meno tutto ma comunque inutile.
Striscia il suo pollice sul tatuaggio in un modo talmente delicato da farmi perdere il controllo per un attimo.
<<Vi-vicino al polso ho un'ancora con un punto, che segna la razionalità e la forza che ho di restare con i piedi per terra>>

<<Tu? Piedi per terra?>>
Ride e riceve un'occhiata in grado di incenerirlo, così alza le mani per scusarsi anche se continua a ridere.

<<Sulla mano destra, fra il pollice e l'indice ho un serpente e poi...gli ultimi che ho fatto>> gli mostro la parte bassa, "bassissima" del fianco destro, alzo gli occhi al cielo quando mi rendo conto che non è il tatuaggio ciò che sta guardando, così, dolcemente, gli regolo il viso facendolo ridere <<è una farfalla, indica la libertà>>mi risiedo scuotendo la testa ripensando al momento prima
<<nell'angolo del petto>> sposto la spallina del reggiseno facendo attenzione a non creare scandali <<ho questo cuore che era dedicato a Michele, poi l'ho corretto inserendo una linea rotta all'interno e una x sopra>> un cuore spezzato che ora neanche sento <<fra i seni ho una rosa con sfondo il sole. Nel lato, un arco 🏹 con al centro la luna e per ultimo o quasi...dietro al collo ho tre sbarre con dietro trilli che simboleggia una piccola creatura costretta a vivere in trappola. Me.>>
Un altro po' la mia casa è lì. <<e su queste quattro dita c'è scritto STOP>>
Faccio un pugno orizzontale per permettergli di vederlo meglio, così lui mi mostra il suo "SLIM" corretto, che fa combaciare col mio.
Come se volesse unire le due parole.
<<lungo la colonna vertebrale ho una frase in latino "aut inveniam viam aut faciam" che significa "troverò una strada o ne farò una">>
Alzo i capelli che sono costretta a riabbassare non appena mi sento stringere il fianco...mi ributto a terra e con non poco imbarazzo lo guardo o almeno ci provo.

<<Sono già finiti?>>
Avvicina il suo volto al mio che provo a coprire per quanto è possibile con la mano sinistra e lo spingo via ridendo.
<<saresti così gentile da salvarmi la pelle?>>
Chiede una volta ritornato al suo posto mentre fruga nel il suo zainetto.

<<Non pensi di aver mancato qualcosa?>>
Chiedo iniziando a sedermi per riscaldare le mani visto che ora sono solo sudate per il sole a palla che c'è.

<<Non ho dimenticato nulla>>
Insiste cacciando la sua crema solare.

<<Le buone maniere>>
Dico mentre tiro la crema per vedere e costatare che sia buona per la sua pelle.

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora