29.𝓑𝓾𝓸𝓷 𝓬𝓸𝓶𝓹𝓵𝓮𝓪𝓷𝓷𝓸

130 11 28
                                    

È proprio la sera che tutti i pensieri e i ricordi si riuniscono ma quando resto stesa a 4 di bastone fuori, sull'erba, in una calda notte d'estate è anche peggio. Guardare la grandezza del cielo, la lontananza delle stelle, la vastità di tutto ciò che ho a km e km dalla mia testa mi fa percepire la mia piccolezza, la mia fragilità, la mia debolezza.
È come guardare in un oceano capovolto, oscuro e misterioso. Sono sola e questo per me è vita. Spesso mi dicono che vivo in solitudine, invece sento di essere sola quando sono circondata da persone. Perché siamo nello stesso mondo ma in modo diverso, io vivo nascondendomi da questo oceano scuro, tuttavia, di notte è inevitabile, lo guardo e non mi fa paura. Anzi sembra quasi che riesca a farmi fare cose impossibili, come alzare una mano e toccare le stelle, chiudere gli occhi e vedermi volare. Ma poi il cielo si schiarisce, diventa giorno e ho quasi paura che possa ricambiare lo sguardo. Cosa potrebbe vedere? Una Selvaggia che non sa mai ciò che vuole, che tratta male per il semplice gusto di non sentirsi inferiore...credo che non riuscirò mai a vedermi girare su me stessa mentre numerosi petali scendono dal cielo con in sottofondo una melodia lenta e nello stesso tempo gioiosa.

<<Selvaggia mi spieghi a che ti serve il cellulare se non rispondi mai?>> urla stringendo la staccionata mentre la ignoro <<Non sapevo come avvertiti, devi seguirmi>>
La guardo strofinandomi un occhio.

<<Berta, sai che ora è?! Te lo dico io, è tardi...comunque, anche se volessi venire con te ora non posso, sono impegnata. Non vedi?>> le indico la busta nera che ho portato fuori qualche ora fa e la mia poca voglia di alzarmi da terra <<anzi, entra dentro e stenditi con me>> ridacchio <<ti farà bene, hai tutti i capelli in aria come Marge Simpson>> Rido per la mia battuta squallida sbattendo le mani sull'erba.

<<ma ti sei drogata?>> mi giro per guardarla e mi scappa una risata malefica <<presumo di no...dovresti andare a fare una visita dallo psicologo, ne conosco uno che è fantastico...in tutti i modi, però ora dobbiamo andare, non abbiamo tempo per le queste cose. È urgente Michelle.>>
Annusice alle sue stesse parole dette con calma mentre fa un salto all'interno per tirarmi dal braccio quasi come se volesse staccarmelo.
Michelle, è esattamente quando mi chiamano in questo modo che mi sento in dovere, quasi come se lo facessero per dare più importanza alle loro parole, come il primo nome, che non uso praticamente mai.

<<parla>>
Ringhio infastidita da tutta quest'agitazione che mi sta mettendo.

<<ti ho detto che devi seguirmi. Non fare sceneggiate che adesso non servono. Stiamo perdendo solo tempo>>
Mi tira con più forza e sbuffando la seguo, si pianta per bene nella mia auto e mi constringe a guidare, io... Che sono sveglia solo dalle 10 di questa mattina ed ora è l'una, sono costretta a continuare. Volevo semplicemente osservare le stelle e guarda se una cosa così semplice serata non doveva avere con sé un pericolo. Avrei fatto prima a nascondermi e lasciar correre tutto... la mia curiosità non ha fine e se accontento la sua voglia di salvare il mondo è semplicemente per poter avere un po' di gloria.
No, in realtà il mio sesto senso su queste cose non sbaglia e ho un brutto presentimento.
........................

<<non potevi scegliere un altro posto?>> sbotto infastidita senza ricevere altro se non uno sguardo minaccioso.<<magari più illuminato>> Non mi resta altro che seguirla in questa stradina vuota e buia, piena di cicale e occhi nascosti.
Senza sapere come, perché al posto di guardare e contare i passi mi sono messa a sbirciare negli angoli più remoti in cerca di mostri o più precisamente zombie, mi ritrovo in un bar popolato solo da ubriachi che non sono poi così diversi dai mostri che stavo immaginando di trovare. Certo, non sono verdi con le ossa conficcate nel cervello ma i movimenti spenti e trabballanti sono gli stessi.

<<dobbiamo chiudere>> urla in prenda al panico un uomo vestito di tutto punto, l'unico che parla e si muove come una persona normale, quando si gira trovandomi a pochi centimetri da sé si aggiusta la giacca piena d'acqua, così come la camicia mentre il viso è sporco di torta, purtroppo sono pure costretta ad increspare le labbra per non ridergli in faccia.
<<scusami signorina. Ma dobbiamo chiudere>>
Ripete a me questa volta con più gentilezza, calma e malinconia.

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora