5.5 𝙸𝚕 𝚙𝚊𝚛𝚊𝚍𝚒𝚜𝚘

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Dopo aver cenato torniamo a casa e mi immergo nel letto per osservare lo scuro tetto di tela ascoltando il mio respiro, che è l'unica cosa udibile in questa stanza grande ma povera, e non povera di oggetti, perché qui c'è ne sono tanti e non di tre dollari.
Scendo per andare in cucina, apro il frigo.
Latte, uova, yogurt, salamini, aranciata, prosciutto, burro, coca cola, cocomero.

<<non c'è mai niente di buono>>
Lo richiudo con forza ed è strano che sia ancora in piedi.
Mi siedo con le mani che accolgono la fronte e chiudo gli occhi stanchi ma che non riescono a chiudersi per dormire, non collaborano e non riesco ad insistere.
Resto per un po' a fissare la stanza illuminata debolmente dalla luce di una candela, mi accerto di avere addosso un pantaloncino di tuta, un top e una specie di chignon e vado.
Apro la porta e mi blocco.
Una figura seduta a tavolino con la sigaretta in bocca, la mente altrove e le gambe accavallate, emana nuvole di fumo.
Poso una mano sulla porta, la chiudo in un pugno e socchiudo l'uscita per fare qualche passo verso lui.
<<Joh-Johnny?>>
Mi saluta con un cenno della testa
<<non dormi?>>
Chiedo preoccupata come se mi stessi rivolgendo a me stessa.

<<sembra che anche tu non abbia sonno>>
Fa un altro tiro chiudendo gli occhi e corrugando le sopracciglia

<<n-no...io...>> mi passo una mano fra i capelli per capire in che condizione stanno. E non ci vuole molto per capire che non sono mai stati così osceni.<<io...stavo per andare a correre>> bella questa. Selvaggia che corre. Che corre volontariamente, dico...

<<Alle 2.31?>>
Chiede curioso mentre guarda il suo orologio da polso.

<<si. C'è qualche problema? C'è chi corre alle 6 o alle 20, c'è pure chi lo fa alle 15 sotto al sole, perché non potrei farlo io, alle 2.31 del mattino?>>

<<32>>
Precisa con l'aiuto dell'indice

<<Vedi? Mi fai perdere solo tempo>>
Inizio a fare qualche passetto sul posto, tipo skip bassi, e non mi ci vuole molto per comprendere che fare sport non fa per me.

<<A che serve correre? Sentiamo un po'>>
Si sporge verso me intento a sentire la risposta studiata che darò.

<<A...perdere tem->> alzo gli occhi al cielo <<a perdere calorie>> Ovvio. A che serve una corsetta...?

<<Certo, in una notte credi di farcela?>>
Chiede sfidandomi

<<Mi stai dando della cioccotella?>>
punto il dito minacciosamente.

<<No! Questo lo stai dicendo tu>>
Ride mentre guarda ancora la mia aria incredula, arrabbiata e che però a lui fa ridere.

<<Io sto solo dicendo che...io>> abbasso le braccia sfinita, visto che stavo provando a fare qualche altro passo a caso. <<lascia perdere>> marco un sacco queste ultime due parole prima di girarmi per andare via.

Sbatto contro il suo petto, che dopo aver fatto uno sbuffo, ha stretto il mio gomito e mi ha girata come se non avessi peso né controllo di me.
Alzo il viso verso lui, mentre sento accarezzarmi la collottola per poi da lì salire e immergersi fin dentro i capelli, non prima di averli sciolti.
Mi si ferma il cuore e credo di non riuscire a capire più nulla. Come può una semplice mossa del genere mandarmi in confusione?
Mi lascia dopo aver letto nella mia anima, e per poco non cadevo all'indietro.

<<che fai? Non vieni?>>
Chiede senza girarsi e sono sicura che lo fa solo per non mostrare il suo sorrisino da stronzo per avermi fatta squagliare fra le sue braccia.

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora