7.4 𝙻𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚙𝚊𝚞𝚛𝚊 𝚑𝚊 𝚒𝚕 𝚝𝚞𝚘 𝚗𝚘𝚖𝚎

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Entro nel camerino, dove finalmente posso trovare un po' di pace, qui sto bene, è un posto piccolo, dove oltre me e il mio riflesso non c'è altro.

Mi studio per capire ciò che voglio, e non voglio altro che riandare a casa o in ospedale dai miei bimbi, a volte non mi rendo neanche conto di quello che ho fra le mani ma ora che le guardo noto tante ferite, alcune profonde ed altre ormai cicatrizzate, tutti i loro sorrisi mi aiutano, vedere qualcuno che veramente mi vuole bene, che appena sente il mio campanellino corre per darmi un abbraccio, è il mio sogno e a piccoli passi sta diventando realtà.

Dopo che anche Maria Grazia ha acconsentito a questo vestito, si parte per andare nella casetta di legno dove ad aspettarmi ci sono un bel po' di persone. Saluto tutti e arrivo sulla scena.

Johnny è già nel letto con solo un lenzuolo a coprirlo, Jean-Baptiste non ha fatto altro che ripetere di stare attenta al gioiello del mio "amante" ricevendo come risposta solo espressioni di disgusto anche se dentro me c'era tutt'altro!

Mi arrotolo in una coperta dopo essermi spogliata (ovviamente in un posto isolato), ritorno da loro e senza guardarlo alzo il lenzuolo, mi stendo, tiro la coperta che ho usato per nascondermi e la dono con tristezza a Christi che è sempre pronta ad aiutarmi, un giorno di questi le farò trovare la sua statua in cortile.
Mi metto il più lontano possibile dal corpo di Johnny, o almeno resto lì fino a che non ricevo un richiamo dallo scenografo.
<<Più vicini>> E non so perché ma lo sapevo! Guardo Johnny, la distanza che ci separa e stringo ancora di più il velo(si, perché un lenzuolo fatto bene, dovrebbe essere una coperta imbottita)

<<Non ti mangio mica?!>> Sorride e allunga un braccio per farmi avvicinare a lui. Con tanta incertezza afferro le dita di Johnny che senza perdere tempo mi butta su di lui.

<<JOHNNY!>>
Lo rimprovero per la troppa forza messa, e lui ride portando quando più indietro è possibile la sua nuca.

<<Federica, vai ad aggiustare le lenzuola, mi raccomando: Johnny coperto fino al girovita, Selvaggia dal seno a poco sopra le ginocchia. Metti il viso sul suo petto ed anche la mano. Ovviamente le gambe una sull'altra, fate come se fosse fidanzati. Okay? Non vergognatevi>>
Ci guardiamo, faccio come mi ha detto. Lascio che la mia guancia destra tocchi il suo petto mentre la mano sinistra il suo ventre destro. Il suo braccio sinistro mi fa da cuscino, posa la mano sul mio volto che prima delle riprese, stuzzica ininterrottamente, nonostante i continui schiaffetti che davo come risposta.
Lo guardo provando ad alzare solo le pupille verso lui, ed è così che sento ogni parte di me diventare flocida. Quando sono così vicina al suo corpo, lo desidero tanto, nello stesso tempo mi sento stranamente protetta.

<<Selvaggia>>
Johnny! La sua voce bassa, calma, quasi come se stesse sussurrando, mi procura brividi ovunque e non capisco come sia possibile che in così pochi giorni, riesca ad avere questo strano potere su di me.
<<Dove andresti se potessi?>>
Chiede intromettendosi fra le tante voci che compongono questa stanza.
Lo guardo perplessa.
Andrei...di sicuro a casa.

<<Cosa?>>
Chiedo per cercare di prendere tempo e un'idea migliore.

<<Dai, dimmi un luogo>>

<<Be'->>

<<Pronti?>>

0.47
Viene inquadrato il letto con i nostri corpi intrecciati, addormentati e parzialmente nudi.
Mi alzo sfilando il lenzuolo, lo porto con me fino al mobile interessato, dove dallo specchio, viene inquadrato anche il petto di Johnny.
Apro piano il cassetto di legno, prendo il profumo che ha la forma di un cuore, lo porto all'altezza del viso e sorrido.
0.56 "never" esclamo come risposta all'affermazione fatta da Johnny la sera prima "you are mine", ne spruzzo una goccia sul mio collo.
Lascio che il lenzuolo cada a terra, accarezzando dolcemente tutte le mie forme femminili, al suo posto, indosso l'abito bianco, il cappello e gli occhiali. Mi inquadrano il viso, mi fermo all'uscita, metto una mano sulla parete per voltare metà busto verso Johnny, lo guardo, si sveglia, mi guarda, sorrido e lo lascio lì, a fissare, a morire, a vedere la sua donna scappare via.
Inquadrano l'auto rossa scoperta con accanto il leopardo seduto, poi, mentre cammina accarezzando con la testa i fari e come scena finale, io e il leopardo siamo in macchia per ritornare nel nostro habitat, la foresta.
1.00 pronuncio con voce profonda e sexy "impossible-dior" lanciando il cappello che va a coprire la telecamera.

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora