7.1 𝙻𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚙𝚊𝚞𝚛𝚊 𝚑𝚊 𝚒𝚕 𝚝𝚞𝚘 𝚗𝚘𝚖𝚎

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Scappo da ciò che sento...
Ciò che è più grande di me.
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<<Alzati, che farai tardi>>
Devo dire che i risvegli di Christi non mi sono mancati per nulla. Si intromette sempre nella parte più bella del sogno.
Non capisce che ho i miei tempi e non posso adeguarmi ai suoi. È tecnicamente impossibile, iniziando dal semplice fatto che io, sono io, e lei, è lei.
Mi rigiro dall'altro lato, ancora intontita, ignorandola di striscio. Ma dopo qualche minuto, usato per rientrare nel sogno, rieccola che mi strattona senza pietà obbligandomi ad alzarmi.
Per non continuare ad ascoltare le sue lamentele che riguardano i miei risvegli, corro in bagno e la lascio sfogare con i peluche mentre aggiusta il letto al posto mio.
Ci tengo a precisare che nessuno glielo ha chiesto.

Oltre la mia faccia cadaverica, i capelli arruffati, le occhiaie, le labbra screpolate, il pigiama distrutto e il mal di testa continuo, un picchio nel cervello, devo dire, che è tutto sotto controllo. Mi risistemo velocemente, rendendomi quanto meno presentabile, appoggio l'orecchio alla porta per sentire se Christi si è ripresa e poi esco.
Scendo in cucina e non riesco a capire come fanno le mie gambe a reggere il peso di 53 kg ogni giorno. Mi siedo a tavola per osservare distrattamente le figure in TV, praticamente, dalle immagini proiettate: una lampa di fuoco enorme e persone che scappano, mi verrebbe da dire che si tratta di un TG, peggio dei film che giro io. Oltre a guardare il televisore, da grande donna quale sono...so fare due cose contemporaneamente, mangio una fettina di crostata, che presumo sia stata fatta da Christi, altrimenti la sua sveglia alle 7 del mattino, quindi ben 4 ore prima della mia, non si spiega.
Questa calma apparente, nessun suono, nessuna voce se non quella del giornalista, né un soffio di vento, mi sembra quasi irrealistico quanto bello e mi viene l'ansia a pensare di poter distruggere tutto, dando un solo morso a questa fettina...ma, di sicuro non posso stare un'altra ora senza mangiare. Come ieri, ho dovuto sopportare il peso della mia vita con un cornetto. Uno, uno soltanto per l'intera giornata e nessuno si è preoccupato per me. Oggi sarà diverso. Taglio già un'altra fetta così nessuno può togliermela e la mordo pure, poi continuo a mangiare la prima, che è ancora parzialmente intera.

<<Selvaggia>>
Faccio un salto enorme, lasciando le due fette sul tavolo e stringendo i pugni così come i denti per non urlare.

<<Christi, dimmi!>>
Esclamo con tono isterico a denti stretti, mi giro e vede la mia espressione da killer che riesco velocemente a tramutare in un sorriso, non meno inquietante.

<<Devi andare, cosa aspetti per vestirti decentemente?>>
Chiede mentre sciacqua due tazzine, che erano già nel lavello, ciò significa che qualcuno è andato via, a meno che Christi non abbia bevuto tanto caffè da sola per tenersi sveglia. Non è difficile come cosa dato che si alza sempre presto e questa strana bevanda mette un sacco di energia.

<<Ora vado>>
Mi alzo di scatto e lascio le mani per un po' sul tavolo, con la testa china e gli occhi strizzati.
Addio cibo!
Dopo di che, raggiungo nuovamente la mia stanza. Mi siedo e istintivamente mi stendo per guardare le tende che mi fanno da soffitto.
Qual è il mio problema?
Ecco! Questa è la prima domanda che mi pongo quest'oggi. È scientificamente provato che una persona sveglia da poco, non connette ancora con il mondo esterno se non prova prima a parlare fra sé (in realtà...non c'è scritto da nessuna parte, basta un po' di fiducia. In me, ovviamente)
Qual è?
Nessuno!

Dopo essere arrivata a questa conclusione, che mi sembra l'unica sensata e l'unica che potrebbe non buttarmi giù, mi do forza.
Appena metto i piedi a terra, mi dirigo alla finestra e tiro su le serrande rigorosamente bianche come l'intera casa e lascio che il sole si appropri di me mettendomi il buon umore. Non voglio neanche chiedermi per quanto altro ancora durerà perché già so che finirà!

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora