33.𝓒𝓱𝓮 𝓭𝓲𝓼𝓪𝓼𝓽𝓻𝓸!🎈

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Giro con calma la chiave nella serratura ed entro in un nuovo mondo, il mio, quello fatto semplicemente da letto, TV e pop corn.
Lascio la borsa sul tavolo per poi fare un salto sul divano così da poter rilassare ogni muscolo che sono costretta a sopportare.
Vorrei fare fare tante cose eppure ora, ora che sono completamente spiaccicata su questa nuvola solida non posso far altro che abbandonarmi ad essa. Prendo il cellulare e richiamo Christi, che ovviamente...non risponde e se crede che io mi alzerò da qui per andare da lei a scusarmi si sbag- no, non si sbaglia per niente.
Lei è la mia manager, sono io che non volevo più fare foto e come minimo mi aspettavo un po' di comprensione, essendo il suo lavoro speravo che mi trovasse dell'altro e invece è rimasta con le mani in mano. Ma tu vedi se è normale tutto quello che mi succede.
A malincuore, malavoglia, svogliatamente e così via...mi alzo da questo che sarebbe dovuto essere il mio posto, il mio mondo, la mia felicità e gioia.
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Dopo aver avuto la prima breve conversazione con Carmen per farmi aprire le porte, corro all'interno per fermare quelle dell'ascensore che si stanno già chiudendo.
<<ehi no. No-nononono aspettami>> ci manca così poco tanto da sbatterci le mani vicino più volte <<stronzo>> e non ricevere nulla...potrei fare le scale ma sono vietate dopo del tempo passato ad oziare sul divano. Mi allontano per guardarle imprecando coloratamente e stranamente si riaprono, le buone maniere funzionano sempre...facendomi rilasciare un sospiro di sollievo. Faccio un passo così da potermi ritrovare all'interno, dove malauguratamente c'è il solo ed unico. JOHNNY.
Ora vorrei che non si fossero più aperte, era un segno, forse avrei dovuto prendere le scale perché improvvisamente l'aria sta diventando pesante e inoltre fa molto caldo... caldissimo

<<mi hai chiamato stronzo?>>
Chiede mantenendo il suo posto sporgendosi semplicemente con la testa.

<<cosa?>> lo fisso per alcuni secondi <<non credo...>> e mi allontano ricordando che ieri, dopo la serata, gli ho espressamente chiesto di non farsi più vedere ma il destino è bastardo, oltre che vicino, addirittura fratello della manager.
<<ho comprato un peluche per Matteo>>
Dico con nonchalance evitando il suo sguardo.

<<hai comprato un peluche?>>
Domanda girandosi complimente verso di me, il che fa sembrare le cose più difficili del previsto, speravo che così dicendo se ne fosse andato all'istante, speravo che si fosse dissolto in una nuvola di fumo e invece ha pure voglia di continuare a provocare.

<<si. Ho comprato un peluche... Per Matteo>> mi sorride <<ah. Sto guarendo. Quindi non guardarmi così>> parlo con leggerezza mascherando bene l'ansia che la sua vicinanza ancora produce richiudendo le porte per non aver ancora finito il discorso. <<mai più>>

<<così come?>> chiede accennando un sorriso sadico mentre non scolla i suoi occhi da me neanche per sbaglio, per migliorare la situazione che si sta creando capisco che devo agire io, non riesco a sostenere la sua presenza per questo non mi resta altro che chiuderli per un po' così da pensarmi sola...passerà più velocemente se non lo vedo e dovrei tapparmi anche il naso per il suo profumo... Odio essere mandata fuori di testa anche semplicemente da qualcosa di invisibile.

<<così.>> sbuffo riaprendoli sapendo che è tutto inutile, lui è qui ed io sono con lui <<Ti ho dimenticato.>>
si avvicina facendomi deglutire mentre porto una mano sul cuore che fra un po' esplode...caldo, fa davvero caldo, maledette scatolette senza aria.

<<beh...anch'io>>
Lo fisso smarrita e paralizzata, sorridendo fa un passo per uscire, lo tiro indietro e con rabbia richiudo le porte

<<davvero?>>
Ringhio riportando il dito con gli altri per formare un pugno...pronta a scagliarlo ovunque.

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora