5.1 𝙸𝚕 𝚙𝚊𝚛𝚊𝚍𝚒𝚜𝚘

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Essere forti,
A volte,
È solo un modo per sentirsi meno deboli
______________________________♡

La sua ultima parola è stata il mio nome, e le prime:
<<Non arrabbiarti>>
Con un pugno strofino l'occhio che ancora brucia e per aprirli entrambi ci metto un po',  sicuramente meno del tempo che impiego semplicemente per mettere a fuoco Johnny.

<<Perché dovrei arr->>
ricordo improvvisamente che non ricordo assolutamente nulla! Luci, suoni e dopodiché...una caduta così pesante da farmi risvegliare in una stanza che effettivamente non conosco.
Non trovando la forza di cui necessito, alzo solo metà busto lasciando l'avambraccio poggiato sul materasso, la prima cosa che riconosco è un lampadario ingombrante color oro, subito dopo passo al grande armadio bianco come le pareti, ci sono tre quadri che raffigurano palme, la luce si fa spazio dall'enorme finestra aperta e improvvisamente un bicchiere si insinua proprio davanti ai miei occhi impedendomi di studiare altro.

<<Hai sete?>>
Chiede una donna con tono preoccupato, inizialmente, non nego di essermi presa paura, mi è sembrata una dottoressa per via   del camice bianco (se questa è moda, allora io non ci capisco nulla!) poi, guardandola attentamente, mi rendo conto che si tratta di Christi, la mia manager, nonché sorella di Johnny Depp.

<<Dove siamo?>> salto dal letto per raggiungere la finestra, ovviamente non dopo essermi quasi slogata la caviglia.
Diciamo che non uso le gambe da un bel po' e di questa cosa ne risento un sacco.
Stringo la tenda bianca fra la mano, un po' per non ritrovarmi a terra, un po' per darmi forza per ciò che credo siano allucinazioni realistiche: non posso non notare una distesa immensa di sabbia quasi bianca, in lontanzana c'è mare azzurro, è calmo, infinito, qui non si vede neanche una persona se non si contano Johnny seduto sulla poltrona con la testa fra le mani mantenute dalle braccia che poggiano i gomiti sulle cosce e Christi che deglutisce preoccupata avendo ancora in mano quel bicchiere tremante <<sembra che voi abbiate paura...ALLORA?>> chiedo fuori di me facendo scivolare volontariamente una mano sul mobiletto al mio fianco per spingere con tutta la forza che ho la prima cosa che vedo, e quindi, un vaso che non oso immaginare di quale valore sia — di certo meno della mia felicità.

Johnny sbuffa, si alza e prova a tranquillizzarmi bloccandomi le mani, mi guarda per qualche secondo senza emozioni, semplicemente mi guarda, il suo sguardo a poco cambia mostrandomi una sorte di sorriso soddisfatto: <<benvenuta ai Caraibi!>>
Esclama parlando e allargando le braccia a mo' di Jack Sparrow, probabilmente sperando di ricevere una reazione del tipo :
"wow! Non ci credoooo! Sposamiii" più un abbraccio da Koala e feste interminabili.

Sorride ancora come se fosse il paradiso mentre lo guardo basita con occhi tanto grandi quanto vuoti <<Ai...Caraibi?>> do un'altra occhiata furtiva alla sabbia <<ma voi siete pazzi!>> con passi veloci vado su e giù per la stanza <<Voi siete pazzi. Voi...>> punto l'indice spostandolo da lei a lui e da lui a lei <<Voi non vi rendete neanche conto di...di...>> mi fermo dinanzi a Christi aggiungendo al verso di incredulità e stanchezza la mia rabbia: <<Mi avete portata qui senza dirmi niente!>>
Posa il bicchiere che aveva ancora stretto, porta le mani sulle mie spalle per massaggiarmele come se così svanisse la tensione. Il problema non è che sono qui, il problema è che sono stata portata in questo posto da "morta".

<<Non ho avuto tempo di avvertirti, dovevo preparare alcune cose.>>

<<Quanti giorni sono passati? 5? E in 5 giorni vorresti farmi credere che non hai trovato tempo di inviarmi un messaggio? Chiamarmi? Mandarmi un e-mail, un Fax, una lettera? Qualsiasi fottutissima cosa con su scritto "senti, dobbiamo andare ai Caraibi"?>> abbassa lo sguardo sentendosi colpevole, sbuffo e riprendo con calma <<...perché sono qui? Tu sei la mia manager, non me. E questo non significa che devi prendere tutte le decisioni al mio posto.>> Le volto le spalle per mostrare il mio disprezzo nei loro confronti.

<<Sei stata scelta per uno spot pubblicitario.>> Mi rigiro con più curiosità ma non meno rabbia <<per un profumo. Dior>>

<Dior?>>
Chiedo, più che per ricevere una risposta, per convincermi, invece, che sia una buona idea restare, ma no! Non ci riesco. Ho tantissimi pro che equivalgono agli stessi contro +1

<<si>>
Sorride pensando di aver risolto tutto, nonostante mi conosca da un bel po' non ha ancora capito che se sono arrabbiata non voglio vedere persone felici, sorrisi e quant'altro, non fa altro che accentuare la mia vita in bianco e nero.
Questa idea geniale, sarebbe stata tale solo se me lo avesse detto circa 20 giorni fa.
Se non prima.

<<E perché non me lo hai detto prima?>> 

<<Avevo chiesto a...>> manda un'occhiataccia al fratello <<avevo chiesto a Johnny di annunciartelo>> Mi giro di scatto verso lui che da avere le unghie in bocca passa a coprirsi nervosamente e completamente il volto.

<<be'?>> incrocio le braccia sperando che abbia una scusa studiata e che sia abbastanza per farmi rimanere.

Abbassa le mani quando si rende conto che non può sfuggire, è sotto mirino e una parola sbagliata potrebbe voler dire "addio" <<Volevo farti una sorpresa.>> la sua aria dolce e preoccupata diventa fredda e superiore iniziando da uno sbuffo secco, si alza e muove nervosamente i suoi arti <<Ma non immaginavo che avresti bevuto così tanto da perdere i sensi.>>
NEANCHE IO!
Ma ammettere una cosa del genere sarebbe troppo.

<<Ah! Quindi ora sarebbe colpa mia?!>> rido istericamente mentre guardo il soffitto <<certo>> Mi dirigo all'armadio per prendere i vestiti e fare la valigia così da  tornare a casa. Con mia sorpresa è pieno, si, ma di vestiti che non sono miei, guardo il mio, rosso, che ancora indosso, è rovinato, sporco e con più pieghe di ieri, chiudo le ante dell'armadio, li guardo, Christi svuota il bicchiere manco servisse a poter tornare indietro, Johnny, invece, è di spalle per guardare il mare ed io mi dirigo fuori per volermi dissolvere nell'aria.

Non posso restare qui.

Avrebbero dovuto dirmelo, avrei dovuto preparami psicologicamente a non vedere la casa di Michele, a non vederlo neanche con la sua fidanzata, a...a passare le giornate e a condividere la casa con...JOHNNY!

Ma poi...cosa avevano messo in quei drink? Come ho fatto ad arrivare fin qui senza sentire assolutamente nulla? Quanto cazzo ho dormito?

Dopo una lunga corsa senza trovare acqua potabile, cibo che non fossero foglie, o la mia auto per scappare via, mi stendo a terra priva di forze. Può davvero farmi così male restare per un po' ai Caraibi? In fondo si tratta solo di una pubblicità, poi tornerò a casa. Perché? È questo il mio problema? Davvero sono arrabbiata per essermi ritrovata semplicemente in uno dei posti più belli al mondo? Sono seria?

<<Oh! tesoro>>
Sento una vocina dispiaciuta e debole.
Apro gli occhi piano per non perdere direttamente la vista col sole che mi ritrovo a dover sopportare.

<<Christi, per favore, va via>>
La supplico per non voler continuare a litigare, non con lei che ha provato a fare tutto questo per me, non con lei che non ha fatto altro che il suo lavoro anche se ingigantito — Così tanto ingigantito da prendere il mio posto.

<<Ascolta, so che avrei dovuto dirtelo io, ma non pensavo che quel defi-...che anche mio fratello avesse pensato di non avvertirti. Posso assicurarti che resteremo due-tre giorni, al massimo quattro e poi torneremo a casa>> sbuffo pensando che è tutto estremamente bello, neanche nei miei sogni ci sono posti del genere: l'aria è calda, il rumore dell'acqua rilassante, la solitudine tremendamente affascinante.
Ma parliamoci chiaro...chi ritornerebbe a casa dopo aver visto un posto del genere?
Che poi penso positivamente solo dopo aver combinato guai, solo dopo l'esplosione, ci penso sempre dopo, al male che potrebbe causare una bomba...

<<Tuo fratello è strano>>
Anche se non mi copro la bocca è esattamente ciò che vorrei fare.
Purtroppo mi è scappata mentre ripensavo a tutto ciò che fa per non farmi innervosire ricevendo sempre e comunque l'effetto contrario.

<<Ah/eh allooora? Di che ti preoccupi? È tutto apposto>> ride mentre mi allunga una mano per aiutare ad alzarmi, la stringo e salgo con il suo aiuto scaricando il peso sulla mano sinistra che spinge la sabbia.
<<Dobbiamo andare. Johnny ci accompagnerà dagli altri, devo presentarti la truccatrice, il regista, la stilista e... e tutto ciò che devi conoscere.>>

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora