3.1 𝚄𝚗 𝚙𝚘' 𝚍𝚒 𝚖𝚎. 𝚄𝚗𝚊 𝚟𝚒𝚝𝚊 𝚙𝚛𝚒𝚖𝚊

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Il passato non può definire chi sei,
non quando ad ogni passo
aggiungi un pezzo di colore.
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Una donna tenera, dolce, una signora anziana che riesco quasi a definire la nonna che non ho mai avuto. Capelli bianchi e corti, occhi grandi, profondi, azzurri, che nonostante l'età non smettono mai di brillare.

Nonna Greta.

È sempre allegra e quel sorriso dolce non scompare neanche vedendo il buio totale che si avvicina a lei.
Da quando la conosco, e quindi da 2 anni poco più, (esattamente da quando ho deciso che vivere da sola, da quando ho capito che senza una madre comunque assente sarei stata felice e più o meno così è stato), non l'ho mai e dico mai, sentita parlare male di qualcuno. Ed è strano, visto che conosce storie, fatti e misfatti di tutti.

Lavoratrice fin dalla più tenera età ed ora che ne ha 82 sembra ancora più arzilla. Ogni giorno la intravedo lavorare nella terra: ed oggi non ha eccezione.

Quelle poche volte che si trova sola, senza le sue amiche che vanno a prendere il caffè, mi piace prendere il loro posto:
<<Buongiorno nonna Greta>>
La saluto calorosamente con l'aiuto della mano.
Diciamo che questa signora molto ma molto più grande di me, mi fa da amica, da nonna e da mamma. Per qualsiasi problema so che lei ci sarà anche se ovviamente non posso pretendere di scatenarmi, o di uscire con lei il sabato sera per fumare spinelli.

<<Selvaggia>> mette con grazia il suo gomito sul bastone della zappa <<tutto bene?>> Chiede asciugando il sudore della fatica.

<<Si, spero anche voi. Vi ho portato una cosa...>>
Faccio qualche passo, salgo con attenzione il gradino pieno di erba e pietre.

<<attenta, ferma. Ora entriamo dentro>>

Mi fa strada nella sua casetta, ben diversa dalla mia. È una specie di baita non molto grande, interamente in legno, si può vedere una grande finestra dalla quale entra la luce, ci sono un sacco di ricami e disegni incisi sulla parete, posizionato generosamente sul divano in pelle c'è un gomitolo di lana collegato a una maglia ancora incompleta.
Alle pareti vi sono numerosi quadri che rappresentano lei e il suo ormai defunto marito, erano una coppia molto affiatata, ricordo la loro storia a memoria - Ogni volta che me la raccontava non dimenticava neanche il dettaglio più imbarazzante, ed è per questo che l'ascoltavo e continuo ad ascoltare con piacere.

<<Non avevo di meglio da fare!>>
Esclamo mentre gli porgo il dolce al cioccolato fatto apposta per lei.

<<oh mia cara>> porta con gioia le mani tremanti davanti alla bocca e guarda il cibo esattamente come me, con occhi a cuore. Forse non lo fa proprio per l'appetito, ma io si. <<resta a mangiare da me. Te ne sarei davvero grata>>
Porta il cibo sulla mensola di marmo che si trova vicinissima ai fornelli e spegne la fiammella che evidentemente aveva già acceso prima di uscire in giardino per lavorare.
Scola la pasta e dopo aver fatto due bei piatti di spaghetti con la salsa, li porta a tavola.

Con un leggero movimento circolare della forchetta mentre chiudo gli occhi, le faccio capire la bontà del piatto!
<<ormai questa è la specialità della casa>>
Arrotola qualche spaghetto alla sua posata grazie all'aiuto del cucchiaio.

<<credo di dover prendere lezioni private, allora>>
Ridacchio, ma davvero mi servirebbe.

<<non credo>>

<<giuro! So fare solo i dolci>>
Certo, per la pasta me la cavo, soprattutto quando devo solo metterla nel microonde, però quando preparo i dolci non c'è nessuno che può paragonarsi.

<<mica male! Almeno Michele sarà felice>>
Il suo sorriso scompare non appena vede in me una sorta di malinconia, resa molto più evidente dalla caduta della posata nel piatto <<scusami>> con voce tremante più del solito stringe la mia mano che è ferma, bloccata e incollata sulla tovaglia verde.

Deglutisco come se volessi buttare giù un boccone amaro, e accenno un sorriso per poter sussurrare: <<non preoccupatevi, capita, anche a me succede di apparecchiare per due...>>

<<non doveva capitare>>
Lei sa tutto della nostra storia, dalle litigate al quasi matrimonio. Sa che per lui avrei fatto di tutto e ancora oggi sento Michele come l'unico ragazzo perfetto per me.
A volte dimentica che però il noi di una volta non c'è più e spesso lo dimentico anch'io.

<<no, davvero, è tutt'okay>>
Sorrido per rassicurarla.

<<bambina mia...ah,bambina mia. Puoi fregare tutti, persino il tuo cuore...ma non me.>> scuote l'indice prima di alzarsi per portare il dolce, ed è così che mi ritorna quella specie di felicità.
Perché il primo è pasta, ma il dessert è dessert.

<<dai! Dai! Com'è?>>
La guardo incrociando le mani e sporgendomi verso lei con aria curiosa e speranzosa.
<<allora?>>
Insisto con più forza. Non può non pacierle.

<<è fantastico!>>
Dice per poi continuare ad inforcare altri pezzi, l'uno dopo l'altro. Resto con nonna Greta fino alle 15.00, quindi solo dopo averla aiutata a pulire la cucina, dopo una bella chiacchierata riguardante il cibo, la mia vita da attrice e scrittrice, gli animali e il cielo, vado via.

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora