Il passato non può definire chi sei,
non quando ad ogni passo
aggiungi un pezzo di colore.
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Una donna tenera, dolce, una signora anziana che riesco quasi a definire la nonna che non ho mai avuto. Capelli bianchi e corti, occhi grandi, profondi, azzurri, che nonostante l'età non smettono mai di brillare.
Nonna Greta.
È sempre allegra e quel sorriso dolce non scompare neanche vedendo il buio totale che si avvicina a lei.
Da quando la conosco, e quindi da 2 anni poco più, (esattamente da quando ho deciso che vivere da sola, da quando ho capito che senza una madre comunque assente sarei stata felice e più o meno così è stato), non l'ho mai e dico mai, sentita parlare male di qualcuno. Ed è strano, visto che conosce storie, fatti e misfatti di tutti.
Lavoratrice fin dalla più tenera età ed ora che ne ha 82 sembra ancora più arzilla. Ogni giorno la intravedo lavorare nella terra: ed oggi non ha eccezione.
Quelle poche volte che si trova sola, senza le sue amiche che vanno a prendere il caffè, mi piace prendere il loro posto:
<<Buongiorno nonna Greta>>
La saluto calorosamente con l'aiuto della mano.
Diciamo che questa signora molto ma molto più grande di me, mi fa da amica, da nonna e da mamma. Per qualsiasi problema so che lei ci sarà anche se ovviamente non posso pretendere di scatenarmi, o di uscire con lei il sabato sera per fumare spinelli.
<<Selvaggia>> mette con grazia il suo gomito sul bastone della zappa <<tutto bene?>> Chiede asciugando il sudore della fatica.
<<Si, spero anche voi. Vi ho portato una cosa...>>
Faccio qualche passo, salgo con attenzione il gradino pieno di erba e pietre.
<<attenta, ferma. Ora entriamo dentro>>
Mi fa strada nella sua casetta, ben diversa dalla mia. È una specie di baita non molto grande, interamente in legno, si può vedere una grande finestra dalla quale entra la luce, ci sono un sacco di ricami e disegni incisi sulla parete, posizionato generosamente sul divano in pelle c'è un gomitolo di lana collegato a una maglia ancora incompleta.
Alle pareti vi sono numerosi quadri che rappresentano lei e il suo ormai defunto marito, erano una coppia molto affiatata, ricordo la loro storia a memoria - Ogni volta che me la raccontava non dimenticava neanche il dettaglio più imbarazzante, ed è per questo che l'ascoltavo e continuo ad ascoltare con piacere.
<<Non avevo di meglio da fare!>>
Esclamo mentre gli porgo il dolce al cioccolato fatto apposta per lei.
<<oh mia cara>> porta con gioia le mani tremanti davanti alla bocca e guarda il cibo esattamente come me, con occhi a cuore. Forse non lo fa proprio per l'appetito, ma io si. <<resta a mangiare da me. Te ne sarei davvero grata>>
Porta il cibo sulla mensola di marmo che si trova vicinissima ai fornelli e spegne la fiammella che evidentemente aveva già acceso prima di uscire in giardino per lavorare.
Scola la pasta e dopo aver fatto due bei piatti di spaghetti con la salsa, li porta a tavola.
Con un leggero movimento circolare della forchetta mentre chiudo gli occhi, le faccio capire la bontà del piatto!
<<ormai questa è la specialità della casa>>
Arrotola qualche spaghetto alla sua posata grazie all'aiuto del cucchiaio.
<<credo di dover prendere lezioni private, allora>>
Ridacchio, ma davvero mi servirebbe.
<<non credo>>
<<giuro! So fare solo i dolci>>
Certo, per la pasta me la cavo, soprattutto quando devo solo metterla nel microonde, però quando preparo i dolci non c'è nessuno che può paragonarsi.
<<mica male! Almeno Michele sarà felice>>
Il suo sorriso scompare non appena vede in me una sorta di malinconia, resa molto più evidente dalla caduta della posata nel piatto <<scusami>> con voce tremante più del solito stringe la mia mano che è ferma, bloccata e incollata sulla tovaglia verde.
Deglutisco come se volessi buttare giù un boccone amaro, e accenno un sorriso per poter sussurrare: <<non preoccupatevi, capita, anche a me succede di apparecchiare per due...>>
<<non doveva capitare>>
Lei sa tutto della nostra storia, dalle litigate al quasi matrimonio. Sa che per lui avrei fatto di tutto e ancora oggi sento Michele come l'unico ragazzo perfetto per me.
A volte dimentica che però il noi di una volta non c'è più e spesso lo dimentico anch'io.
<<no, davvero, è tutt'okay>>
Sorrido per rassicurarla.
<<bambina mia...ah,bambina mia. Puoi fregare tutti, persino il tuo cuore...ma non me.>> scuote l'indice prima di alzarsi per portare il dolce, ed è così che mi ritorna quella specie di felicità.
Perché il primo è pasta, ma il dessert è dessert.
<<dai! Dai! Com'è?>>
La guardo incrociando le mani e sporgendomi verso lei con aria curiosa e speranzosa.
<<allora?>>
Insisto con più forza. Non può non pacierle.
<<è fantastico!>>
Dice per poi continuare ad inforcare altri pezzi, l'uno dopo l'altro. Resto con nonna Greta fino alle 15.00, quindi solo dopo averla aiutata a pulire la cucina, dopo una bella chiacchierata riguardante il cibo, la mia vita da attrice e scrittrice, gli animali e il cielo, vado via.
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𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔×
Storie d'amoreEstratto dal capitolo 23. Non importa la distanza, non importa il tempo, non interessa proprio un cazzo di nulla, lui sarà inciso per sempre sulla mia pelle. Lui...un uomo che è riuscito a cambiare totalmente la mia vita e guardarlo mi fa inumidire...
