27.𝓐𝓵𝓵𝓪 𝓭𝓮𝓻𝓲𝓿𝓪

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Chiedo perdono
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Conoscete quella sensazione di relax, zero problemi, vita felice, semplice famiglia e tanto tanto amore da dare e da ricevere? Bene...io no.
Incasinata e sempre più incasinata. Mente, cuore e occhi...un bel club di psicopatici, pensano e agiscono e mica si mettono d'accordo?! Gli occhi iniziano a luccicare, il cuore a pulsare, a chiamare, a correre e poi c'è lei...la mente, un misto di cervello, problemi, insicurezze, tormenti, cazzate e paure che mi tiene lontana da tutto e tutti. Bella merda.
Una vita facile non è mai stata per me, perché io i problemi se non li ho me li vado cercando e poi mi lamento quando sento il peso del mondo crollarmi addosso.
Così per bloccare qualsiasi cosa in una prima mattinata senza lavoro decido di rimboccarmi le maniche e di ripulire ogni scaffale, armadio, stanza e buco di questa casa.
Tenere la mente occupata in altro è semplice, basta un po' di musica e tanto, tanto, tanto movimento.
Sono sempre stata una ragazza disordinata iniziando dai pensieri per finire ai vestiti e per questo motivo mi ritrovo spesso a dover ripulire ogni sorta di angolo ritrovando persino cose che mai avevo pensato di conservare ancora, come il grembiule che mostra parti del corpo scoperte... Devo assolutamente buttarlo.
Fra una cosa e l'altra si fanno le 11 ed ho riempito 4 buste nere, quelle giganti più di me che per portarle fuori mi servirebbe la macchina con le pinze, purtroppo non ho a disposizione cose del genere e devo far affidamento solo sulle mie forze, impossibile, visto che le tiro facendole strisciare sul pavimento e l'unica cosa che posso fare è sperare di non romperle.
Asciugo la fronte con il polso e ridendo le ammiro posando le mani ai fianchi come se fossi riuscita a vincere la champion league.
Un colpo di tosse richiama la mia attenzione, piano ma tremendamente imbarazzata mi giro e quando noto una figura conosciuta indietreggio di colpo.
Questa mi sembra l'esperienza più ingiusta del mondo. Esco con abiti firmati e in giro oltre quelle palle di erba non c'è nessuno...vado a buttare la spazzatura come una zingara ed ecco che sbucano le guardie della regina, il presidente, la stilista più famosa della zona con gli occhiali sulla punta del naso e l'uomo più bello del mondo anche se in pigiama. Si, esattamente come Johnny in questo momento, pigiamino a righe blu e pantofole marrori. Mi guardo i piedi scalzi per poi salire e incontrare una maglia gigante bianca, tocco i capelli che sono legati in un qualcosa che non so definire...un qualcosa fra coda e chignon, sciolti e legati.

<<Buongiorno>>
Saluta facendomi indietreggiare ancora come se così facendo potesse evitare di guardarmi o di pensare al mio modo di vestire. Altro che modella... Sembro una di quelle ragazze che vive sotto i ponti

<<B-buongiorno...>>
Alzo timidamente una mano e perdo tempo ad osservare il suo viso ferito, pieno di carta e di scotch, non oso immaginare ciò che nasconde sotto la camicia del pigiama.
Sbuffa appena si rende conto che il nostro silenzio è dato dal mio studio approfondito.
<<tu ora entri dentro con me e ti lasci curare>>
Lo tiro dal polso anche se devo metterci più forza di quando costringo una mucca di Matteo a tornare nella cesta dei giocattoli con i tori, i maiali o gli altri amici della fattoria.
Si blocca appena sale i tre gradini bassi e spaziosi, lascio il suo gomito che stavo strizzando troppo e incrocio le braccia aspettando che il resto lo faccia da solo, invece non fa proprio un bel niente <<beh?>>

<<Mi sono già curato da solo. Non ho bisogno della mammina.>>
Dice acidamente ricevendo un'occhiata fulminante.
Si, si è curato, si è curato con un pezzi di carta e sono sicura che non abbia neanche disinfettato le ferite.
Se avessi tutti quei graffi a quest'ora sarei in ospedale con tanti di quei tubi che al costo di non essere toccata per evitare il dolore sceglierei una tomba.

<<Ma ti sei visto? Che stai facendo? Che sta succedendo nella tua vita? Perché ti stai buttando giù?>>
Chiedo con fermezza senza mai perdere la mia aria che stranamente mi fa sentire forte come un tempo.

𝑇𝑖𝑒𝑛𝑖𝑚𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑚𝑎𝑛𝑜 ×𝖇𝖊𝖋𝖔𝖗𝖊 𝖞𝖔𝖚 𝖌𝖔× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora