14.

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 Il giorno dopo pensai a come affrontare la situazione. Considerai di andarmene più lontano possibile da Damon, ma sei stata codarda e non volevo esserlo. Sono una persona orgogliosa e voglio costantemente dimostrare di essere forte abbastanza. Decisi di uscire per fare una passeggiata e davanti all'entrata di un negozio di alimentari incontrai Caroline accompagnata da una ragazza slanciata con lisci capelli castani che le ricadevano sulla schiena e occhi a mandorla color del cioccolato. Era Elena, fui molto contenta di conoscerla e facemmo quattro chiacchiere di circostanza. Era una ragazza affabile e gentile, con un gran senso dell'umorismo e con una luce furba che le brillava negli occhi. Erano lì per comprare le ultime cose per il barbecue che la zia di Elena, Jenna, aveva organizzato per quel giorno. Erano invitati anche Damon e Mason Lockwood, lo zio di Tyler. Damon aveva intenzione di sfruttare quell'occasione per smascherare Mason, eravamo sicuri che fosse lui il lupo che avevamo visto nel bosco. Mi invitarono ad andare con loro, ma più stavo lontano da Damon e meglio era, quindi declinai la loro gentile offerta.

Tornai a casa per vedere se Stefan avesse qualche idea su cosa fare di quella giornata. Non lo trovai da nessuna parte e iniziai a chiamarlo. Quella casa era talmente grande che avrei potuto cercarlo per più di un'ora. Finalmente Stefan mi raggiunse salendo le scale dello scantinato.
«Che ci facevi lì sotto?» chiesi indagatoria.
«Ero con Katherine» disse lui con nonchalance. «Lei è venuta da me e visto che noi abbiamo bisogno di risposte ho pensato di farle delle domande.»
«E l'hai rinchiusa nello scantinato, mi sembra logico» dissi sarcastica.
«Tu non la conosci» disse giustificandosi. «Lei è una manipolatrice provetta sarebbe in grado di uscire dall'inferno con il solo uso della parola.»
«Hai scoperto qualcosa?» chiesi impaziente.
«Non molto, ma ha confermato i nostri sospetti sui Lockwood. In quella famiglia c'è il gene della licantropia da secoli. Sono una famiglia fondatrice e questo significa che facevano parte del Consiglio nel 1864 e furono loro a proporre l'idea di bruciare i vampiri. Diedero a loro la colpa riguardo ai corpi mutilati che vennero trovati nel bosco, anche se erano stati i licantropi a farlo.»
«Katherine come si è salvata?» domandai.
«Ha stretto un accordo con George Lockwood in modo che inscenasse la sua morte» spiegò Stefan.
«E come lo ha convinto?» chiesi sempre più desiderosa di sapere.
«È quello che sto cercando di scoprire» disse lui sbuffando.
«Ti ha detto perché è tornata qui in città?»
«Dice che lo ha fatto per me, ma è una bugia, ho solo bisogno di più tempo per farla parlare» affermò lui.
«Posso vederla?» chiesi eccitata dalla curiosità.
«Preferirei di no, meno armi ha da usare contro di me e meglio è» ribatté duro.
«Va bene, sei hai bisogno sono in biblioteca» dissi accomodante.

Passai il pomeriggio a leggere ed annoiarmi e poi verso sera sentii la porta aprirsi e riconobbi il profumo di Elena. Andai verso di lei, ma sentii degli alti passi oltre che i miei, erano passi di scarpa con il tacco e iniziai a preoccuparmi. Arrivai nell'atrio e vidi due ragazze identiche una di fronte all'altra, l'unica differenza erano i capelli: una aveva lunghe ciocche lisce, mentre l'altra aveva boccoli perfetti che le ricadevano sulle spalle.
«Katherine!» esclamai.
Lei mi fisso con i suoi grandi occhi marroni e con voce bassa e graffiante disse: «Tu cosa ci fai qui?»
Non ebbi il tempo di risponderle che Stefan arrivò di corsa dallo scantinato e lei scappò dalla porta principale correndo.
«Stai bene?» chiese Stefan ad Elena che era visibilmente sotto shock.
«Non proprio» rispose lei respirando forte.
Si abbracciarono per darsi forza a vicenda e poi Elena mi chiese: «Katherine ti conosce?»
«No» risposi incerta. «Non ci siamo mai viste prima, non so perché chi sono» dissi preoccupata.
«Sarà un altro tassello da scoprire, ma non ti preoccupare, va pure a dormire io riaccompagno Elena a casa.»

La mattina seguente vi svegliai turbata. Il pensiero che Katherine mi conoscesse mi tormentava, non capivo come fosse possibile. Scesi al piano di sotto per andare a fare colazione in cucina e vidi Damon intento a svuotare una sacca di sangue in una tazzina da caffè.
«Buongiorno» dissi timidamente.
Lui si girò verso di me dopo aver riposto la sacca di sangue in frigo e mi fissò per qualche istante.
«Sei ancora qui?» chiese annoiato bevendo un sorso dalla tazzina. «Credevo che fossi venuta solo per aiutare Caroline.»
«Infatti» dissi avvicinandomi alla macchinetta del caffè per prepararmene un po'. «Ma la situazione non è molto tranquilla e voglio assicurarmi che tutto sia in ordine prima di ripartire.»
«Che santa che sei» mi sbeffeggiò lui.
«Com'è andato il barbecue con Mason?» chiesi per cambiare discorso.
«Male, ho cercato di ucciderlo con un coltello d'argento, ma non ha funzionato e ora lui vuole uccidere me» disse semplicemente. «Prendo atto che la questione dell'argento è solo una leggenda» concluse.
Non mi diede il tempo di ribattere e uscì dalla cucina sorpassandomi.
Ogni volta che mi rivolgeva il suo disprezzo era una pugnalata al cuore. Stefan arrivò pochi minuti dopo e gli offrì una tazza di caffè che lui accettò volentieri.
«Damon ti ha informato su Mason?» chiese appoggiando i gomiti alla penisola.
«Già, cosa hai intenzione di fare?» risposi sorseggiando il mio caffè.
«Voglio proporgli una tregua, Damon lo ha provocato senza motivo e non ci servono altri problemi in questo momento, dobbiamo concentrarci su Katherine.»
«Hai trovato qualche traccia di lei?» chiesi interessata.
«Sì, Elena ha scoperto che sta minacciando Caroline per aiutarla a separarci. Per lei controllare qualcuno è solo un gioco divertente» disse alzando gli occhi al cielo. «Se Caroline è l'unico tramite tra noi e lei dobbiamo fare in modo che non scopra che sappiamo. Oggi il sindaco ha organizzato un ritrovo cittadino e io ed Elena ci comporteremo come se avessimo litigato così Caroline lo riferirà a Katherine e noi arriveremo a lei.»
«Mi dispiace per Caroline» dissi sincera.
«La convinceremo a fare il doppio doppiogioco vedrai» disse Stefan speranzoso. «Katherine l'ha spaventata, deve solo sentirsi di nuovo protetta.»

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