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La notte di Natale è senza dubbio la più bella dell'anno. C'è uno strano silenzio fatto di mistero ed eccitazione per la mattina che sta arrivando. Sono solo poche ore, ma durante quella notte si ripongono le speranze di tutto l'anno e una gioia immensa pervade i cuori di tutti i cittadini, anche quelli più burberi. Nonostante io conosca la forma e la consistenza della magia, durante la notte di Natale si percepisce un'energia diversa: pura e incondizionata. È una notte di attesa, di grande emozione. I bambini aspettano crepitanti che Babbo Natale porti loro quello che desiderano e gli adulti sono consapevoli che i loro doni regaleranno una gioia immensa alle persone a cui sono destinati.

La notte del 24 dicembre 2012 non fu così. Erano passate le due di notte e ci stavamo tutti assopendo quando un urlo straziato squarciò quella bolla di serena attesa. Era la voce di Klaus e io mi precipitai verso la sua camera da letto. Rumori di mobili che venivano distrutti seguirono l'urlo e io corsi più veloce.
«Cosa succede?» chiesi varcando la soglia di camera sua.
Lui non si accorse subito di me. Continuava a colpire ogni mobile che incontrava, era fuori di sé.
«Klaus!» lo chiamai riuscendo finalmente ad attirare la sua attenzione. «Cosa succede?» ripetei.
Lui non rispose, iniziò a fissarmi con gli occhi pieni di lacrime, poi rivolse lo sguardo verso il letto. Mi avvicinai e di colpo mi portai le mani davanti agli occhi per lo spavento. Camille giaceva sul letto in una pozza di sangue. Non sentivo il suo cuore battere, nel panico cercai di rianimarla anche se sapevo che sarebbe stato tutto vano. Aveva la gola squarciata e il collo e il petto erano grondanti di sangue. Seguendo l'istinto cercai di bloccare la ferita con le mani cercando di fare un incantesimo curativo.
«È morta» disse Klaus con un filo di voce.
Si avvicinò anche lui e mi cinse le spalle.
«Com'è successo?» chiesi incredula.
«Non lo so. Mi sono svegliato e lei era, era...»
I singhiozzi interruppero le sue parole e io lo abbracciai stretto. Rimanemmo lì per un po' ad osservare quel corpo senza vita che una volta era una nostra amica. Ad un certo punto, però, Cami si tirò su di colpo respirando rumorosamente. Increduli ci precipitammo verso di lei che ci guardò con occhi spaventati è preoccupati.
«Cosa mi è successo?» chiese portandosi le mani sul taglio profondo che aveva sulla gola che si stava lentamente rimarginando.
«Non lo sappiamo» dissi accarezzandole la testa cercando di calmarla. «Tu ricordi qualcosa?»
«No io...»
Nei suoi occhi si presentò la verità e fu cose se qualcuno l'avesse appena presa a schiaffi.
«È stata Aurora a farmi questo. Quando mi ha rapito ha aspettato che la verbena si esaurisse dal mio organismo e mi ha soggiogata. Ho bevuto il suo sangue e mi sono uccisa!»
Aveva iniziato a tremare forsennatamente e le lacrime avevano preso il sopravvento.
«Sei in transizione» disse Klaus razionalizzando. «Se non ti nutri morirai davvero.»
«Prima di questo andiamo a fare una doccia va bene?» le chiesi con voce dolce e calma. «Poi penseremo a cosa fare.»
Presi Cami per mano e facendola alzare la accompagnai in bagno dove accesi l'acqua per farla diventare calda. Tornai da Klaus che era immobile davanti al suo letto fissando il sangue di Camille. Era tanto e quell'odore forte mi stordiva, ma cercai di ignorare gli impulsi.
«Devi dirlo ad Elijah» dissi risvegliandolo dal suo trans. «Mentre mi prendo cura di Cami pensate a cosa fare, a come rispondere a questo attacco, va bene?»
Annuì silenziosamente e senza dire altro uscì dalla stanza.
Raggiunsi Cami in bagno e l'aiutai a togliersi i vestiti intrisi di sangue. Lei continuava a piangere e io le strinsi le mani cercando di farla stare meglio.
«Vedrai che andrà tutto bene, sistemeremo tutto» dissi sincera. «Non pensare a niente, pensa solo a ripulirti, quando avrei finito io sarò qui ad aspettarti, okay?»
«Okay» disse sospirando.
Entrò nella doccia e dopo che ebbe tirato la tenda le sue lacrime si mescolarono con l'acqua che scrociava. Il sangue defluiva nello scarico e io dovetti tapparmi il naso per non impazzire. Mi lavai le mani che erano intrise di sangue e cercai di scacciare la sensazione di disgusto che mi arrivava dallo stomaco. Quando Cami ebbe finito la portai in camera mia e le prestai dei vestiti puliti, la pettinai e la accompagnai in salotto dove Elijah e Klaus ci aspettavano. Klaus prese Camille da parte e io parlai con Elijah.
«Come avete intenzione di vendicarvi?» chiesi piena di rabbia.
«Uccidendoli tutti, come sempre» rispose lui semplicemente. «Prima però dobbiamo recuperare la Serratura. La Strige ha preso anche il ciondolo di Freya, sospetto che sia stato tuo fratello a darglielo ieri sera. Quindi il tuo compito è riprendere il ciondolo e parlare assolutamente con Marcel.»
«Perché la Strige vuole Finn?» chiesi non capendo il collegamento.
«Finn ci ha sempre disprezzati e Tristan lo sa molto bene. Ieri Vincent Griffith è asceso alla reggenza e Tristan ha bisogno di un reggente che attivi la serratura. Crediamo che voglia minacciare di far tornare Finn nel corpo di Vincent se non gli dà quello che vuole. Inoltre pensiamo che Finn sarebbe lieto di finire il lavoro al posto di Vincent se lui dovesse rifiutarsi.»
«Va bene, andrò al cimitero a parlare con Vincent, anche se non credo che mi faranno entrare visto che sono stata bandita.»
«Tu provaci, e tienimi aggiornato su quello che scopri.»
«Agli ordini» dissi in tono ironico prima di uscire dalla stanza.

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