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Il mese di stava volgendo al termine e l'estate era al suo culmine. Ho sempre amato questa stagione. Il cielo è più azzurro e si possono fisicamente sentire i raggi solari che entrano in contatto con la melanina. Trovo che l'estate reda tutto più bello, comprese le persone. Sarà perché sono nata d'estate, ma durante questa stagione mi sento completa, più bella e fiera di me stessa. Purtroppo quella estate non fu bella come me l'ha aspettavo. La trascorsi cercando Stefan in lungo e in largo, non ottenendo mai nulla. Dopo più di un mese io e Damon avevamo iniziato ad arrenderci; lo sceriffo Forbes ci dava informazioni sui presunti attacchi animali, ma era sempre un vicolo cieco. Era ancora strano contare su Liz come se fosse una nostra alleata. Sapevamo che non si fidava di noi, ma Caroline era sua figlia, aveva di nuovo scoperto che era un vampiro e contro ogni aspettativa si era schierata dalla nostra parte, o per lo meno dalla sua. Stefan non c'era più e di sicuro non sarebbe tornato prima di qualche secolo. Non eravamo neanche sicuri che fosse ancora con Klaus o se fosse ancora vivo. Non volevamo neanche pensare a quella opzione, ma era comunque una possibilità.
Il giorno del compleanno di Elena, lo sceriffo ci segnalò un presunto attacco animale a Memphis in Tennessee, era il terzo in un mese in quello Stato. Una fiammella di speranza si accese in me, ma non volevo illudermi. Io e Damon andammo nella casa indicata dallo sceriffo la trovammo in disordine e con segni di lotta evidenti. Raggiungemmo il salotto e trovammo due ragazze completamente dissanguate stese sul divano. Non c'erano dubbi: era opera di Stefan. Solo lui avrebbe avuto la cura di squartarle e poi rimettere i pezzi insieme facendo finta che nulla fosse successo. Questo ci dava la certezza che fosse vivo, ma anche che aveva definitivamente perso il controllo tornando ad essere uno squartatore a tutti gli effetti. Prima di andarcene notammo che adiacente alla casa c'era una specie di stanza segreta nascosta alla strada. Entrammo e trovammo delle catene e dei collari appesi alla parete. Quelle due ragazze dovevano essere due licantropi. Questo ci confuse ancora di più e tornammo a casa con molte domande che ci frullavano in testa.
Quella sera ci sarebbe stata la festa per Elena e fummo contenti di goderci una bella serata per festeggiare i suoi diciott'anni. Era sconvolta per quello che era successo e amava talmente tanto Stefan che ne era quasi ossessionata. Per tutto quel tempo aveva cercato tracce di lui ovunque e non si era mai data per vinta. Ammiravo la sua caparbietà. Però era a pezzi. Le mancava Jenna e non voleva accettare la possibilità che Stefan non tornasse.

Nei giorni seguenti seguimmo le tracce che Stefan e Klaus avevano lasciato sulle Smoky Mountains e trovammo un accampamento di licantropi, nessuno di loro era ancora in vita. La cosa ai miei occhi non aveva senso perché non c'era motivo per ucciderli tutti. Klaus aveva sempre avuto problemi a gestire la rabbia, ma si trattava di un branco di una ventina di persone e doveva per forza esserci un motivo. Arrivai alla conclusione che Klaus non si era imbattuto in quel branco per caso, li stava cercando. Non è facile trovare un branco di licantropi se non si hanno le conoscenze giuste, Klaus era andato a Memphis per cercare qualcuno in particolare che lo aveva condotto fino al suo branco. Ma perché avrebbe dovuto trucidare tutti qui lupi? Li voleva trasformare in ibridi? Quella ricerca stava diventando un grande enigma.

Dopo diversi giorni riuscii a trovare una breccia nell'incantesimo che occultava Stefan e lo rintracciai a Chicago. Stefan si era lasciato andare come non mai in quel posto ed era possibile che Klaus volesse fare una passeggiata sul viale dei ricordi. Decisi di partire con Elena e Damon decise di accompagnarci. Lui voleva proteggerla da un'eventuale delusione, ma non era giusto lasciarla all'oscuro di tutto. Durante il viaggio Damon le fece leggere i diari di Stefan che racchiudevano tutti i ricordi che Klaus non aveva cancellato. Elena si spaventò leggendo tutte le cose terribili che Stefan aveva fatto a Chicago, ma era giusto che sapesse cosa aspettarsi. Stefan sarebbe stato irriconoscibile, lo sguardo da bravo ragazzo che l'aveva fatta innamorare non sarebbe più stato lì.
«Tu eri con lui in quel periodo?» chiese Elena indagatrice.
«Sì, eravamo insieme» affermai coincisa.
«Perché non lo hai fermato?» chiese un po' delusa.
«Perché non ero in grado di farlo. Mio fratello era appena morto e non avevo le forze di prendermi cura neanche di me stessa. Quegli anni furono bellissimi e pieni di feste, eccessi e risate. Ci vollero più di vent'anni per rimetterlo in sesto quando la festa finì» dissi ripensando al passato. «Avrei potuto fare di più dall'inizio ma ero a pezzi.»
Un silenzio raggelante calò e io mi resi conto di aver parlato con più gravità di quanto avessi voluto. Arrivammo in città ancora immersi nel silenzio e una valanga di ricordi mi cadde addosso con tutto il suo peso. Mi ricordai degli anni passati con Klaus e Stefan e mi tornò in mente Rebekah con i suoi lunghi capelli biondi e il sorriso contagioso. Era trascorso molto tempo dall'ultima volta che avevo incontrato il suo sguardo e in quel momento mi resi conto di quanto mi mancasse.
Andammo nel vecchio appartamento di Stefan e rivedere quel luogo mi emozionò. Mostrai il nascondiglio segreto di Stefan ad Elena dove teneva gli alcolici e dove scriveva il nome di ogni sua vittima. Era uno squartatore ossessivo compulsivo e usava quel metodo per mantenere il "controllo".
«C'era anche Klaus con voi?» indagò Elena.
«Sì» indugiai. «All'inizio Klaus detestava Stefan, era più spericolato di lui, ma poi iniziò a frequentarlo e imparò da lui alcuni dei suoi trucchi migliori.»
«Ma lui non ha mai parlato di Klaus prima» commentò Damon.
«Klaus lo ha soggiogato affinché lo dimenticasse» dissi sputando la verità. «Come avrai capito e una cosa che gli piace molto fare.»
«Ma perché?» chiese confusa Elena.
«A Klaus non piace avere amici» tagliai corto.
Non avevo intenzione di parlare di Mikael, non ero pronta.
Avevo bisogno di un momento e mentre Damon ad Elena cercavano un hotel in cui passare la notte, io andai al Gloria's, il mio posto sicuro. Appena entrata il suono di un contrabbasso attirò la mia attenzione e l'odore di Bourbon mi riempì le narici. Involontariamente iniziai a ondeggiare sul posto ricordando i bei vecchi tempi. Mi avvicinai al bancone e dal retro uscì Gloria in carne ed ossa. Era visibilmente invecchiata, ma visto che tecnicamente avrebbe dovuto avere più di novant'anni se li portava decisamente bene; non ne dimostrava più di sessanta. Oltre ad essere una barista eccezionale era una strega che maneggiava bene la magia e doveva aver trovato un modo per ingannare il tempo. Le chiesi se avesse incontrato Klaus e lei mi disse che aveva fatto di più, lo stava aiutando a risolvere un problema. Klaus aveva provato a creare nuovi ibridi, ma che non aveva avuto successo e quindi aveva chiesto aiuto a lei. Gloria era scaltra e soprattutto come tutte le streghe non di fidava dei vampiri. Aveva percepito il mio potere nelle vicinanze e voleva sapere il mio parere. Mi fidavo di lei e grazie alla mia magia la cosa era reciproca nonostante io fossi per metà vampiro. Io non avevo idea del motivo per cui Klaus non riuscisse a creare nuovi ibridi e le raccontai del sacrificio. Dopo aver finito il mio racconto la vidi irrigidirsi e mi mandò via sgarbatamente. Cercai di farle cambiare idea e lei mi disse che non voleva saperne nulla.

Iniziai a rimuginare sulla reazione di Gloria e giunsi ad una conclusione: le streghe non potevano permettere che una nuova specie immortale rompesse l'equilibrio da loro creato. Se Klaus avesse potuto creare altri ibridi così facilmente l'armonia sarebbe stata spazzata. Nel sacrificio doveva esserci qualcosa che faceva in modo che Klaus fosse l'unico ibrido al mondo. Lui aveva seguito le regole del sacrifico alla lettera, allora cos'era andato storto? Ci pensai e ripensai e poi mi si accese la lampadina: Elena era ancora viva. Per fare in modo che il sacrificio si compiesse correttamente Elena doveva essere morta. Di sicuro la doppelgänger era coinvolta nella creazione di altri ibridi, se Klaus avesse scoperto che Elena era ancora viva sarebbe stata la fine. Il problema era che Gloria era una strega scaltra, di sicuro sarebbe venuta a capo di quel problema e avrebbe spifferato il segreto a Klaus. Obbligai Damon di riportare Elena a casa per tenerla il più lontano possibile da Klaus mentre cercavo di contattare Stefan. Purtroppo Elena mi aveva preceduta ed era andata da Stefan mentre Damon "distraeva" Klaus rischiando di farsi uccidere. Stefan aveva allontanato Elena malamente dicendole di dimenticarlo perché non sarebbe mai tornato indietro e anche se lo avesse fatto niente sarebbe più stato come prima. In parte era vero, lui non avrebbe mai avuto lo stesso rapporto con lei dopo quello che aveva passato, ma conoscendolo aveva allontanato Elena per proteggerla da Klaus e da lui stesso.
Anche se Elena e Damon tornarono a casa io decisi di restare a Chicago per parlare con Stefan, avevo bisogno di vederlo. Dopo due giorni riuscii ad incontrarlo e fu come prendere una boccata d'aria fresca. Mi resi conto che mi ero sbagliata, non aveva spento la sua umanità, stava solamente fingendo per Klaus.
«Cosa sta escogitando Klaus?» chiesi preoccupata.
«Vuole creare altri ibridi, ma fino ad ora non ci è riuscito. I licantropi che ha provato a trasformare sono tutti morti» spiegò lui. «Siamo venuti qui per parlare con Gloria e lei ha guardato nella mente di Klaus scoprendo che gli manca un elemento che però non è riuscita a mettere a fuoco».
Non gli dissi che l'elemento mancante era Elena. In quel momento l'ignoranza era l'unica cosa che lo proteggeva.
«Non so cosa voglia fare Klaus ora, so solo che devo tenerlo lontano da Mystic Falls» affermò Stefan.
«Come stai?» chiesi dopo un momento di pausa.
Sinceramente non mi importava niente di Klaus in quel momento, volevo solo sapere che Stefan non aveva ancora toccato il fondo.
«Sopravvivo» rispose lui secco.
«Troverò un modo per tirarti fuori da questa tortura» dissi prendendogli le mani nelle mie. «Te lo prometto.»
«Proteggi Elena» disse con un filo di voce.
«Lo farò.»
Ci abbracciammo stretti dandoci forza a vicenda.
«Io ricordo» disse al mio orecchio. «Klaus ha tolto la compulsione. Perché non me lo hai mai detto?»
«C'era poco da dire» ammisi sincera. «Non eravamo persone particolarmente belle in quel periodo.»
«Lo so, ora ricordo» disse quasi sorridendo. «Dopo quella sera al Gloria's siete scappati, perché?» chiese curioso.
«Non ci piaceva rimanere nello stesso posto per tanto tempo» dissi cercando di sembrare convincente.
«Non schiavare la domanda» intimò lui. «Da cosa scappavate?»
«Io...» sospirai. «Non posso dirtelo, l'ho promesso.»
«Potrebbe essere la chiave per sconfiggere Klaus, ti prego, dimmelo» supplicò Stefan.
«No, non posso» sancì. «Non si tratta solo di Klaus, si tratta di tutti noi e non ho intenzione di parlarne ancora.»
«Va bene» disse Stefan avvilito.
«Troverò un altro modo» promisi e lo salutai affettuosamente per poi lasciarlo tornare da Klaus.
Mi faceva molta pena, sapevo che Stefan sarebbe uscito distrutto da quella esperienza, ma ero pronta a raccogliere i suoi pezzi e rimetterlo insieme come avevo sempre fatto, questa volta, però, sarebbe stata la prima senza Lexi.


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