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L'anno nuovo aveva portato delle novità interessanti tra cui il fatto che Rebekah non era più chiusa in una bara. Non sapevamo chi l'avesse liberata, ma di sicuro non era stato Klaus. Lei aveva subito cercato alleati per la sua vendetta che consisteva nel trovare la cura. Era piena di rancore e la voleva per darla a Klaus per godere dell'agonia che suo fratello avrebbe provato una volta di nuovo mortale. Ottenne le risposte che cercava da Stefan e assillò il professor Shane affinché le desse più informazioni possibili. Lui era riuscito a fare in modo che Jeremy smettesse di volerci uccidere tutti e aveva guadagnato la sua fiducia e quella di Elena. Lei era tornata in città dopo le feste per supportare Tyler, mentre Damon era rimasto con Jeremy per allenarlo ad uccidere vampiri. Il giovane Gilbert era la nostra unica possibilità per trovare la cura, ma non era facile trovare vampiri che potesse uccidere. Per questo Klaus decise di alleggerirgli il lavoro raggiungendoli in campagna e trasformando tutti i clienti dell'unico ristorante in zona. Così facendo per Jeremy sarebbe stato più facile ucciderli e avremmo completato il marchio nel minor tempo possibile. Era una cosa estremamente egoista da fare, ma Klaus aveva un obbiettivo e nessuno poteva interferire. Damon non era completamente d'accordo con i suoi metodi, ma voleva la cura per accertarsi che i sentimenti di Elena fossero autentici e quindi chiuse un occhio aiutando il giovane Gilbert a compiere la sua impresa.

Casa Salvatore, nel frattempo, era diventata il covo per la squadra di Rebekah di cui solo Stefan faceva parte. Ormai Bonnie, Caroline, Elena, Damon e Jeremy erano nella squadra di Shane che li aveva convinti di sapere perfettamente dove fosse la cura e si era offerto come guida. Klaus giocava da solo e questo bastava, mentre io ero il jolly che aveva deciso di rimanere imparziale. Quella mattina Rebekah e Stefan mi avevano obbligata ad uscire di casa in modo che non potessi origliare i loro piani. Per non litigare, ubbidii e passeggiai nell'ampio giardino. Un lieve nevischio era sceso durante la notte e il terreno, per questo, risultava vellutato e piacevole. Ero assorta nei miei pensieri e non mi accorsi che c'era un'ombra che mi seguiva. Il mio istinto agì per me e iniziai a camminare sempre più veloce per ritornare in casa. L'ombra, però, era più veloce di me e mi afferrò per le spalle facendomi voltare. Riconobbi gli occhi furbi di Kol Mikaelson e un brivido di paura mi percorse la schiena pensando alla sua imprevedibilità.
«Perché cercate la cura?» chiese diretto.
«Elena è diventata un vampiro e non vuole esserlo» dissi schietta.
«Questo non è un buon motivo per risvegliare Silas» ribatté lui aumentando la presa su di me. «Siete degli sciocchi se credete di poter prendere la cura senza ripercussioni.»
«Silas non esiste» dissi convinta. «Si tratta solamente di una favoletta per spaventare i bambini.»
«Tu cosa ne sai?» domandò lui sospettoso.
«Lasciami andare e io te lo dico» dissi con voce ferma.
«Affare fatto» disse lui lasciandomi.
Mi allontanai da lui e incrociai le braccia per proteggermi, mi aveva spaventata, ma non avevo intenzione di darlo a vedere. Lui mi fissava aspettando una risposta e io presi la parola.
«Quando ero piccola ho frequentato una scuola per streghe a Savannah e prima di andare a dormire giocavo con le mie compagne a raccontarci storie di paura. La storia di Silas è uscita più di una volta, ma è solo una favola, nulla di più.»
«Non ne sarei così certo» commentò criptico. «Cosa sai di lui?»
«Si dice che sia stato il più antico essere immortale del mondo, ancora più vecchio degli Originali. Una strega potente di nome Qetsiyah ne era innamorata e aveva trovato un modo per diventare immortale. Voleva condividerlo con Silas così da poter stare insieme per l'eternità. Facevano entrambi parte di una congrega tra le più antiche del mondo, si chiamavano i "Viaggiatori" ed erano streghe e stregoni nomadi, senza fissa dimora. Qetsiyah, però, scoprì che Silas amava un'altra donna di nome Amara e che aveva intenzione di usare l'incantesimo d'immortalità con lei; si adirò al tal punto che sigillò la sua rivale in una tomba lasciandola morire. Per vendicarsi ancora più crudelmente, inventò una cura per l'immortalità e un purgatorio per le creature soprannaturali chiamato "Altra Parte". Imprigionò Silas in una profonda caverna con la cura per l'immortalità nella speranza che egli, disperato, la prendesse e si uccidesse per riunirsi con Amara nell'aldilà, solo per scoprire di essere per sempre destinato a rimanere da solo nell'Altra Parte.»
«Direi che sei ben informata» osservò Kol. «Ma vorrei aggiungere ancora una cosa. Circa mille anni dopo la morte di Silas, una versione alterata dell'incantesimo di Qetsiyah è stato usato da mia madre per trasformarci in esseri immortali, ma a causa della alterazione della magia, creò i primi vampiri. Un centinaio di anni dopo, i discendenti di Qetsiyah crearono la Confraternita dei Cinque Cacciatori, con la missione di trovare la tomba di Silas, costringerlo a prendere la cura e ucciderlo.»
«Perché i cacciatori vorrebbero uccidere Silas?» chiesi cercando di unire tutti i fili.
«Per vendicare Qetsiyah» rispose lui semplicemente. «Ho sentito che c'è stato un omicidio di massa tra i membri del Consiglio e che mio fratello ha ucciso tutti i suoi ibridi. Non credi che sia una bella coincidenza? Cos'hanno questi due avvenimenti in comune?» mi chiese facendomi ragionare.
Ci pensai su un momento e poi mi ricordai di un particolare a cui forse nessuno aveva fatto caso.
«Erano due gruppi da dodici» dissi sovrappensiero. «Qualcuno sta mettendo in moto un rituale magico» dissi convinta.
«Non qualcuno. Avanti sono sicuro che hai un nome in mente» disse Kol spingendomi verso la verità.
«Shane» mormorai.
«Ha ammesso di aver convinto il pastore Jung ad uccidere i membri del consiglio e credo che abbia fatto presa su uno degli ibridi per fare in modo che il loro piano andasse a rotoli» disse Kol.
«Perché avrebbe dovuto ammettere una cosa del genere?» chiesi confusa.
«Perché l'ho torturato» ammise Kol sorridendo.
Feci un passo indietro disgustata dal solito stile di Mikaelson.
«Si è giustificato?» chiesi facendo vincere la curiosità.
«Ha detto che era un sacrificio necessario per risvegliare Silas e che lui li riporterà tutti in vita.»
«Tu gli credi?» domandai.
«Tu?» ribatté.
«Ormai non mi stupisco più di nulla» ammisi.
«Io credo che sia un professore disperato che si è affidato a qualcosa di molto più grande e pericoloso di quanto possa immaginare» disse Kol.
«Perché hai paura di Silas?» domandai interessata.
«Io non ho paura, sono solo furbo. Quando io e i miei fratelli chi siamo separati ho viaggiato conoscendo tanta magia che mi era ignota» spiegò.
«Eri uno stregone prima di trasformarti?» chiesi interrompendolo.
«Sì» confermò lui. «Io e Finn eravamo gli unici ad aver ereditato quel dono da nostra madre, ma sfortunatamente non abbiamo avuto la possibilità di coltivarlo. Ho conosciuto molte congreghe nella mia vita e una di loro venerava Silas. Mi dissero, però, che se Silas si fosse risvegliato si sarebbe accorto di non potersi ricongiungere con Amara e per la disperazione avrebbe assorbito tutta l'energia del mondo. Così facendo avrebbe tolto l'energia vitale a tutti gli esseri viventi nella speranza di usare tutta quell'energia per riportare in vita la sua amata e di creare un mondo nuovo senza magia o esseri sovrannaturali.»
Fui colpita dal fatto che un tempo fosse uno stregone. Questo spiegava molte cose. Per uno stregone la magia è tutto e senza di essa è come essere vuoti. La magia mette in contatto gli uomini con la natura e quando si diventa vampiri si sente un innaturale silenzio che indica che quel legame si è spezzato. Adesso capivo la sua rabbia, la sua frustrazione. Quando era diventato un vampiro aveva perso la parte migliore di sé. Non capivo perché, a modo suo, fosse così gentile con me e il suo comportamento mi confondeva. Gli credetti. Era stato abbastanza convincente da fare in modo che io mi fidassi delle sue parole.
«Se quello che dici è vero» dissi dopo averci riflettuto. «Possiamo semplicemente prendere la cura senza risvegliare Silas.»
«Non si può fare» disse lui sicuro di quello che diceva. «Se vuoi la cura, devi risvegliare Silas. Per questo devi fermare i tuoi amici.»
«Tu pensa a fermare i tuoi fratelli e io penserò ai miei amici» ribattei stizzita. «Scommetto che Klaus ti ha chiamato per cercare un alleato visto che Elijah è introvabile e tu hai tolto il pugnale a Rebekah. La cosa vi si è ritorta contro, mi sbaglio?»
«Non giocare con me» disse Kol avvicinandosi minacciosamente.
Io non mossi un muscolo e lui ne rimase sorpreso.
«Perché non hai paura di me?»
«So che non oseresti farmi del male. Anche se ora non siamo in ottimi rapporti Klaus si vendicherebbe e non penso che si limiterebbe a pugnalarti di nuovo. Non sono una ragazzina, non dirmi come gestire i miei amici.»
«Non ti stavo dicendo di farlo, anche perché l'ho già fatto io» disse lui con un sorriso maligno stampato in faccia.
Rabbrividii.
«Che cosa hai fatto?» chiesi allarmata.
«Ho raggiunto Jeremy e Damon e ho ucciso tutti i vampiri che Klaus aveva preparato per loro, poi gli ho spiegato la situazione, ma non hanno voluto credermi. Per questo ho soggiogato Damon affinché uccidesse Jeremy.»
Non mi feci prendere dal panico e ricordai la sua maestria nell'arte della menzogna.
«Klaus non avrebbe permesso che tu uccidessi il cacciatore» osservai arguta.
«Klaus mi ha detto di non toccare Jeremy ed è quello che io ho fatto. Se la prenderà con Damon e mi lascerà in pace. A quest'ora penso che il giovane Gilbert sia già morto. Niente cacciatore, niente cura, niente Silas» sentenziò.
Il cuore aveva iniziato a galoppare nel mio petto e le gambe tremavano sotto il mio peso. Raccolsi il mio coraggio e corsi via più veloce che potevo. Raggiunsi casa Gilbert ed entrai in fretta cercando tracce di Elena. Lei mi raggiunse preoccupata e io le raccontai del mio incontro con Kol. Mi tranquillizzò dicendo che Damon si era accorto di essere stato soggiogato, tornato qui e si era fatto rinchiudere nello scantinato di casa sua da Stefan. Sollevata mi sedetti sul divano del loro salotto dove Jeremy ci raggiunse confermando la versione di sua sorella. Mi stupii di quanto fossi felice nel vederlo sano e salvo. Io e Jeremy non avevamo legato più di tanto, ma gli volevo bene e volevo proteggerlo.
«Siamo rintanati in casa» disse Elena spiegando la situazione. «Kol vuole impedirci di prendere la cura ed è disposto a tutto per farlo. Non ci lascerà mai in pace. Il marchio che forma la mappa per la cura non è neanche a metà e non abbiamo idea di dove trovare nuovi vampiri da uccidere.»
«Klaus ha imposto a Kol di non toccare Jeremy e quindi lui punterà sempre sul soggiogamento che io posso assorbire. Per quanto riguarda la mappa non ho idea di come fare. Dovremmo trovare un modo per uccidere tanti vampiri allo stesso tempo» dissi pensierosa.
«Se uccidessimo Kol?» propose Elena dopo un breve silenzio.
«Con lui morirebbe tutta la sua linea di sangue e riusciremmo a completare la mappa» disse Jeremy speranzoso.
«Dovremo coordinarci» disse Elena convinta. «Dobbiamo organizzare una trappola e giocare di squadra. Stefan ha rubato il paletto di quercia bianca a Klaus e ora lo abbiamo noi. Siamo in vantaggio.»
Non era una decisione facile da prendere, ma forse era l'unica soluzione. Io non volevo trovare la cura. Mi ero infilata in quella ricerca per aiutare Elena, ma non ero più sicura che trovarla avrebbe risolto le cose. Se avessimo ucciso Kol, avremmo scatenato l'ira dei Mikaelson e non mi avrebbero mai perdonato. Sapevo, però, che sarei stata l'unica in dubbio. Gli altri non avrebbero esitato soprattutto se si trattava della cura, ne erano ossessionati.
Decisi di raggiungere casa Salvatore per parlarne con Damon, ma per mia sfortuna trovai Klaus in casa. Stefan era uscito con Rebekah e Klaus si era stranamente offerto di sorvegliare Damon. Non potevo parlare con Damon finché lui era in casa e io non volevo stare in sua compagnia. Nonostante le mie volontà, lui aveva udito i miei passi e ormai non avevo più possibilità di andarmene. Salì le scale del seminterrato e mi trapassò con uno sguardo di odio puro. Sapevo che non aveva apprezzato la nostra chiacchierata, ma speravo che avrebbe mostrato un po' più di maturità.
«Come sta Damon?» chiesi rompendo il silenzio.
Lui mi ignorò e si diresse verso il salotto dove si versò un bicchiere di bourbon.
«Vuoi davvero non rivolgermi più la parola?» domandai seguendolo infastidita.
«Hai detto che non volevi più avere a che fare con me e io ti sto accontentando» disse dopo aver bevuto un sorso di liquido ambrato.
«Sono qui per assorbire il soggiogamento di Kol, non pensavo di incontrarti» ribattei.
Lo lasciai da solo mentre andavo da Damon. Lui era coricato su una brandina intento a leggere un libro.
«Pensavo te la passassi peggio» dissi ironicamente entrando nello scantinato.
«Stefan non ci è andato leggero» disse alzandosi in piedi per venire da me. «Ma in confronto a Klaus sono state carezze.»
«Immagino» dissi sincera.
«Sei qui per risolvere tutti i miei problemi?» chiese speranzoso.
«Sì, per quello e per chiederti un parere» sussurrai. «Forse ho trovato una soluzione per trovare la cura completando il marchio.»
«Hai trovato dei vampiri che Jeremy possa uccidere?»
«In un certo senso sì, ma il piano a cui abbiamo pensato è rischioso» spiegai.
«Mi piace già allora» commentò Damon beffardo.
«Non posso parlare ora...»
Le mie parole furono interrotte da Klaus che era entrato come una furia spingendo Damon contro il muro. Mi prese per il collo sollevandomi da terra e mozzandomi il fiato.
«Che cosa sta succedendo?» chiese furioso.
«Non so di cosa stai parlando» ansimai cercando di respirare a fatica.
«Qual è il vostro piano?»
«Non so di cosa stai parlando» ripetei a fatica.
«Dimmi che cosa sai» ordinò soggiogandomi.
Resistetti. Sigillai la bocca cercando di fermare il flusso di parole che minacciava di uscire. Cercai di concentrarmi cercando di assorbire l'energia magica che comportava il soggiogamento, ma non ci riuscii. Non lo avevo mai fatto su me stessa e in quel momento le mani forti di Klaus erano avvolte attorno al mio collo indebolendo la mia fermezza mentale.
«Dimmelo!» sbraitò.
«Vogliamo uccidere Kol» confessai. «Così tutta la sua line di sangue morirà con lui e il tatuaggio di Jeremy si completerà.»
Mi fissò con disgusto e poi mi spezzò il collo lasciandomi lì distesa a terra.

Mi svegliai in camera di Elena. Lei era seduta vicino a me e mi sorrise quando si accorse che ero sveglia. Mi disse che era stato Damon a portarmi lì dopo che Klaus era andato via. Nonostante il nostro piano non fosse più segreto Kol era morto. Mentre ero a casa Salvatore lui era andato da Elena per disfarsi si Jeremy e loro lo avevano attaccato. Ero sorpresa da come un vampiro giovane e un cacciatore novello fossero riusciti ad avere la meglio su un Originale. Diedi il merito all'amore fraterno, entrambi avevano lottato per proteggere l'altro. Il nostro piano aveva funzionato, il tatuaggio sul corpo di Jeremy era completo e potevamo finalmente partire per trovare la cura. Elena mi raccontò anche che, come previsto, Klaus era arrivato a casa loro con istinti suicidi, ma per fortuna Elena aveva prontamente chiamato Bonnie. Lei fece un incantesimo che intrappolò Klaus nel salotto dei Gilbert.
Mi alzai dal letto e ripresi coscienza del mio corpo. Scendemmo le scale per raggiungere il piano inferiore e il cadavere di Kol disteso sul pavimento della cucina attirò la mia attenzione.
«Dormiamo tutti a casa dei Salvatore» disse Elena risvegliandomi dai miei pensieri.
«Va bene» risposi io lieve. «Tu va, io vi raggiungo.»
Lei annuì e poi uscì di casa lasciandomi da sola. Raggiunsi il salotto e lo trovai seduto sulla poltrona.
«Mi dispiace» mormorai. «Io non... non so cosa dire.»
Lui si alzò posando i suoi occhi smeraldini su di me. Rabbrividii e distolsi lo sguardo.
«Guardami» ordinò severo.
Mi vergognavo troppo per farlo.
«Guardami!» gridò.
Alzai il capo lentamente arrivando a cogliere la sua espressione di puro odio.
«Come hai potuto permettere una cosa del genere?» domandò con gli occhi lucidi. «Tu più di tutti sai cosa significa perdere un fratello. Mi odi davvero così tanto?»
Scossi il capo.
«Allora perché lo hai fatto?» sbraitò tirando un pugno alla barriera magica di Bonnie.
Feci un passo indietro e una lacrima bagnò il mio viso.
«Era l'unico modo» mormorai.
«Tu sai che stai mentendo, ma non vuoi ammetterlo» osservò Klaus. «Ti credi superiore a me, ma non lo sei affatto. Io e te siamo identici. Congratulazioni!» esultò. «Sei ufficialmente un mostro, ora sei una vera Mikaelson. La prossima lezione da imparare sarà come convivere con il senso di colpa.»
Non trovai le parole per rispondere e uscii da quella casa abbandonandomi al pianto sul porticato. Klaus aveva ragione e io non mi sarei mai perdonata. Quello che avevo fatto comportava la morte di milioni di vampiri, altrettante persone stavano piangendo la loro dipartita in quel preciso istante.

La ricerca della cura ci aveva avvelenato la mente. Nessuno di noi avrebbe ucciso una persona senza esitazione come avevamo fatto con Kol. Non si trattava più di fare la cosa giusta, la cura era l'unica cosa che importava e le conseguenze non avevano conto. La cura non era una speranza, era una maledizione


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Buona lettura!

Maggie

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