Il vuoto che avevo percepito dopo la morte di Kol incominciava di nuovo ad invadermi e io preferii isolarmi dagli altri per non coinvolgere nessuno del mio dolore. Klaus era l'unico, insieme ad Hayley, che riuscisse a scalfire il muro che avevo eretto attorno a me. Non ero triste, ma non ero neanche felice. Facevo quello che mi veniva chiesto di fare, ma ero completamente assente. Klaus credeva che tenermi impegnata mi avrebbe aiutato a distrarmi, ma non era così. Mi mancava Kol, rivederlo non aveva fatto altro che alimentare il desiderio di riaverlo con me e ogni volta che ci pensavo mi bruciava lo stomaco come se avessi un braciere dentro di me. A volte mi soffermavo a pensare su quanto fosse buffo il fatto che io mi fossi innamorata di lui in pochi mesi. Non ci conoscevamo molto, eppure avrei fatto qualsiasi cosa per lui. Lo amavo ed era stato un vero e proprio colpo di fulmine.
Era diverso tempo che non tornavo a casa, ormai erano più di due settimane che dormivo da Hayley e stare con lei e con Hope era diventata la mia routine. La perdita del nostro compagno di vita ci aveva unite più che mai, eravamo diventate simbiotiche, telepatiche, vere amiche.
Dopo averne discusso con Klaus, avevo deciso di unirmi alle Sorelle. Ci avevo rimuginato così tanto sopra che alla fine non riuscivo più a vedere né i pro né i contro. L'arma di cui mi aveva parlato Aya era reale e avevo intenzione di trovarla per nasconderla o distruggerla. Così avrei avuto la possibilità di riportare indietro Kol e contemporaneamente di spiare la Strige.Ero riuscita a convincere Aya della mia fedeltà e venni accolta a braccia aperte. Le Sorelle erano taciturne e ossessivamente laboriose, ma erano gentili con me e non facevano domande quando sparivo per ficcanasare in giro. Il giorno dopo il mio inserimento nella congrega, Ariane, la ragazza dai capelli biondi che mi aveva aiutato nel mondo dei morti, fu ritrovata dissanguata nella serra. Aya mi informò che era stato Elijah ad ucciderla perché lei era entrata nella sua testa sotto ordine della Strige e aveva scoperto cose troppo intime. Anche se Ariane non era nata a New Orleans decisi di consacrare il suo corpo per concederle la pace. Mi dispiaceva per quello che era successo, lei era stata gentile con me e non meritava di morire. Mentre la consacravo, però, lessi per sbaglio i suoi ricordi e vidi dei flash della sua vita. Vidi i suoi genitori, i suoi amici e vidi la sua vita recente, vidi Elijah che la uccideva, ma vidi anche alcuni dei ricordi che gli aveva rubato e capii di cosa si trattava l'arma di cui parlava la profezia: il cavallino di Hope. Quando Rebekah era piccola era spaventata dai temporali e Klaus le intagliò un piccolo cavaliere di legno per tranquillizzarla. Quel cimelio di famiglia era passato a Hope che non se ne separava mai. Era il suo giocattolo preferito e paradossalmente, secondo la profezia, era l'arma per porre fine ai Mikaelson.
Arrivai a Palazzo nel primo pomeriggio e mi unii a Klaus, Elijah, Freya e Hayley nel salotto al secondo piano.
Cami in quei giorni era sempre intorno a Klaus che, dopo aver compreso la sua avventatezza, stava cercando di imporle un po' di disciplina, senza raggiungere particolari risultati.
Notando l'assenza della bionda preferita di Klaus chiesi: «Dov'è Cami?»
«Non lo sappiamo, è questo il problema» disse Elijah severo come sempre.
«È sparita questa mattina» spiegò Klaus. «Si è arrabbiata perché le ho confiscato gli oggetti oscuri di suo zio e ha rubato il cavaliere di legno di Hope.»
«Aspetta Klaus, il cavallino di cui parli è l'arma descritta dalla profezia» lo informai.
«Arrivi tardi» disse Elijah. «L'ho scoperto prima io.»
«Lo so, e hai ucciso Ariane per questo» dissi fredda quanto i suoi occhi.
«Questo non ha importanza» intervenne Klaus. «Aurora è riuscita a prendere il cavaliere a Cami e adesso immagino che stia programmando la nostra morte.»
«Come fa un cavallino di legno grande quanto un pugno ad essere un'arma?» chiese lecitamente Hayley.
«Non è il cavaliere di per sé ad essere un arma» spiegò Klaus. «Ma il legno di cui è fatto.»
«Fammi indovinare» dissi tagliente. «Quercia bianca?»
«Purtroppo sì» concluse Klaus amareggiato.
Eravamo tutti spaventati, soprattutto perché Aurora era una scheggia impazzita senza alcun limite e visto che le avevamo appena ucciso il fratello avrebbe potuto pensare alle vendette più pittoresche possibili da infliggerci.
«Sei diventata una Sorella?» mi chiese Elijah cambiando discorso. «Chi ti ha iniziato?»
Sembrava quasi oltraggiato dal fatto che avessi anche solo osato mettere piede nella sua elitaria associazione.
«Aya ha cercato di comprarmi con l'incantesimo per riportare in vita Kol, ma io ho accettato per scoprire cos'era quest'arma di cui tutti parlavano. Poi vengo a scoprire che ci avevi già pensato tu uccidendo una ragazza innocente perché ti era d'intralcio.»
«Smettetela» ci ammonì Klaus. «Come ho già detto non abbiamo tempo per i vostri battibecchi, dobbiamo battere Aurora su tempo. Dove sei stato?» chiese poi a Marcel che era appena entrato nella stanza.
«Mi assicuravo che la Strige e le sue streghe fossero in giro a cercare la tua ex, ti va bene?» disse Marcel più spezzante del solito.
«Tu perché non mi hai detto di essere entrata a far parte delle Sorelle?» chiese guardandomi negli occhi.
«È successo pochi giorni fa, non lo sapeva nessuno» mi giustificai. «Come lo hai scoperto?»
«Marcel è il nuovo capo della Strige» intervenne Elijah stranamente soddisfatto. «Abbiamo fatto in modo che Aya non avesse più il controllo.»
«Adesso chi è che non dice le cose?» chiesi stizzita.
Marcel mi lanciò un'occhiataccia, ma nei suoi occhi non vidi rabbia, ma qualcosa di diverso.
«Aurora è stata occultata da un incantesimo» disse Freya riportandomi sul punto. «Fino ad adesso ho lavorato senza sosta, ma è introvabile.»
«Non stai facendo abbastanza!» la accusò Klaus alzandosi in piedi in un inaspettato scatto d'ira.
«Se Aurora è occultata c'è ben poco da fare» la difesi. «Ci troverà lei e quando lo farà noi saremo pronti.»
«Non ho intenzione di aspettare» disse Klaus irritato.
«Allora trovala per conto tuo» disse Freya offesa uscendo dalla stanza.
«A volte la tua delicatezza mi sconvolge» commentò Hayley sarcastica.
Klaus ci teneva tutti al guinzaglio. La sua paranoia aveva preso il sopravvento e la quercia bianca in mano ad Aurora non aiutava.
«Le Sorelle stanno lavorando a un incantesimo per sciogliere il legame tra le linee di sangue e il loro creatore» dissi informando gli altri. «Ci sono vicine, ma...»
Esitai. Il ricordo di quegli occhi marroni protetti da un paio di occhiali sottili mi fece ammutolire.
«Ma?» mi incalzò Hayley.
«Loro non conoscono l'incantesimo originario, tu sì, vero?» disse Klaus.
«Esatto» ammisi sospirando. «Davina stava lavorando allo stesso incantesimo con il grimorio di Esther che ora ho io. Aveva riportato in vita Mikael per uccidere Klaus, ma non poteva lasciarglielo fare finché sarebbe morto anche Marcel. Era riuscita a trovare il modo di invertire l'incantesimo con cui Esther vi aveva reso dei vampiri e aveva creato un incantesimo nuovo che ha appuntato sul grimorio. Era davvero geniale» dissi ricordando il suo sorriso dolce.
«La Strige non deve sapere di quell'incantesimo» disse Elijah. «Devi rallentare le Sorelle. La dipendenza delle linee di sangue con noi è l'unica cosa che ci garantisce la loro fedeltà, non possiamo perderla.»
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Sifane
General FictionUna ragazza con un passato travagliato e con un dono speciale. Dopo un incontro inaspettato la sua vita cambierà per sempre e dovrà fare i conti con il tempo che passa. Una ragazza gentile, fedele, sempre pronta ad aiutare gli altri, dovrà confront...