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Io e Stefan eravamo d'accordo sul fatto che Elena dovesse a tutti i costi ritrovare la sua umanità. Damon, però, non poteva ordinargli di riaccenderla tramite l'asservimento perché lei non avrebbe retto la valanga di emozioni che cercava di reprimere. Inoltre credevamo che lei facesse finta di dare retta a Damon e che in realtà il vincolo che li legava fosse spezzato. L'asservimento agiva sulle emozioni di Elena, ma visto che lei le aveva spente era probabile che non ci fosse più modo di contenerla. Bisognava trovare un modo per convincerla a ritrovare spontaneamente l'umanità. Damon propose di farla divertire, ma Elena non era quel tipo di vampiro e non funzionò. Io ero campionessa olimpica di riabilitazione di vampiri e la tattica di Damon con lui aveva funzionato, ma con Elena bisognava trovare qualcosa che la toccasse nel profondo. Stefan propose di riportarla a scuola per farle vivere l'ultimo anno come si meritava e Caroline si fece avanti per accompagnarla. Intanto Damon era sulle tracce di Katherine che, però, sembrava scomparsa nel nulla. Mi disse che Hayley centrava con questa storia e che in qualche modo aveva fatto un patto con Katherine per fornirle informazioni. Dopo un po' di ricerche Damon aveva scoperto che Klaus ed Hayley si erano parlati più di una volta al telefono e sembrava che lui la stesse proteggendo per qualche motivo a noi sconosciuto. Per questo Damon decise di seguire quella pista, mentre io e Stefan avevamo un appuntamento con lo sceriffo che voleva parlarci urgentemente.
Una volta entranti nella centrale di polizia raggiungemmo velocemente l'ufficio di Liz Forbes che ci salutò calorosamente. Dopo un paio di chiacchiere di cortesia tornò seria e ci espose il problema per cui ci aveva chiamati.
«L'intera scorta di sangue che c'era in ospedale è sparita» disse seria.
«Non capisco, ci stai accusando?» chiese Stefan sulla difensiva.
«Non vi sto accusando, ma la città è ha un punto di frattura. Il nuovo sindaco non è accomodante come lo era Carol e vuole prendere delle precauzioni. Se brucia un'altra casa le cose precipiteranno.»
«Che contromisure ha preso?» domandai indagatoria.
«Ha messo della verbena nel centro idrico della città. Tutta l'acqua che circola da queste parti da oggi è piena di verbena» disse severa. «Mi dispiace, sono giorni difficili» disse scusandosi per il suo tono. «Miranda Gilbert era la mia migliore amica al liceo, quello che sta succedendo alla sua famigli è terribile.»
«Se possiamo fare qualcosa per aiutarti, lo faremo» dissi rassicurandola.
«Bene, chiunque abbia rubato quel sangue ha messo in pericolo delle vite e vi ha esposto a dei rischi. Conoscete qualcuno che possa volere del sangue senza pensare alle conseguenze?» domandò Liz.
Io e Stefan ci scambiammo uno sguardo di intesa e pensammo entrambi alla stessa persona: Elena. Per quanto riguardava la verbena non era un grosso problema per noi perché da quando Damon e Stefan erano tornati in città avevano preso delle precauzioni e avevano inserito un filtro speciale che faceva in modo che tutta l'acqua che entrava in casa loro fosse pura e non contaminata.

Tornammo a casa dove speravamo di trovare Elena per farle alcune domande. Visto che aveva spento l'umanità era la nostra prima sospettata e non potevamo permettere che ci rendesse così vulnerabili. Quando entrammo nella grande sala di villa Salvatore, la trovammo completamente avvolta nel silenzio. Sembrava che non ci fosse nessuno in casa e Stefan provò a chiamare Damon di cui non c'era traccia. Lui non rispose subito, ma alla fine cedette all'insistenza del fratello. Stefan attivò il vivavoce in modo che anche io potessi sentire e incominciò ad interrogare suo fratello.
«Elena è con te?» chiese indagatorio.
«Sì, siamo partiti ieri notte» confessò.
«Siete partiti?» chiesi sorpresa.
«Esatto, in questo momento ci troviamo a New York» spiegò Damon.
«Cosa significa?» chiese Stefan allarmato.
«Il tono che hai è la ragione per cui non ho risposto alle venti telefonate precedenti» disse Damon tagliente.
«Dov'è lei adesso?» insistette Stefan.
«Sta facendo la turista. Magari sta mangiando un hot dog o il rivenditore» rispose sarcastico.
«Quindi immagino che la ricerca di Katherine sia sospesa per ora» ipotizzò Stefan stizzito.
«Non ti preoccupare, anche se ci divertiamo un po' la caccia alla cura continua» disse sbuffando. «Katherine ha messo alle costole di Hayley un vampiro per eliminare le prove del loro patto. Purtroppo questo vampiro ha incontrato Klaus ed ora è morto, era un mio vecchio amico. Ti ricordi di Will Mallory, Jud?»
«Quello che procurava identità false hai vampiri?» domandai cercando di ricordare.
«Proprio lui. Sono quasi certo che anche Katherine fosse una sua cliente.»
«Elena sa lo scopo della vostra vacanza?» domandò Stefan diffidente. «Da quando è senza umanità non vuole più la cura.»
«Per questo non glielo detto» rivelò Damon.
«Se dovesse scoprire che le hai mentito, scapperà di corsa» lo avvertì Stefan.
«Per questo spero che sia talmente presa dall'alcol e dal sangue da non pensarci nemmeno» disse Damon arrogante.
«Non la sottovalutare» disse Stefan severo.
«Se riesco a gestire te quando spegni l'umanità posso farlo anche con lei» ribatté Damon pavoneggiandosi.
«Elena è spietata senza la sua umanità, la cura è il modo più veloce per evitare che degeneri» affermò Stefan.
«Ne sono consapevole» disse Damon sincero. «Comunque Elena mi ha assicurato di non essere stata lei ad aver rubato nell'ospedale, dice di preferire il sangue fresco. Non so se crederle, ma comunque credo sia il caso di cercare un altro nome da mettere sulla lista dei sospettati.»
«Hai ragione, tu tienici aggiornati» dissi prendendo la parola.
«Lo farò» disse lui prima di chiudere la telefonata.
Forse non era la soluzione migliore lasciare Elena con Damon. Io e lui avevamo due visioni molto diverse su come aiutare un vampiro senza umanità. Elena era furba ed ero certa che non si sarebbe fatta ingannare a lungo da Damon, ma finché lui riusciva a tenerla sotto controllo e contemporaneamente a cercare Katherine non c'era nulla di cui preoccuparsi.
«Hai un'idea su chi possa essere il ladro se non Elena?» chiesi a Stefan che era assorto nei suoi pensieri.
«Potrei avere un nome, ma è la peggiore delle ipotesi» disse cupo.
«Con la fortuna che abbiamo potrebbe essere quella giusta» dissi ironica. «A chi pensi?»
«A Silas» disse secco. «In qualche modo Bonnie lo ha risvegliato ed essendo un immortale di tremila anni avrà bisogno di sangue.»
Un brivido di paura mi percorse la schiena. Se quello che Kol mi aveva detto era vero, avremo affrontato una minaccia senza precedenti.
«Perché Silas dovrebbe essere venuto in questa città?» chiesi ragionando.
«Vuole completare il triangolo dell'espressione e gli serve Bonnie per farlo, forse la sta cercando in questo momento» rispose lui.
«Per ora sono morti dodici umani e dodici ibridi» dissi ragionando a voce alta. «Per creare il triangolo dell'espressione bisogna aggiungere due sacrifici sovrannaturali a quello umano per aumentare l'energia mistica. Credo che la prossima mossa di Silas sia uccidere dodici streghe» dissi rabbrividendo.
«Dobbiamo trovare il modo di rintracciarlo, andrò da Bonnie per capire se sa qualcosa» disse Stefan prendendo l'iniziativa.
«Io andrò da Klaus. Mi odia in questo momento, ma magari mi dirà qualcosa.»
Ammetto che una parte di me sperava di trovare anche Hayley a casa di Klaus. Non capivo perché lui potesse proteggerla quando era stata lei a fare in modo che i suoi ibridi si ribellassero a lui. Ero infuriata con lei tanto quanto lo ero con Katherine per quello che ci aveva fatto. Se non fossero intervenute forse Jeremy sarebbe stato ancora in vita.

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