29.

103 7 1
                                    

Damon e Stefan andarono fuori città per nascondere il corpo di Klaus da Alaric, non vollero dirmi la loro destinazione, meno persone lo sapevano e meglio era. Nel frattempo a Mystic Falls, Elena era svenuta battendo la testa sul pavimento e Jeremy l'aveva portata in ospedale preso dal panico. Aveva perso molto sangue a casa di Klaus ed era normale che non riuscisse a stare in piedi. Ci aveva detto che stava bene e quindi noi non ci eravamo preoccupati, ma era più provata di quanto volesse ammettere. Meredith si prese cura di lei in ospedale e la congedò quel giorno stesso prescrivendole degli integratori. Meredith si era rivelata una valida alleata, voleva davvero bene ad Alaric e si era affezionata presto anche ad Elena. Andai a casa sua e gli preparai la cena, diedi il cambio a Caroline e chiacchierammo tutta la sera. Era in pensiero per quello che avrebbe potuto fare Alaric e continuava a ripensare a come tutte le persone a cui teneva erano in pericolo. Jeremy aveva avvertito Stefan della situazione e quest'ultimo aveva deciso di tornare indietro lasciando Damon ad occuparsi di Klaus. Quando Stefan ci raggiunse era parecchio preoccupato e vedere che Elena stava realmente bene gli fece tirare un sospiro di sollievo. Poco dopo qualcuno bussò alla porta e ci ritrovammo Elijah appoggiato allo stipite della porta. Elena lo invitò ad entrare e lui con la sua solita eleganza di sedette su una delle poltrone del salotto accavallando le gambe. Intrecciò le mani e parlò con voce calma e controllata. Voleva il corpo di suo fratello e promise ad Elena che avrebbe attirato Alaric su di lui finché Elena non sarebbe morta di vecchiaia e Alaric con lei. Eravamo sicuri che Elijah avrebbe liberato Klaus alla prima occasione, ma lui ci assicurò che non lo avrebbe lasciato avvicinare a nessuno di noi per molto tempo. Non ci fidavamo di lui, ma la decisione spettava ad Elena che, dopo averci riflettuto, accettò la proposta di Elijah. Rebekah avrebbe raggiunto Damon e avrebbe recuperato il corpo di su fratello. Quella sembrava essere una soluzione valida. Continuavo, però, a non fidarmi di Elijah. Ci aveva già tradito una volta dopo che ci aveva giurato che avrebbe ucciso Klaus, non mi sembrava giusto affidarmi a lui. Mentre parlava con Elena potevo leggere il suo disgusto per me nei suoi occhi. Sapeva che ero la responsabile dell'incantesimo che incombeva su suo fratello e lo riteneva un tradimento. Forse lo era.

Elijah tornò alla villa per attendere che Rebekah tornasse con Klaus. Stefan andò a casa sua dopo essersi assicurato per la centesima volta che Elena stessa bene, e io rimasi con lei aspettando che si addormentasse. Dopo poco lei si appisolò e io stavo per tornare a casa quando, però, ricevetti una telefonata da Damon.
«Brutte notizie» esordì ironico come sempre.
Nella sua voce, però, c'era qualcosa di strano, era spaventato.
«Alaric ha pugnalato Klaus, è morto.»
Il mio cervello si spense o meglio, migliaia di domande si proiettarono nella mia mente. Dove aveva preso il paletto di quercia bianca? Come avrebbe reagito Elijah? Come avrebbe fatto ad andare aventi la madre di Tyler? Significava che anche Damon sarebbe morto? Anche la madre di Bonnie se ne sarebbe andata? Quanto tempo ci avrei messo a morire? Ero senza parole e una lacrima silenziosa mi rigò il volto.
«Io per ora sto bene, tu?» chiese. «Ieri Klaus ci ha confermato che discendiamo da lui, ma avrebbe potuto mentire.»
«Su di me non ci sono dubbi» dissi flebile. «Sto per morire.»
«Io sono lontano da Mystic Falls» disse Damon. «Non riuscirò a tornare lì in tempo. Sage ci ha messo un'ora prima di stare male.»
«Io ho bisogno di te» dissi dando sfogo alle lacrime.
«Lo so» disse lui triste. «È stato stupendo conoscerti e sono grato di averti come amica e complice. Sei stata la nostra salvezza in più di un'occasione e non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che hai fatto per noi. Nonostante tutto, ti ho amato molto e...» un singhiozzo interruppe le sue parole.
Stava piangendo per me.
«Ti amerò per sempre» dissi con la voce spezzata dalle lacrime. «Sei molto più di quello che credi e vedrai che andrà tutto bene, voi sarete salvi e riuscirete ad andare avanti, ne sono certa. È stato un piacere anche per me e sono fortunata ad averti avuto nella mia vita.»
«Addio Jud» disse con voce strozzata.
«Addio Damon» replicai.
La chiamata si spense e le mie gambe di mossero da sole. Dovevo vedere Stefan e corsi a casa Salvatore senza guardarmi indietro. Non avevo neanche svegliato Elena o Jeremy, la mia mente era focalizzata soltanto sul mio migliore amico. Stavo per morire e questo non mi spaventava, avevo soltanto paura di non riuscire a dire addio. Parcheggiai davanti al portone d'ingresso e lo aprii con forza chiamando Stefan con tutta la voce che avevo. Lui mi raggiunse, aveva gli occhi lucidi e tremava dalla testa ai piedi, probabilmente Damon aveva telefonato anche a lui. Mi strinse a sé e io affondai il volto nel suo petto avvolgendogli le spalle.
«Andrà tutto bene» disse cercando di mantenere la calma. «Troveremo una soluzione.»
Iniziò ad accarezzarmi la testa e io lo strinsi ancora più forte soffocando nelle mie lacrime.
Ripensai a Marcel e mi chiesi se anche lui aveva pensato a me prima di morire. Ripensai alla città in cui ero nata e a come sarei diventata una parte integrante si essa una volta morta e consacrata. Avevo paura di come gli Antenati mi avrebbero accolta, ma avrei avuto la possibilità di continuare ad osservare il mondo o per lo meno New Orleans. Non volevo morire, avevo ancora tante cose da imparare e sperimentare e soprattutto tante persone da salutare. Era passata già una abbondante mezz'ora da quando Klaus era morto e il mio tempo stava già per esaurirsi. Sarei riuscita a rivedere Lexi? Pensai a Rebekah e al dolore che stava provando in quel momento, ad Elijah e perfino a Kol. Loro erano la mia famiglia e nonostante tutto io li avrei amati sempre e per sempre.
Ero terrorizzata. Stefan non mi aveva lasciato la mano per un secondo e questo mi aiutava a calmarmi, ma il mio cuore batteva all'impazzata contro il mio sterno. Ci sedemmo sul divano in silenzio, stretti uno all'altra a fissare l'orologio, in attesa della fine. Klaus era un bugiardo nato, ma non dovevamo escludere l'opzione che fosse davvero il capo stipite della discendenza di Katherine. Caroline entrò dalla porta principale pochi minuti dopo, con il volto arrossato dalle lacrime che aveva versato e la voce disperata. Corse da me abbracciandomi stretta e dopo avermi preso le mani nelle sue, mi disse che Tyler era morto. Aveva iniziato a stare male quando erano insieme e l'aveva pregata di andarsene per lasciarlo solo; non voleva che lo vedesse spegnersi. L'abbracciai a mia volta per cercare di confortarla, e contemporaneamente il panico prese ancora di più possesso di me facendomi rabbrividire. Il tempo stava per scadere. Mancava un quarto d'ora, ma se Tyler era già morto, significava che forse mancava di meno.

SifaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora