18.

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Ero seduta in cucina a preparare la cena quando sentii la porta d'ingresso spalancarsi e un rumore pesante che mi fece preoccupare. Sentii Damon lamentarsi con Stefan e andai verso di loro. Stavano trasportando il corpo morto di Elijah che aveva uno dei pugnali di Klaus conficcato nel cuore.
«Come vi siete procurati il pugnale?» chiesi confusa.
«Abbiamo scoperto dove alloggiava e lo abbiamo trovato, Katherine ci ha detto come usarlo» spiegò spigliato Damon.
«Perché non avete chiesto a me? Nessun essere sovrannaturale può usare uno di quei pugnali» dissi seccata.
«Lo abbiamo scoperto in corso d'opera, la vipera aveva evitato questo dettaglio» disse Damon lasciando andare il corpo di Elijah che con un tonfo cadde sul tappeto dell'ingresso.
«Non ti abbiamo coinvolta perché volevamo che ti riposassi, non sono stati giorni facili per te» disse Stefan cingendomi le spalle.
«Chi lo ha pugnalato?» chiesi curiosa.
«È toccato ad Alaric l'onore o l'onere, dipende dai pinti di vista» ripose Damon insolitamente allegro.
«Chi lo avrebbe mai detto!» esclamai incredula.
«Era la nostra unica opzione» disse sorridente Stefan. «Ha fatto un ottimo lavoro.»
«Katherine è nella cripta, Elijah è pugnalato e Celia e il suo branco sono partirti, non dobbiamo più preoccuparci di nulla» disse Damon tirando un sospiro di sollievo.
Elijah aveva provveduto a scacciare Celia e i suoi amici lupi dalla città, per il patto che aveva stretto con Elena doveva proteggerla e loro potevano diventare una minaccia.
«Elijah era da solo e non si era ancora messo in contatto con Klaus, quindi almeno per un po' dovremmo essere al sicuro» aggiunsi sollevata.
Non volevo adagiarmi sugli allori, ma meritavamo una pausa. Portammo Elijah nello scantinato e chiudemmo la porta a chiave intenzionati a dimenticarlo lì. In qui giorni non avevo fatto altro che cercare un motivo per cui Klaus volesse spezzare la maledizione del sole e della luna. Ai miei occhi non aveva alcun senso, ma Klaus non lasciava mai nulla al caso e proprio perché lo conoscevo così bene dovevo capire il suo movente.

Damon aveva scoperto che Elijah stava cercando il luogo in cui più di due secoli prima una trentina di streghe erano state bruciate vive. Quando una strega muore violentemente rilascia un potere che marchia il terreno dove ha perso la vita. Elijah non aveva un'arma per uccidere Klaus, ma credeva che se una strega fosse stata in grado di incanalare quel potere non gli sarebbe servita. Elijah aveva espresso ad Elena il suo desiderio di uccidere il fratello, ma io sapevo che non ci sarebbe mai riuscito. Per secoli aveva minacciato di farlo eppure non ne aveva mai avuto il coraggio; dopotutto erano fratelli e un legame del genere non si sarebbe mai spezzato. Stefan era determinato a trovare il luogo del massacro delle streghe, voleva arrivare a Klaus per liberare Elena dal sacrificio e nonostante le mie proteste, era irremovibile. Avrebbe fatto qualunque cosa per lei e per questo lo ammiravo, ma attirare Klaus in città era una richiesta di morte soprattutto per il patto che avevo stretto con lui trent'anni prima. L'unica opzione che avevo per salvare Damon era andare via, il più lontano possibile da Mystic Falls. Se però Klaus fosse arrivato in città sarebbero morti tutti comunque e avrebbero avuto bisogno del mio aiuto. Non sapevo cosa fare.

Per proteggere Elena, Stefan e Damon le fecero firmare l'atto di proprietà di villa Salvatore così che nessun vampiro potesse entrare senza l'invito di Elena. (I vampiri possono entrare nella casa di uno sconosciuto solo sotto invito.) Così sarebbe stata al sicuro e sotto la nostra protezione. Eravamo tutti in ansia, Klaus o chi per lui poteva arrivare in qualsiasi momento e questo ci faceva impazzire.
Mi ero affezionata molto ad Elena, Caroline e Bonnie e le accompagnavo tutti i giorni a scuola assicurandomi che passassero gli ultimi anni di liceo in modo più o meno normale. Caroline, per impegnarsi in qualcosa che non fosse cercare un modo per tenera lontano Klaus da Elena, si propose per organizzare il ballo di primavera della scuola. Come tema scelse gli anni sessanta che fu un vero successo.
Il pomeriggio prima della festa fu molto movimentato: Damon si accorse che la pietra di luna era sparita e che la cripta in cui avevamo rinchiuso Katherine era vuota. Qualcuno aveva spezzato il mio incantesimo e aveva preso Katherine e la pietra di luna, questo ci poneva decisamente in svantaggio. Quel qualcuno poteva essere Klaus come chiunque altro, ma le opzioni che fosse qualcuno di innocuo erano morto basse.
Quando andai a prendere Elena da scuola notai che era nervosa ed agitata. Iniziai a preoccuparmi, ma aspettai di essere arrivata a villa Salvatore per farmi e raccontare che cosa fosse successo per ridurla in quello stato. Non sapevo se volesse coinvolgere Caroline e Bonnie.
«Una ragazza a mensa mi ha detto che Klaus vuole che balli con lui stasera. Era soggiogata e non ricordava chi gli avesse detto di comunicarmi quella richiesta. Significa che è qui, significa che è lui che ha preso Katherine, io...»
«Calma» dissi facendola sedere sul divano del salotto. «Non dobbiamo andare nel panico.»
Nonostante il loro folle patto, Elena si sentiva protetta da Elijah e ora che lui non era più in partita si sentiva più vulnerabile che mai. Cercai di mascherare la mia preoccupazione facendo calmare Elena che tremava dalla testa ai piedi. Non serviva a nulla farsi prendere dal terrore, dovevo trovare una soluzione e dovevo restare lucida. Avevo un appuntamento con Caroline e lasciai casa Salvatore per andare da lei. Al mio ritorno Elena aveva raccontato l'accaduto a Stefan, Bonnie e a Damon che erano riuniti in salotto. Preparai un tè per distendere gli animi e mi misi in ascolto.
«Stasera andiamo alla festa e troviamo Klaus» disse Damon scrollando le spalle.
«Come facciamo? Non sappiamo che aspetto ha» constatò Stefan.
«Ma Jud sì» affermò Damon guardandomi mentre portavo le tazze di tè in salotto facendole levitare in aria.
«Certo, io so che aspetto ha, ma credo che stia giocando la carta della paranoia con noi» dissi facendo appoggiare le tazze sul tavolino.
Elena ne afferrò subito una cercando di calmarsi ulteriormente.
«Probabilmente non verrà neanche alla festa, ma soggiogherà la maggior parte degli invitati per farci credere che sia così, vuole farci impazzire.»
Stefan mi diede ragione con lo sguardo, ma venne distratto dalla figura di Alaric che entrò dalla porta principale.
«Eccolo qui!» lo annunciò Damon.
Mi faceva quasi ridere la loro amicizia. Alaric era l'unico che in qualche modo riusciva a sopportare Damon che lo aveva rimesso in sesto dopo che aveva scoperto che la sua ex moglie, Isobel, lo aveva abbandonato per diventare un vampiro. Erano veri e propri amici e mi facevano quasi tenerezza.
«Scusate il ritardo» disse Alaric con il suo dolce sorriso prendendo la tazza di tè fumante che gli offrii.
«Mi servi come chaperone per stasera alla festa della scuola, Klaus ha fatto la prima mossa» spiegò Damon.
«Lo troviamo e poi che facciamo?» chiese Elena. «Qual è il piano d'attacco?»
«Io» disse Bonnie decisa. «Io sono il piano, se lo trovate io posso ucciderlo.»
«Come?» chiese Alaric confuso.
«Abbiamo trovato il luogo dove furono massacrate le streghe di cui parlano le ricerche di Isobelle, ho incanalato il loro potere e sono più potente che mai» affermò decisa.
«Non basterà!» esclamai. «Klaus non può morire, ha basato il suo mito su questo ed è vero. Non c'è modo di uccidere un Originale. La tua magia lo stordirà sicuramente, ma lui è forte e si vendicherà su di te per aver provato ad ucciderlo.»
«Tu non vuoi che muoia» appurò Damon.
«No, non lo voglio» affermai dura.
«Perché?» chiese allibito.
«Perché nonostante tutto è un membro della mia famiglia!» sbottai.
«Vuole uccidere Elena» disse Bonnie come prova della mostruosità di Klaus.
«Lo so, ma io...»
Non sapevo cosa dire. Non c'erano giustificazioni, non ce n'erano mai stare, ma nonostante tutto io continuavo a proteggerlo. Era più forte di me. Uscii in giardino per schiarirmi le idee e mi accorsi che Stefan mi aveva seguito. Mi sedetti su una delle tante panchine che popolavano il parco e feci un respiro profondo.
«Tu hai paura» disse Stefan sedendosi vicino a me. «Perché?»
«Non posso dirtelo» dissi sentendo le lacrime che minacciavano di uscire.
«A me puoi dire tutto» cercò di rincuorarmi Stefan.
«Se te lo dico Klaus ucciderà anche te» spiegai tetra.
«Di cosa parli?» chiese confuso.
«Non sono stata io a lasciare Damon nel 1980» ammisi guardando l'erba sotto le mie scarpe. «Klaus era venuto a trovarmi a New York e ha reputato che Damon non fosse il ragazzo giusto per me. Lo ha soggiogato affinché la colpa ricadesse su di me e mi ha obbligato a partire con lui. Mi ha giurato che se mi fossi di nuovo avvicinata a Damon, lo avrebbe ucciso ed eccomi qui. Probabilmente non ha mai avuto intenzione di onorare la sua minaccia, voleva solamente farmi vivere nell'angoscia e ci è riuscito. Sono terrorizzata.»
«Io non so cosa dire» disse Stefan visibilmente sconcertato. «Perché non mi hai detto nulla?»
«Nessuno doveva sapere, quello era l'accordo» spiegai.
«Ma perché non vuoi che muoia? Se lo merita» disse Stefan corrugando la fronte.
«È l'unica cosa che rimane della mia famiglia» dissi in un sussurro. «Sai qual è la cosa spettacolare di Klaus? È che se anche lo odi, non riesci mai a farlo fino in fondo. Una parte di me vorrà sempre vederlo morire, ma l'altra parte lo amerà per sempre.»
Stefan mi abbracciò senza dire una parola e io mi lasciai cullare delle sue braccia.
«Troveremo una soluzione» disse sfoderando la sua voce da eroe. «Credi di poter riuscire a persuadere Klaus dal non uccidere Elena?»
«Non ne ho idea, non so neanche perché voglia spezzare una maledizione che non lo riguarda, ma posso provarci.»
«Stasera al ballo lo troviamo e tu ci parli, mi sembra un buon compromesso» disse cercando di strapparmi un sorriso. Come sempre ci riuscì e io gli fui infinitamente grata, era la persona migliore che conoscessi.
«Sono preoccupata per Bonnie» dissi tornando a pensare al presente. «Ha incanalato troppo potere, se non lo gestisce bene potrebbe rimanerne completamente consumata.»
«Se riusciremo a farti parlare con Klaus non sarà necessario che Bonnie utilizzi i suoi poteri. Andrà tutto bene, vedrai.»
Quelle parole mi rincuorarono, ma non calmarono la mia ansia.

Cercai di scacciare ogni scenario raccapricciante che la mia mente mi mostrava scegliendo un vestito da indossare quella sera e riuscii nel mio intento. Alaric era riuscito ad inserire anche me e Damon nella lista degli chaperon così che potessimo essere tutti presenti. La festa era strepitosa, Caroline aveva un talento naturale per quelle cose. Tutti si stavano divertendo e sentire quella musica mi fece diventare nostalgica e Stefan decise di farmi ballare concedendomi qualche minuto di spensieratezza. Ad un certo punto, però, una ragazza si avvicinò ad Elena dicendole che Klaus la stava cercando, era stata soggiogata. Il panico mi assalì e iniziai a cercare nevroticamente Klaus senza riuscire a trovarlo. Poi, però, un'idea mi illuminò il volto; mi ricordai di una delle attività preferite da Klaus: cambiare corpo. Non avevo preso in considerazione quella ipotesi, ma era la strategia migliore per metterci sotto pressione. L'unico modo per tentare di battere Klaus era pensare come lui. Una delle sue streghe aveva sicuramente sciolto l'incantesimo della cripta e aveva fatto in modo che Klaus entrasse in un nuovo corpo così che non destasse sospetti. Sapeva che i fratelli Salvatore non ricordavano il suo aspetto, ma sapeva che io ero lì e per questo aveva deciso di presentarsi a noi con un altro volto, ma quale?
Chiesi ad Alaric di portare via Elena e Bonnie per proteggerle, avevo bisogno di tempo per pensare. Se Klaus aveva una strega dalla sua parte probabilmente sapeva che Bonnie aveva accumulato tutto quel potere e non volevo che la uccidesse. Mi scervellai per cercare di capire chi potesse essere posseduto, a Klaus serviva qualcuno che vivesse da solo, che non avesse famiglia, che ci conoscesse, ma che non fosse così tanto vicino a noi da creare sospetti, qualcuno come Alaric. Mi si gelò il sangue nelle vene e corsi dai fratelli Salvatore per dichiarare i miei sospetti. Presi dal terrore iniziammo a cercare Elena e Bonnie e le trovammo chiuse nella mensa con Alaric che confessò di essere Klaus. Rimasi immobile per qualche secondo e poi cercai di attirare l'attenzione di Klaus chiamando il suo nome. Fu tutto inutile, era completamente concentrato su Bonnie. Lei non poteva ucciderlo, se anche ci fosse riuscita lui avrebbe preso un altro corpo. Bonnie fece uscire Elena dalla mensa, sigillò la porta per impedirci di entrare e attaccò Klaus. Era molto potente, ma Klaus doveva essere sotto un incantesimo di protezione perché non sembrò subire i colpi di Bonnie. Lei era stremata, cercai di intervenire, ma contrastava i miei incantesimi. Stava utilizzando tutto il potere che aveva e se si fosse spinta troppo oltre sarebbe morta. Continuava e tenere duro, ma non riusciva a scalfire Klaus e dopo aver raggiunto l'apice si accasciò a terra. Klaus se la diede a gambe mentre noi raggiungemmo Bonnie. Non ci importava più di lui, volevamo solamente assicurarci che lei stesse bene. Ci avvicinammo a lei cercando di rianimarla. Non respirava più. Elena iniziò a singhiozzare e io rimasi paralizzata. Non poteva finire così, Bonnie non poteva essere morta per nulla. Mi inginocchiai accanto a lei sperando che si trattasse di un malinteso. Lei era immobile, inerme. Ad un certo punto, però, notai che il petto di Bonnie aveva ricominciato ad alzarsi e abbassarsi, il suo cuore aveva ricominciato a pompare sangue, non potevo crederci. Dopo qualche istante Bonnie riaprì gli occhi e si mise a ridere. Ero così sollevata che non fosse morta che le buttai le braccia al collo rischiando di strangolarla, Elena era così sconvolta che non riuscì a proferire parla. Chiesi subito spiegazioni a Damon che sembrava essere complice e mi disse che volevano che Klaus credesse che Bonnie fosse morta così da essere in vantaggio. Non ce lo avevano detto per fare in modo che le nostre reazioni fossero reali così che risultasse tutto più credibile. Ero talmente sbalordita e sollevata che iniziai a ridere e piangere contemporaneamente. Ero appena diventata consapevole che la nostra battaglia contro Klaus era reale e che da qual momento si iniziava a fare sul serio.

Dopo giorni di nulla, iniziammo ad uscire di testa. Klaus non stava facendo nulla, ci stava lasciando in attesa aspettando che ci consumassimo nella frustrazione. Elena decise di compiere una scelta disperata. Era preoccupata per la sua migliore amica e tutti continuavano a dirle cosa fare senza che lei potesse avere voce in capitolo. Era umana e per questo veniva vista da tutti come una bambola di porcellana, ma era forte, tenace e non avrebbe mai permesso a nessuno di morire per lei. Tolse il pugnale ad Elijah e l'obbligò a raccontarle la verità.
Lui fu colpito dal suo coraggio e dalla sua fiducia e per questo gli rivelò che la maledizione del sole e della luna non esisteva, era stata inventata da lui e da Klaus con l'unico scopo di trovare la pietra di luna e la doppelgänger. Klaus aveva bisogno di questi due "ingredienti" per spezzare un'altra maledizione che lo riguardava in prima persona. Klaus non era il figlio legittimo di Mikael. Esther aveva giaciuto con un altro uomo, un licantropo, con cui aveva avuto Klaus senza dirlo a nessuno. Dentro Klaus, quindi, c'era sempre stata una parte di lupo. Quando si trasformò, Esther represse la sua parte da licantropo per non farlo diventare una creatura troppo potente e pericolosa per gli altri e per sé stesso. Molti anni dopo Klaus scoprì la sua vera natura e così trovò il modo di uscire da questa costrizione. Se fosse riuscito a spezzare la maledizione sarebbe diventato un ibrido: una creatura immortale metà vampiro e metà licantropo. 

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