Evolversi, cambiare, crescere. Queste tre cose sono scontate nella vita di ogni umano. Questo non significa che facciano meno paura, ma che sono più facilmente accettabili. Io ho smesso di crescere a venticinque anni eppure ho continuato ad evolvermi per duecento anni scoprendo musica, cibo, arte, cultura che non avevo mai sperimentato prima. Crescere significa maturare, accettare i cambiamenti con occhio critico, senza paura. Il cambiamento, però, continua a spaventare l'uomo perché è qualcosa di ignoto, qualcosa che nessuno conosce. Nessuno è a conoscenza delle possibili conseguenze ad un cambiamento e se da una parte è terrificante, dall'altra e irrimediabilmente eccitante. Quando un cambiamento distrugge una famiglia, però, l'eccitazione scompare lasciando spazio solo alla paura. Il terrore di non riuscire a sistemare le cose, il terrore di vedere le persone che avevano fatto tanti passi avanti tornare nell'abisso, il terrore che tutti gli sforzi non siano serviti a niente e che anzi, abbiano solo peggiorato le cose.
Così mi sentivo.
Ero terrorizzata.«Sei pronta?» chiese Hayley trascinando giù dalle scale l'ennesimo trolley.
«Sì, arrivo» risposi risvegliandomi dai miei pensieri.
Erano passate due settimane da quando il Vuoto era stato sconfitto eppure nell'aria non si respirava per niente lo spirito di festa.
«Volete dirmi dove stiamo andando?» protestai.
«No, è una sorpresa» rispose Hope sorridente.
«Odio essere lasciata sulle spine!» dissi fingendo di essere offesa.
Presi Hope in braccio e le feci fare una piroetta nell'aria come una vera ballerina. Lei rise e mi buttò le braccia al collo abbracciandomi.
«Ma se i bagagli sono i tuoi perché dovrebbe essere una sorpresa per me?» domandai impaziente.
«Lo vedrai» disse Hayley senza voler rivelare di più. «Direi che ho preso tutto» disse analizzando le cinque valige che la circondavano.
«Fate buon viaggio» disse Freya raggiungendoci in cortile.
Ci abbracciamo e le promisi che ci saremmo riviste presto. Salutai affettuosamente anche Keelin che ormai era una di famiglia. Hope saltellava per tutto il cortile entusiasta di partire e mi prese per mano spingendomi fino al portone principale dove Hayley ci aspettava con le valige. Raggiungemmo la macchina e dopo che Hope fu sistemata sul seggiolino partimmo. Viaggiammo per molte ore e tra canzoni cantate a squarcia gola e filastrocche riuscimmo a sopportare il lungo tragitto. Hope si era addormentata da un po' e io continuavo a ragionare cercando di capire quale fosse la nostra meta.
«Stiamo andando a Mystic Falls?» chiesi sorpresa appena passammo il cartello che ci dava il benvenuto in Virginia.
«Sì» ammise Hayley.
«Perché non me lo hai detto?» domandai sconcertata.
«Volevo che fosse una sorpresa e poi non volevo metterti pressione» si giustificò lei.
Ero tornata in vita da più di un mese ormai, eppure oltre a Bonnie nessuno sapeva che ero tornata. Lei dopo averci aiutato a separare il Vuoto era tornata a casa senza avermi dato delle vere e proprie notizie sulla vita dei nostri amici. Era rimasta sul vago come se ci fosse stato qualcosa di tremendo che mi stava nascondendo.
«Sai qualcosa che io non so, vero?» chiesi dopo averci riflettuto.
«Sono cambiate molte cose in questi anni e non voglio che tu scopra quello che è successo nel modo sbagliato» disse lei cercando di suonare rassicurante.
«Cosa c'entra Hope con tutto questo?» domandai per avere un quadro più ampio.
«Mentre cercavamo i resti di Inadu ho chiesto l'aiuto di Alaric che, dopo avermi aiutato, mi ha raccontato che ha aperto, insieme a Caroline, una scuola per bambini e ragazzi speciali» spiegò.
«Tipo x-men?» chiesi ironica.
«Esatto» rispose lei sorridendo. «Lo hanno fatto principalmente per le loro figlie, ma hanno scoperto che ci sono moltissimi giovani che non possono essere gestiti dai loro genitori. In quella scuola imparano l'autocontrollo e socializzano con persone uguali a loro, senza sentirsi strani o diversi. Hope ha delle capacità uniche che se non vengono modellate correttamente possono rivelarsi pericolose per lei e per gli altri. Alaric è stato così gentile da invitarla a frequentare quella scuola e visto che ora sono sola mi sembra la scelta migliore.»
«Credo che sia giusto» dissi dandole il mio appoggio. «Anche io ho frequentato una scuola di streghe quando avevo la sua età e mi ha aperto la mente facendomi scoprire cose di cui non immaginavo l'esistenza.»
Il resto del viaggio proseguì velocemente e mentre ascoltavamo la musica, mi chiedevo che effetto mi avrebbe fatto rivedere tutti i miei amici.
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Sifane
General FictionUna ragazza con un passato travagliato e con un dono speciale. Dopo un incontro inaspettato la sua vita cambierà per sempre e dovrà fare i conti con il tempo che passa. Una ragazza gentile, fedele, sempre pronta ad aiutare gli altri, dovrà confront...