36.

35 2 1
                                    

I sensi di colpa si fecero strada in me come il fuoco spinto dal vento. Non riuscivo più a dormire e ogni volta che pensavo a quello che avevo fatto mi vergognavo di me stessa. Decisi di rimanere in città con Caroline e Tyler, mentre gli altri partivano alla ricerca della cura sotto la guida di Shane. Da quello che sapeva, la cura si trovava a nord del Canada in una isoletta all'interno della baia di Hudson. Ci aveva confessato che ci era già stato in passato per cercare di rivedere sua moglie. Anni prima quando l'isola era solo un luogo sconosciuto, alcuni minatori stavano scavando un pozzo e vennero ritrovati tutti morti, si erano dissanguati senza nessuno motivo. Così nacque la leggenda che tutti quelli che avrebbero offerto il loro sangue all'isola avrebbero potuto rivedere i loro cari defunti. Frotte di esploratori andarono sull'isola per cercare la verità e alcuni di loro diedero la colpa al vento che colpendo le pareti del pozzo sembrava prendere la parola. Tutto questo sarebbe stato esaltato dalle allucinazioni causate dalla flora velenosa. Però, per quelli che credono nella magia, è tutto vero. Shane era andato sull'isola per testare questa teoria e aveva effettivamente rivisto sua moglie. Più scendeva nel pozzo e più le voci aumentavano e più sangue offriva e più la vedeva davanti a sé. Per questo era diventato ossessionato da Silas, sperava che lui la riportasse indietro.
L'incantesimo che Bonnie aveva fatto per imprigionare Klaus era legato alla luna nuova, il che significava che la cura doveva essere trovata in tre giorni prima che Klaus avesse la possibilità di fuggire.

Il compito di chi era rimasto a Mystic Falls era controllare Klaus e rendersi disponibili in caso quelli sull'isola avessero bisogno d'aiuto. Nonostante le mie paure Caroline mi convinse di andare a casa di Elena almeno per togliere il cadavere di Kol e seppellirlo. Una volta entrate trovammo Tyler seduto al bancone della cucina.
«Cosa ci fai qua?» chiese Caroline sorpresa.
«Gongolo» rispose lui alzando un bicchiere in aria come per fare un brindisi.
«Ciao Caroline» disse Klaus dal salotto.
«Torna a casa» disse Caroline rivolta a Tyler. «Non ti abbassare al suo livello.»
«Ha distrutto la mia vita» ribatté Tyler pieno di rancore. «Voglio essere presente ad ogni istante di queste patetiche prossime ore, finché non lo potrò uccidere con la cura.»
«Va bene» dissi intromettendomi. «Puoi gongolare mentre fai altro, dobbiamo mettere a posto la casa.»
Coprimmo il corpo di Kol con un telo e cercammo di capire dove e come seppellirlo.
«La madre di Tyler è morta» disse Klaus attirando l'attenzione. «Ora che è morto anche mio fratello, siamo pari. Tirami fuori di qui» ordinò fissandomi.
«Io non ho intenzione di fare nulla» dissi con voce ferma. «Non mi fido delle tue parole.»
«Come siete bravi a dimenticare il passato» si lamentò Klaus. «Non vi ricordate la volta in cui salvai Tyler dalla miseria di essere un licantropo o quando ho deciso di risparmiarvi tutti ogni volta che avete provato ad uccidermi.»
«Come puoi dire delle cose del genere?» si meravigliò Caroline. «Hai ucciso la madre di Tyler e non dimentichiamoci che siamo nella casa in cui abitava Jenna, la zia di Elena. Pensavi veramente che il tuo fascino ci avrebbe fatto dimenticare come hai ucciso anche lei?» chiese retorica. «Io non ci sto al tuo gioco, non mi fiderò mai di te. Non sei neanche degno delle calorie che brucio parlando con te.»
Con uno scatto impercettibile Klaus spezzò uno dei bracci dell'appendiabiti e lo piantò nello stomaco di Caroline oltrepassando la barriera. Lo usò per spingerla verso di lui e poi la morse facendola cadere a terra incosciente.
«No!» gridò Tyler sconvolto.
Io sussultai e corsi in avanti per accertarsi che Caroline stesse bene.
«Valeva la pena bruciare qualche caloria» disse Klaus beffardo pulendosi il sangue dalla bocca.
«Brutto...» mormorò Tyler a denti stretti avvicinandosi a Klaus.
«Aspetta» dissi trattenendolo per un braccio. «L'incantesimo di Bonnie permette a tutti di entrare, ma a nessuno di uscire. Se entri tu ti ucciderà senza esitare, entro io.»
«Cosa ti fa pensare che ti risparmierò?» domandò Klaus minaccioso.
«Nulla» risposi io facendo un passo oltre la barriera.
Corsi da Caroline che pian piano stava riprendendo conoscenza. Era nel panico più totale. Sapeva che se nessuno l'avrebbe aiutata sarebbe morta in preda al veleno di licantropo.
«Davi calmarti Caroline» dissi accarezzandole le spalle. «Posso guarirti, ma solo se respiri profondamente e ti calmi.»
«Io non credo proprio» disse Klaus trascinandomi via per un braccio.
«Cosa vuoi fare?» chiesi affannata.
«Avere una soddisfazione» rispose lui bloccandomi le mani con un braccio.
Mi fece girare in modo che Tyler potesse vedere cosa stava succedendo, prese il braccio dell'attaccapanni che aveva usato per trafiggere Caroline e lo puntò al mio petto.
«Lasciala andare» disse Tyler cercando di non far trasparire la sua paura.
«Implorami di salvarle la vita» disse Klaus maligno. «Se lei muore Caroline non avrà nessuna speranza di salvarsi.»
«Vuoi ricordarmi che sarò sempre impotente rispetto a te?» domandò Tyler incredulo. «Va bene, hai vinto. Non sono niente rispetto a te, ora salvale, ti prego.»
«Mi dispiace, ma non ho ancora sentito bene» insistette Klaus.
«Ti imploro, salva le loro vite» disse Tyler rassegnato.
«Vedi, ora mi stai dicendo solo quello che voglio sentire» osservò Klaus. «Sono ore che continui a dirmi quanto io sia patetico e non credi che ora sarei ancora più patetico se ti aiutassi? In più poche ore fa hai annunciato l'intenzione di volermi uccidere tergiversando sulle modalità perché vuoi che la mia morte abbia un certo stile.»
«Sarò di nuovo il tuo schiavo» mormorò Tyler arrendendosi. «Farò tutto quello che vuoi, ma tu devi salvarle entrambe.»
«No» sentenziò Klaus.
Mi spezzò il collo con un movimento secco e rapido, persi di nuovo conoscenza.

SifaneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora