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La mattina seguente mi svegliai di buon'ora per lavorare sull'incantesimo della sera precedente. Qualcosa doveva essere andato storto perché Rebekah continuava a non dare segni di vita. Prima di uscire chiesi di Hope a Klaus e lui mi raccontò l'emozione unica che aveva provato rivedendola. Mi si riempì il cuore e fui felice di sapere che Hayley era rimasta con Elijah e la piccola. Mentre mi dirigevo verso il Tremé, un quartiere di streghe estremiste, ma molto informate, incontrai Kol. Sembrava allegro e mi invitò a fare colazione con lui. Cercai disperatamente di rifiutare, ma la sua caparbietà ebbe la meglio.
Ci sedemmo in un bar e ordinammo, l'imbarazzo era palese, ma entrambi lo mascheravamo bene. Gli chiesi il motivo per cui sembrava sprizzare gioia da tutti i pori e lui mi rispose raccontandomi una storia. Durante il Natale del 1914, mentre io ero a Parigi con Stefan e Lexi, Klaus gli aveva tolto il pugnale dal petto e avevano passato le feste insieme. L'idea di creare una daga contro Klaus si era insediata all'ora nella mente diabolica del minore dei Mikaelson. Per farlo, però, aveva bisogno di un diamante di paragone; quello che mi aveva mostrato era la versione limitata, quello originale era ancora in possesso di Klaus. Durante la festa della vigilia Kol aveva cercato di prendere a Klaus il diamante, ma non ebbe successo perché venne scoperto da Rebekah che riferì tutto Klaus. Per questo lui lo pugnalò di nuovo. Rebekah lo aveva tradito e lui voleva vendicarsi.
«Che cosa le hai fatto?» chiesi allarmata.
«Non preoccuparti Tesoro, non le ho fatto del male.» disse. «Lo solamente infilata in un altro corpo.»
«Il corpo di chi?» domandai.
«Quel Natale Klaus non ha punito solo me, ma anche le mie amiche streghe. Le ha rinchiuse nella villa della ricca vedova Fauline. In tutti questi decenni è diventato un vero ritrovo per streghe di tutti i tipi. Tutti possono entrare e nessuno può uscire. Rebekah si troverà a suo agio in una prigione creata da Klaus» commentò sarcastico.
«Non ci credo» dissi incredula.
«Credici» ribatté beffardo. «L'ho infilata nel corpo di una di quelle streghe.»
Ero basita. Presi la giacca e uscii dal locale senza pensarci. Kol mi seguii cercandomi di fermarmi.
«Andiamo Jud» disse prendendomi il polso. «La tua bussola morale è troppo equilibrata. Prima o poi la tirerò fuori, voglio solo divertirmi un po'.»
«Questo non è divertente!» sibilai tirando via il braccio dalla sua mano. «Quel posto è famoso per essere pieno di streghe pazze che sono chiuse lì per un motivo, sono pericolose.»
«Non le faranno niente, fidati» disse avvicinandosi.
«Come posso fidarmi quando dopo che avevamo accordato un piano, ti sei intromesso nel mio incantesimo rinchiudendo tua sorella in un manicomio di streghe?» chiesi furiosa.
«Avevamo un conto in sospeso» si giustificò.
«Un conto iniziato cento anni fa!» obbiettai. «Impara a superare i torti del passato o non sopravvivrai in questa famiglia. Vuoi vendicarti di Klaus e lo capisco, ha ferito anche me in passato, ma se solo provassi a parlarci per più di due secondi ti accorgeresti che è una persona completamente diversa da quella che ricordi.»
«Per questo mi piaci» disse guardandomi negli occhi. «Non hai paura di dire quello che pensi e difendi le persone ami.»
«Non cambiare discorso, sono molto arrabbiata in questo momento» dissi drizzandomi cercando di competere con la sua altezza.
«Oh andiamo» disse facendomi un buffetto sulla guancia. «Credo sia impossibile essere arrabbiati con questo bel faccino».
Si indicò il volto e un mezzo sorriso incrinò la mia espressine arrabbiata.
«Visto che ti faccio ridere» disse orgoglioso. «Si vede lontano un miglio che c'è qualcosa sotto, probabilmente se già follemente innamorata di me.»
«Adesso non esageriamo» dissi incrociando le braccia. «Ti trovo solo carino.»
«Mi basta» disse sincero. «Sei una delle persone più incredibili che io abbia mai incontrato. Lo so da quando ti ho incontrata a Mystic Falls, non ho fatto altro che pensare a te.»
«Kol io non...posso» dissi con le spalle al muro.
C'era qualcosa tra di noi, era innegabile, ma lui era il fratello di Klaus e poi non ero pronta a tuffarmi in una cosa che non sapevo come sarebbe finita.
«Non ti sto chiedendo di fare nulla, voglio solo che tu lo dica» disse Kol prendendomi le mani.
«Cosa vuoi che dica?» chiesi atterrita. «Che l'ultima volta che ho davvero amato è stata piò di quaranta anni fa e che ne sono uscita distrutta. Vuoi che ti dica che quando ci siamo conosciuti mi sono innamorata in meno di una settimana? Vuoi che dica che quando Davina è morta sei stata la prima persona che ho chiamato e che quando ho scoperto chi eri veramente il mio cuore si è spezzato, è questo che vuoi che ti dica? Vuoi sapere se mi piaci? Sì mi piaci e molto. Sei intelligente, divertente e furbo, ma non fai mai la cosa giusta e sei distrutto per colpa dei tuoi genitori e per la vita che sei stato costretto a condurre. Questo mi attira come nient'altro al mondo perché a quanto pare non posso fare a meno di aiutare gli altri. Per cui deve valerne la pena perché io non potrei sopportare...»
Non riuscii neanche a finire la frase. Kol si precipitò sulle mi labbra tenendomi le guance con le mani e baciandomi dolcemente. Non riuscii più a pensar a nulla. Ero in pace.
«Ne vale la pena, te lo prometto» disse abbracciandomi forte.

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