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Caroline voleva incontrami a casa Lockwood. Mi aveva tartassato di telefonate costringendomi a scendere dal letto all'alba. Era stata vaga, ma molto convincente. Alla fine avevo ceduto e dopo aver fatto colazione con dello zero negativo, salii in macchina per raggiungere casa del sindaco. Carol era sempre stata molto gentile con me e adesso che suo figlio era tornato sotto il suo tetto era rifiorita facendo in modo che casa loro fosse sempre perfetta. Mi offrì del tè che non potei rifiutare e poi mi lasciò parlare con Caroline da sola quando questa mi raggiunse in salotto insieme a Tyler.
«Ciao ragazzi, come state?» chiesi interessata.
«Molto meglio ora che non sono più sotto il controllo ossessivo di Klaus» rispose Tyler sorridendo.
«Mi dispiace per quello che è successo al Grill con quell'ibrido, lo conoscevi?» domandai.
«Sì, si chiamava Jared ed eravamo amici. Ho provato a persuaderlo, ma Klaus gli aveva dato un ordine preciso e lui non poteva opporsi.»
«Di questo volevamo parlarti» disse Caroline sedendosi di fronte a me. «Sui monti Appalachi Tyler è riuscito a spezzare il vincolo di asservimento trasformandosi centinaia di volte così da comprendere fino in fondo la sua natura. Gli ibridi sono riconoscenti a Klaus perché credono che li abbia liberati dalla loro condizione, ma non è così. Quello che vogliamo fare è convincere gli altri ibridi a spezzare il legame, così che possano ribellarsi a Klaus.»
«Cosa volete esattamente da me?» chiesi sospettosa.
«Solo un parere» mi rassicurò Caroline. «Credi che sarebbe possibile?»
«Credo che se Tyler ci è riuscito possono farlo anche gli altri» risposi convinta. «Ma se gli ibridi si rivoltano a Klaus lui li ucciderà tutti senza esitare.»
«Siamo pronti a correre il rischio» ribatté Tyler arrogante.
«Tu lo sei» dissi severa. «Ma non sono sicura che tutti siano pronti a morire per la libertà. Non potete costringerli a farlo e se non sarete tutti uniti non funzionerà. C'è una possibilità su un milione che Klaus vi lasci andare e se sarete divisi non avrete neanche quella.»
«Hai ragione» ammise Tyler. «Per questo dobbiamo convincerli tutti.»
«Hai fatto tutto da solo sugli Appallaci?» domandai curiosa.
«No, sono stato aiutato» ammise. «Dovrebbe tronare tra poco, si chiama Hayley. È venuta a trovarmi e vuole aiutare gli altri come ha aiutato me.»
Pranzammo insieme chiacchierando animatamente e poi verso il primo pomeriggio sentimmo la porta principale aprirsi e dei passi leggeri salire le scale. Dal salotto spuntò una ragazza con lunghi capelli marroni e con occhi a mandorla tendenti al verde. Aveva le labbra carnose e gli zigomi pronunciati, era snella e tonica e un sorriso malizioso le illuminava il volto.
«Tu devi essere Judith, la strega di cui mi ha parlato Tyler» disse venendo verso di me sporgendomi la mano.
Io la strinsi e confermai la sua ipotesi.
«Tu, invece, sei Hayley, giusto?» domandai gentile.
«Esatto, è bello conoscere un'amica di Tyler» rispose raggiante.
Passammo qualche ora tutti insieme per conoscerci meglio e lei mi fece una bellissima impressione. Era arguta ed ironica, ma anche garbata e gentile. Aveva già conosciuto Klaus da quando era lì, ma non si era lasciata intimidire e aveva proseguito con il suo piano di liberare glia altri ibridi.

Verso metà pomeriggio ricevetti una telefonata da Damon che senza neanche salutarmi andò dritto al punto.
«Sai come spezzare una maledizione dovuta alla morte di un cacciatore?» chiese speranzoso.
«Non sono un'enciclopedia delle streghe, di cosa stai parlando?» chiesi scombussolata.
«A quanto pare dopo che uno dei cinque viene ucciso da un vampiro quest'ultimo è maledetto e inizia a vedere delle cose che lo portano al suicidio» sintetizzò.
«Sta succedendo ad Elena?» chiesi preoccupata.
«Sì» confermò lui. «Klaus dice di aver già provato una cosa del genere sulla sua pelle e l'ha presa con sé. Stefan ha già ideato un piano per riprendersela, ma ci servirà l'aiuto di Caroline e Tyler» spiegò.
«Nessun problema, sono qui con me. Se Elena è vittima di un incantesimo posso provare ad assorbirlo, ma devo toccarla per farlo» dissi agitata.
«Va bene, quando Stefan recupererà Elena la porteremo da te. Ora metti il vivavoce per favore.»
Ubbidii in modo che anche Caroline e Tyler potessero ascoltare e aspettai che Damon di desse istruzioni.
«Presumiamo che il posto in cui Klaus tiene Elena nascosta sia sorvegliato dai suoi ibridi, quindi dovete fare in modo di distrarli» illustrò preciso.
«Possiamo fare di meglio» intervenne Tyler. «Questa mattina Carter, uno degli ibridi, è stato chiamato da Klaus per un incarico segreto. Lui però è dalla nostra parte è come me non è più asservito a Klaus. Se è lui a farle da guardia ci aiuterà.»
«Perfetto, voi assicuratevi che sia così, noi pensiamo al resto» disse per poi chiudere la telefonata.
Tyler si mise subito al lavoro per capire dove fosse Carter e se stava sorvegliando Elena. Per nostra fortuna era così e mandammo la posizione a Stefan che andò subito da lei liberandola. Lei però continuava ad essere in preda alle allucinazioni e fuggì da Stefan. Intanto Carter arrivò a casa Lockwood e iniziò a preparare le valige, se Klaus avesse scoperto cosa aveva fatto, non gliela avrebbe sicuramente fatta passare liscia
«Io vado ad aiutare a cercare Elena» disse Caroline decisa. «Voi assicuratevi che Carter lasci la città sano e salvo» ordinò.
Annuimmo alle sue istruzioni e lei uscì di casa veloce come il vento. Arrivò il momento di salutare Carter che mi ringraziò per averlo aiutato a fuggire. In realtà non avevo fatto nulla se non comprargli il biglietto aereo per l'Europa, ma fui comunque felice dei suoi ringraziamenti. Ci avviammo verso l'ingresso per accompagnarlo all'uscita quando la porta principale si aprì da sola rivelando la figura imponente di Klaus.
«Vai da qualche parte?» chiese fintamente gentile notando la valigia.
Non attese risposta e prese Carter per la gola spingendolo conto il muro.
«Quando ti ho detto di non perdere Elena di vista, secondo te cosa intendevo?» domandò stringendo ancora di più la presa sul suo collo impedendogli di respirare.
«Non è colpa sua» lo interruppe Tyler. «È mia, l'ho distratto. La colpa è mia se è fuggita!» esclamò.
«Allora forse dovresti essere tu a morire» lo minacciò Klaus non mollando la presa su Carter.
«Nessuno deve morire!» contestai io.
«Tu non intrometterti» ringhiò Klaus verso di me.
«Tyler sta coprendo me, sono io che l'ho lasciata andare» disse Hayley coraggiosamente. «Vuoi la morte di qualcuno?» chiese nonostante le proteste di Tyler. «Uccidi me. Preferisco morire che diventare come una delle tue puttanelle.»
«Non mi tentare piccola lupa» disse lui beffardo lasciando finalmente andare Carter che cadde a terra pregando per un po' d'aria.
«Tu esisti solo per servire me» gli disse rimettendolo in piedi. «Per compiacermi, hai capito?»
«Mi dispiace» piagnucolò lui. «Non ti deluderò più» promise.
«No, sono certo che non lo farai. Ora vattene via» ordinò.
Rimanemmo tutti sorpresi da quella affermazione, ma Carter non ci pensò due volte e aprì la porta principale per uscire. Stefan però lo bloccò conficcandogli un paletto nel fianco. Hayley urlò terrorizzata e Tyler lo guardò sconcertato. Jeremy entrò dopo Stefan con una grossa ascia in mano.
«Che cosa stai facendo?» gridò Tyler.
«Mi dispiace tanto» mormorò Stefan.
Jeremy fece roteare l'ascia sopra la sua testa e poi la conficcò nel cuore di Carter uccidendolo. Hayley gridò di nuovo e si coprì gli occhi con le mani per non assistere a quello spettacolo osceno.
«Ben fatto» commentò Klaus fiero. «Sembra che a Mystic Falls sia arrivato un nuovo cacciatore.»
«Che cosa significa?» chiesi allibita.
«Per spezzare la maledizione che gravava su Elena un altro cacciatore doveva sorgere e visto che Jeremy era l'unico a vedere i tatuaggi di Connor, era un potenziale» spiegò Klaus asettico.
«Ha quasi diciott'anni ed ha appena ucciso una persona!» feci notare scioccata.
«Questo non è un mio problema. Pulite voi, vero?» chiese uscendo dalla porta principale.
Ero senza parole e non riuscivo nemmeno a guardare Stefan negli occhi, mi ripugnava. Uscii anche io da casa Lockwood e tornai casa Salvatore per chiudermi nella mia stanza.

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