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Nei giorni seguenti decisi di stare da Hayley così da occuparmi di Hope mentre lei cercava di convivere con il lutto. Klaus veniva a trovarci spesso, ma Hayley continuava a non gradire particolarmente la sua presenza. Non era facile e io lo sapevo bene. Adoravo passare del tempo con Hope e volevo molto bene ad Hayley, erano due persone fondamentali nella mia vita e non le avrei abbandonate in quella difficile situazione. In più a Palazzo regnava il caos visto che Cami aveva deciso di completare la transizione diventando un vampiro, non la biasimavo, io avevo fatto lo stesso, ma Klaus le aveva subito procurato un anello solare e lei era già uscita di casa senza alcun controllo. Ero consapevole che Cami era dotata di una forte forza di volontà, ma nei primi mesi dopo la trasformazione è difficile controllarsi per tutti, soprattutto se si ha Klaus come mentore che non impone nessuna regola. Per quanto mi interessasse aiutare Cami, dovevo fare una cosa per volta e in quel momento il mio obbiettivo era consolare Hayley.

Andai al Ninth Ward per comprare delle erbe che mi servivano per preparare degli infusi rilassanti, ma nessuno volle vedermi niente. Non mi guardavano neanche. Mi feriva molto non essere riconosciuta dalla mia comunità, mi vergognavo, ma ormai non potevo più tornare indietro.
«Mi stai seguendo?» dissi alla presenza che si fingeva la mia ombra.
«Se mai ti controllo» disse la voce calda e possente di Aya.
«Non abbiamo niente di cui discutere» dissi schietta sorpassandola.
«Io direi di sì» disse trattenendomi per un braccio.
Mi guardò in cagnesco e continuò a tenermi stretta. Io non reagii, non avevo intenzione di fare una scenata.
«Credevo che te ne saresti andata dopo che il tuo mentore è diventato cibo per pesci.»
Non avevo intenzione di reagire fisicamente, ma non potevo resistere allo scherno.
«Attenta a come parli» disse minacciosa stringendomi ancora di più il braccio. «Tristan era un grande uomo e io provavo un grande rispetto per lui.»
«Certo, lo hai dimostrato prendendo il suo posto nella Strige senza neanche passare dal via» ribattei tagliente.
Lei furiosa mi alzò il braccio sopra la testa e dandomi un calcio alle gambe mi obbligò ad inginocchiami. Eravamo in mezzo a centinaia di banchetti eppure nessuno alzò lo sguardo verso di me neanche un secondo.
«Si vede che discendi da Klaus» disse lasciandomi il braccio.
Io caddi in avanti e una risata amara mi uscì dalla bocca.
«Sei priva di eleganza e credi che sia tutto un gioco» aggiunse.
«Meglio discendere da un pazzo che da un ipocrita» dissi a denti stretti.
Purtroppo lei udì le mie parole e mi sferrò un calcio in pancia che mi fece cadere sulla schiena.
«Va bene» dissi con il fiato spezzato cercando di rimettermi in piedi. «Questa potevo risparmiarmela, hai vinto. Cosa vuoi da me?»
«Voglio che tu venga con me» disse semplicemente. «Devo mostrarti una cosa.»
Non protestai e la seguii nella sua limousine.

Non viaggiammo molto e in breve tempo arrivammo nella sede della Strige dove ero stata invitata per l'iniziazione di Marcel. Era un po' che non lo vedevo, ma non dubitavo della sua lealtà, non lo avrei mai fatto. Durante il tragitto Aya mi aveva detto che la profezia parlava di un'arma capace di uccidere un Originale e che c'era un indovinello che portava ad essa. Credevamo che si trattasse della Serratura, ma l'arma in questione non avrebbe solo imprigionato gli Originali, ma li avrebbe sterminati definitivamente. Elijah era stato informato e si era messo subito sulle tracce di quell'arma. Continuavo a non capire che cosa volesse da me Aya, ma ormai ero entrata nella sede della sua società e non potevo più scappare. Aya mi condusse verso il retro dell'edificio verso un'ampia serra ricolma di fiori e piante esotiche. Adiacente ad essa c'era una stanza con una piscina profonda un metro, che in quel momento emanava un forte odore di timo. Era circondata da candele e da cinque ragazze inginocchiate coperte da mantelli neri che coprivano le loro teste con dei cappucci, erano immobili, come in preghiera. Le pareti erano ricoperte di mensole colme di libri, alcuni antichi, che riconobbi essere tutti grimori. Ampie finestre illuminavano la stanza anche se erano ricoperte da tende scure che rendevano la luce giallognola e tenue.
«Come saprai dalla tua esperienza» disse Aya facendomi strada. «Ogni vampiro che cerca il vero potere avrà bisogno dell'aiuto di una strega. Noi della Strige non facciamo eccezione. Ti presento le Sorelle, anime perdute con una straordinaria abilità nella magia. Quando le ho raccolte non erano altro che orfane o reiette, senza un posto dove stare, sole al mondo; finché non hanno trovato una casa, con noi.»
«La Strige ha una congrega personale?» chiesi allibita.
«Considerale delle consulenti in esclusiva. Se le vostre congreghe sono una candela che brucia, davanti ai tuoi occhi hai un incendio di massima intensità. È l'unica congrega al mondo in grado di lanciare questo.»
Mi porse una spessa pergamena ingiallita dal tempo e dopo aver letto i primi simboli incisi rabbrividii: era l'incantesimo per risvegliare i morti. Quello che avevo cercato per mesi, quello a cui Rebekah si era avvicinata troppo in Marocco.
«Che cosa vuoi da me?» chiesi dura.
«Mi assicurerò che tu abbia il potere di riportare in vita il tuo Kol, in cambio presterai giuramento di fedeltà e diventerai una Sorella. In questo modo il tuo più grande desiderio sarà alla tua portata. La domanda è: sei disposta a pagarne il prezzo?»
Rimasi in silenzio per un po' e poi scoppiai a ridere.
«Se si vede che discendo da Klaus, allora si vede che tu discendi da Elijah. Sei manipolatrice come lui. Dimmi la verità, il tuo cuore dighiaccio ha mai amato qualcuno?»
Lei ci pensò davvero per un momento e poi rispose: «Sì.»
«Allora come puoi farmi una cosa del genere?» chiesi deponendo le armi.
Non stavo scherzando, parlavo sinceramente.
«Io farei di tutto per Kol e tu lo sai, ma tutto questo non è un caso. È colpa vostra se ora quell'incantesimo non è mio, avete impedito voi a Rebekah di prenderlo. È colpa vostra se non ho una congrega alle spalle per compiere l'incantesimo, mi avete minacciata e Vincent mi ha bandito per proteggermi da voi, per quanto possa sembrare assurdo. Non sarò mai una di voi, dovessi anche rinunciare a Kol.»
Detto questo uscì dalla stanza arrivando al vialetto d'entrata dove dissi all'autista di riportarmi a casa.

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