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Hope era sempre stata una ragazza che si prendeva cura degli altri. Non poteva sopportare un'ingiustizia e aiutava il prossimo come meglio poteva. Per questo era stata espulsa: aveva dato un po' del suo sangue ad Henry. Lui era un licantropo che andava a scuola con lei ed era preso di mira perché giudicato diverso dai suoi simili. Era appassionato di poesie e non era atletico o sportivo come i suoi compagni. Per questo Hope aveva deciso di aiutarlo rendendolo un ibrido; Henry aveva bevuto il suo sangue e poi era morto buttandosi giù dalla finestra della biblioteca. Non erano questi i patti, lei aveva chiesto discrezione, ma lui aveva preferito dare spettacolo e Alaric li aveva scoperti. Aveva sospeso Hope e l'aveva rimandata a casa dopo un bel discorsetto. Lei non capiva la gravità delle sue azioni. Henry era andato da lei a chiedere aiuto e lei non aveva avuto cuore di rifiutare. Era una brava ragazza, ma era ancora ingenua e non capiva che un ragazzo ibrido avrebbe potuto portare il caos nelle fazioni.

«Non credevo fosse così grave» disse Hope dall'altra parte del telefono. «Ora ci sto male, non volevo creare problemi.»
«Io credo che tu abbia dimostrato un vero spirito imprenditoriale» disse ridendo Kol seduto di fianco a me.
«Sono diventata una spacciatrice di sangue ora» ribatté lei ironica.
«Non devi preoccuparti più di tanto» dissi rassicurante. «Sono sicura che tua madre saprà gestire la situazione. Ho sentito Marcel che mi ha detto che tornerà anche lui in città, magari riuscirà a calmare i vampiri.»
«Lo spero» disse Hope sincera.
«Comunque ogni famiglia ha bisogno di qualcuno che combini un po' di casini» disse Kol cercando di tirarle su il morale.
«Come mio padre?» domandò lei titubante.
«Parlavo di me. Klaus è di un'altra categoria» osservò Kol.
«L'avete sentito di recente?» chiese Hope speranzosa.
«Purtroppo no» dissi malinconica. «Non lo sentiamo da qualche settimana» mentii. «Sono sicura che ti pensa, però.»
«Sarà» ribatté Hope delusa.
Ci salutò calorosamente e poi chiuse la chiamata.

«Devo chiamare Rebekah» dissi a Kol dopo pranzo.
«Riguarda il fatto che Marcel sta tornado a New Orleans?» domandò Kol tagliente.
«Esatto» risposi sbuffando.
Per Rebekah quelli non erano giorni facili. Erano stati anni di grande serenità per lei, era davvero innamorata di Marcel e finalmente potevano vivere la loro storia d'amore come avevano sempre sognato. New York era la città perfetta: caotica, passionale, eccentrica, proprio come loro. Marcel, però, voleva di più. Voleva concretizzare il loro legame e le aveva chiesto di sposarlo. Lei non aveva accettato. Non poteva immaginare di fare un passo del genere lontano dalla sua famiglia. Per lei sposarsi era il sogno di una vita, ma non poteva farlo se non aveva affianco le persone che amava. Per Marcel, però, tutto questo sembrava superficiale. A lui bastava l'amore che provava e per questo avevano deciso di prendere una pausa. Lui l'aveva aspettata per tanto tempo e ora non era più disposto a farlo. Per questo decise di tornare nella sua città dove un tempo era stato re. Doveva curare il suo orgoglio e non c'era modo migliore per farlo che con una mandria di vampiri adoranti.

La situazione a New Orleans era tesa come una corda di violino. Hayley mi chiamava tutti i giorni per aggiornarmi e lo stesso faceva Marcel. Nella sua fazione un vampiro di nome Greta Hachet, aveva iniziato a richiedere una punizione per il giovane ibrido che Hope aveva trasformato. Per lei era una creatura contro natura che non aveva il diritto di esistere. Le cose precipitarono quando Henry, non riuscendo ancora a controllarsi, uccise Beth, una vampira conosciuta da tutti che lavorava al Rousseau come barista. Fu un duro colpo per la comunità e i vampiri richiesero giustizia pretendendo la testa di Henry. Hayley si propose di istruire il giovane e, anche se a fatica, Marcel riuscì a convincere i vampiri ad accettare la sua proposta. I vampiri, però, non erano contenti che il capo fosse tornato e non lo riconoscevano più come tale. Ormai non era più un semplice vampiro, aveva preso il siero inventato da Lucien ed era diventato qualcosa di nuovo. Secondo Greta e i suoi adepti non era più in grado di guidarli e, come gli ibridi, era un'offesa alla purezza della loro razza.

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