Dopo che ebbe finito di parlare con Hope, Klaus mi raggiunse nella mia camera.
«Hai intenzione di chiudermi qui dentro?» domandò ironico dopo aver chiuso la porta.
«Ammetto che il pensiero mi ha sfiorata, ma non ho intenzione di scegliere per te» risposi tornando seria.
«Di che cosa volevi parlarmi?» chiese sedendosi sulla poltrona pronto ad ascoltarmi.
«Ho trovato un modo per liberarci del Vuoto» dissi tutto d'un fiato.
Lui mi guardò attonito, senza trovare le parole per ribattere.
«In realtà è stato Elijah a trovarlo e ti sembrerà assurdo, ma forse è la cosa giusta da fare» dissi cercando di perorare la mia causa.
«Cosa prevedrebbe questo modo?» chiese Klaus accigliato.
«Elijah morirebbe al posto tuo» risposi diretta.
Lui si ritrasse, quasi come se non potesse sopportare le parole che uscivano dalla mia bocca.
«Mi stai chiedendo di far morire mio fratello al posto mio?» chiese sconcertato.
«Esatto» risposi semplicemente.
«Non se ne parla» sentenziò Klaus alzandosi in piedi. «Non voglio ascoltare altro.»
Fece per andarsene, ma io lo trattenni prendendogli la mano.
«Lascia almeno che ti spieghi» lo pregai.
Lui si voltò verso di me e osservando la mia disperazione mollò la presa sulla maniglia.
«Una parte del potere di Inadu è già dentro di Elijah» dissi cercando di mantenere la calma. «Volevamo permetterti di dire addio ed era l'unica maniera per fare in modo che fossi in te stasera. Subito dopo che ho diviso il potere, però, Elijah mi ha proposto la soluzione al nostro enigma. Ho vincolato lo spirito di Inadu al corpo di Elijah e nello stesso modo in cui usando il veleno di Marcel riuscirai a uccidere il Vuoto, così può fare lui. La differenza è che lui non ha una figlia e con la sua morte non lascerebbe un'orfana alle sue spalle. Voglio essere sincera con te, io non voglio che tu muoia non credo che riuscirei a sopportarlo. Egoisticamente potrei prendere il potere che hai dentro e chiuderti qui finché Elijah non si sarà ucciso, ma non ho intenzione di farlo. Capisco perché tu voglia sacrificarti, ma devi quantomeno prendere in considerazione l'idea che non sia l'opzione migliore.»
Feci una pausa dal mio monologo e guardai verso Klaus che fissava il pavimento senza dire una parola. Mi inginocchiai in modo che mi guardasse negli occhi e una lacrima mi bagnò la guancia.
«In verità non voglio che neanche Elijah muoia. Dopo che è morta Hayley credevo di volerlo, ma non è più così. Lui è l'uomo che mi ha cresciuta e come te ha formato la persona che sono oggi. Lui ha perso l'amore della sua vita e vuole sacrificarsi per noi per liberarci da un fardello che ci ha consumati fin troppo. Ho già spezzato il legame con la sua linea di sangue, è tutto pronto basta che tu mi dia la tua autorizzazione. Sto spudoratamente cercando di convincerti che la tua vita valga più della sua. So cosa ti sto chiedendo, lui è tuo fratello, la tua bussola morale, il tuo confidente, ma tu hai una figlia che non puoi lasciare da sola, in realtà ne hai tre.»
Avevo finito le mie argomentazioni e rimasi seduta sul pavimento osservando Klaus che faceva lo stesso dall'alto.
«Judith» disse dolcemente. «Sai perché ti abbiamo chiamata così?» domandò inginocchiandosi davanti a me.
Scossi lievemente la testa, non glielo avevo mai chiesto.
«La Bibbia racconta che Judith era una bella e ricca vedova di una città ebra presa d'assalto dagli assiri. Il capo della città voleva arrendersi, ma Judith non voleva saperne e decise di intervenire per salvare il suo popolo. Indossò i suoi abiti migliori e si recò nell'accampamento nemico dove venne catturata e condotta al cospetto del generale Oloferne. Lei gli propose di aiutarlo a conquistare la città e lui cadde nel suo tranello e fece organizzare un banchetto in suo onore. Alla fine delle celebrazioni i due rimasero soli e Judith afferrò la spada del generale e gli tagliò la testa senza esitazioni. Una volta ritornata in città tutti la acclamarono come eroina, la testa del generale assiro fu esposta sulle mura della città e l'esercito nemico si diede alla fuga» raccontò Klaus. «Il tuo nome significa "lodata" in ebraico e per qualche ragione mi suonava perfetto per te. Ho deciso di chiamare Marcel "piccolo guerriero" perché lo avevo visto lottare contro i suoi oppressori, invece il tuo nome è arrivato per caso. Non ho mai avuto un'intuizione più azzeccata. Tu sei nata per combattere, per ispirare le persone, hai un buon cuore e la gente si fida facilmente di te perché sai capire le emozioni altrui e non ti fai intimorire. Sei testarda quanto me e apprezzo davvero lo sforzo che hai fatto per me in questi giorni, ma non posso... Elijah ha già sofferto abbastanza, devo permettergli di avere una vita migliore di quella che ha avuto. Io ho tutto quello che ho sempre desiderato e sono pronto a lasciarlo andare se significherà che mia figlia, che i miei figli avranno un futuro migliore. Sono davvero fortunato ad averti conosciuta e non potrei che essere più fiero di te per quello che hai raggiunto. Tu porti il mio cognome e sei stata la prima a mostrarmi che c'era del bene in me, questo non lo dimenticherò mai.»
Fece una pausa e prese le mie tempie tra e sue mani. Mi lesse il terrore negli occhi e io mi specchiai nei sui cercando di cogliere le sue intenzioni.
«Ormai ho preso la mia decisione» disse cercando di celare le lacrime che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi. «Sai più di chiunque altro che nessuno riesce a smuovermi quando ho in testa un obbiettivo e questo e uno di quei casi.»
Mi baciò la fronte e si alzò in piedi pronto ad andare incontro al suo destino.
«Lui lo farà comunque» mormorai scossa dalle lacrime.
Lui si voltò non capendo a cosa mi stessi riferendo.
«Credi davvero che Elijah sopporterà di vivere senza suo fratello?» domandai retorica.
Klaus era fermo sull'uscio della porta e continuava a darmi le spalle attento alle mie parole.
«Quando sarai morto probabilmente chiederà a Marcel di ucciderlo e noi cosa avremo ottenuto? Due lutti, un'orfana e una famiglia spezzata. I Mikaelson non finiranno con te, hai ragione, ma di sicuro non saranno più gli stessi.»
Klaus attese la fine delle mie parole e poi uscì dalla stanza lasciandomi da sola su pavimento.
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Sifane
General FictionUna ragazza con un passato travagliato e con un dono speciale. Dopo un incontro inaspettato la sua vita cambierà per sempre e dovrà fare i conti con il tempo che passa. Una ragazza gentile, fedele, sempre pronta ad aiutare gli altri, dovrà confront...