<Non voglio che mi salga addosso un ragno.>
<Non ti sale addosso nessun ragno.>
<Che ne sai? Io rimango in piedi.>
Era un po' che non uscivano da soli, non sapevano bene perché. Quando erano in giro con Eva e Lara si avvolgevano in una bolla di protezione che faceva loro da scudo contro gli sguardi degli altri. Creavano, così, una situazione di artificiale calma alla quale odiavano abituarsi.
A Francesco non bastava. Gli era capitato di guardare le altre persone, di sera, quando il cielo imbruniva e qualche turista finiva per caso sulle strade del paese. Alcuni si tenevano per mano e, in particolare, il ragazzo aveva osservato una coppia. Lui aveva una camicia un po' larga, celeste, lei teneva i capelli raccolti in una coda e si fermava a fotografare i gatti che chiudevano pigramente gli occhi sui muretti. Non li aveva mai visti lì, probabilmente la loro unica intenzione era quella di cenare in una trattoria e perdersi nelle parole dell'oste di turno. Si tenevano per mano e, a un certo punto, lui le aveva dato un bacio. Lei sorrideva, mentre un gatto rosso faceva le fusa attorno alle loro gambe. Stavano insieme, nella luce calda del tramonto, si illuminavano di quella tranquillità che lui e Axel, invece, non riuscivano ad avere.
L'ultima volta che Francesco aveva baciato Axel era stato costretto a staccarsi da lui. Si era impegnato a trovare il posto più discreto, un vicoletto buio tra una chiesa e un negozio di alimentari in disuso, inoltre si era pure ripromesso di fare in fretta, un bacino veloce, solo per far sorridere Axel e sentirlo infinitamente più vicino. Ma, dal niente, era giunto all'imbocco del vicolo un contadino munito di rastrello, così Axel aveva spinto via Francesco, mentre sulle labbra aleggiava ancora il tocco di un bacio mai dato.
A Francesco non bastava, non bastava più.
A peggiorare le cose c'era sua madre che aveva cominciato a fare domande. Ilenia era andata, una sera, a cena con i genitori di Eva, da lì aveva scoperto della volta in cui i loro figli erano andati al mare e il fatto che Francesco non gliel'avesse mai rivelato l'aveva insospettita a dismisura. Lui non aveva mai sentito il bisogno di nascondere qualcosa, e quello che nascondeva non veniva mai fuori, ma forse fu per questo che la madre non poté più fare a meno di intuire il segreto di cui ognuno aveva paura.
Non aveva mai domandato a Francesco nulla di esplicito, bensì aveva cominciato a chiamarlo più spesso e a passare con lui una quantità di tempo che mai si erano permessi, forse per controllarlo meglio, forse perché, semplicemente, sapendo che il figlio le stesse celando più del dovuto, sentiva la necessità di recuperare quel rapporto attenuato nel tempo.
Una sera avevano guardato un film, insieme. Francesco aveva bruciato i pop corn e, mentre provava a sciogliere il miele, l'aveva attaccato tutto alla ciotola. Non era stato un successo, anche considerando che Ilenia si era addormentata a metà film, per poi svegliarsi a dieci minuti dalla fine. Erano stati bene, però, in quel miscuglio di bisogno emotivo e necessità cosciente.
Nel mentre, Francesco sentiva, sempre più forte, il desiderio di sommergere Axel di tutta la tenerezza che provava a trovare incessantemente nel suo coraggio. Lo chiamava tutte le sere e non c'era un giorno che passassero senza cercarsi, senza attendere il momento in cui si sarebbero visti di nuovo, sapendo di riconoscersi l'uno nel respiro dell'altro. Avevano preso l'abitudine di passare del tempo ad occhi chiusi, imparando a trovarsi anche così. Axel gli aveva insegnato a distinguere le monete al tatto, accarezzandole piano sui bordi, a versare l'acqua nel bicchiere senza guardare, poggiando un dito all'interno per controllare il livello del liquido, a capire la differenza tra due camicie soltanto passandoci una mano sopra.
Axel era bravo, ci riusciva senza alcun problema, come se le sue dita sapessero già come muoversi. Quelle di Francesco no, e lui si soffermava spesso a guardare l'altro, a guardarlo e basta, mentre faceva lentamente conoscenza con quella nuova parte della sua paura: il dolce timore di un sentimento che cresce e che non vuole fermarsi, che vola rapido verso i meandri di un'emozione inesplorata, capace di incasinare tutto due o tre volte di fila. E poi era bello stare con Axel senza vedere. Erano alla pari e, chiudendo gli occhi, a Francesco sembrava di essere ipersensibile ovunque, come se i suoi altri organi di senso amplificassero le loro capacità. Era divertente, a volte eccitante.
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Lux
RomancePer amore la gente fa cose strane. C'è chi stermina eserciti, chi piange per giorni, chi attraversa nazioni intere desiderando un solo bacio, chi legge libri in codice braille in lingue che non conosce. Francesco faceva parte di tutti e quattro i gr...