Involtini

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Non c'era molto da dire, eppure nessuno stava in silenzio.

Non più.

Eva aveva ragionato per anni su cosa sarebbe stato opportuno fare in quel caso, eppure Francesco l'aveva colta impreparata.

Alla sprovvista.

A lei sembrava che l'acqua stessa fosse nata in quell'istante. E l'avrebbe bevuta, e l'avrebbe indossata, e l'avrebbe tirata verso il cielo, verso le stelle, e avrebbe riso, avrebbe riso quanto mai aveva fatto.

Francesco era sempre ossessivamente consapevole delle sue azioni, quindi era impossibile che non avesse calcolato le conseguenze di quel bacio. E lei gliene era così immensamente grata.

Un bacio, né il primo né l'ultimo di una serie che Eva avrebbe voluto ripetere nella memoria come un loop continuo.

Un bacio solo e Axel che rimaneva impalato, stupefatto e del tutto sconvolto, senza aver neanche ben capito cosa accidenti fosse successo.

Eva che spalancava la bocca, a metà tra adesso vado da Francesco e lo abbraccio e adesso vado da Francesco e lo smuso.

Lara che aveva realizzato per prima e che era uscita a passo spedito dall'acqua. Lara che aveva preso una Converse verde e che era corsa dietro a Francesco, per tutta la lunghezza della spiaggia. Non era riuscita a raggiungerlo, ma solo ad avvicinarsi quanto le era bastato per prendere la mira e tirargli la scarpa dritta sullo stinco.

Francesco si era fermato, aveva riso, Lara gli era corsa addosso, sbattendogli piano la suola sulla spalla.

<Come cazzo hai fatto?> Chiedeva, mentre Francesco provava ad allontanarla senza farle male.

<A fare cosa?>

<A rimorchiare Axel.>

Francesco rideva ancora, poi la buttava di lato sulla sabbia: <E che ne so? È lui che ha rimorchiato me.>

Quindi Lara sputava la sabbia, e scuoteva i capelli, e pensava che quello fosse il giorno più bello dell'estate intera.

Eva provava, invece, una sorta di gratitudine speciale, la gratitudine di chi è costretto fermo a guardare nei confronti di chi ha fatto ripartire il mondo.

Gratitudine per Francesco, gratitudine per Axel. Eva non pensava con lucidità, sapeva ciò che avrebbe dovuto fare, ma riusciva soltanto a essere felice.

Era uscita dall'acqua anche lei, poi si era avvicinata ad Axel, ancora fermo con la bocca spalancata. L'aveva guardato e avevano riso, perché erano capaci solo di essere felici.

Axel non capiva, non capiva niente. Sentiva ridere Francesco, da qualche parte, nella sabbia, e andava bene così.

E Francesco, nonostante avesse capito ogni cosa, era il più felice di tutti.

Gli era entrata della sabbia nell'orecchio, Lara gli premeva piano lo sterno, aveva un sasso sotto la gamba, ma avrebbe gridato di gioia. Perché era libero.

Libero.

Come mai avrebbe pensato di essere.

E lo aveva scelto. Lo aveva scelto lui.

Ma gridò Eva, quasi come se gli avesse letto nel pensiero, mentre correva in acqua con Axel dietro. Gridò anche Lara quando li raggiungeva, inciampando in una buca scavata da qualche bambino.

Francesco gridò in silenzio la felicità che aveva trovato all'improvviso, mentre le onde gli sbattevano sulle ginocchia, mentre Eva gli tirava acqua addosso.

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