Linda

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Torni per cena, vero?

Il messaggio giaceva silenziosamente nella chat, in attesa di una risposta. Ilenia lo guardava e si chiedeva cosa stesse trattenendo Francesco dallo scriverle.

Non sapeva nemmeno se fosse andato al mare sul serio o se glielo avesse detto solamente per farla stare tranquilla. Più andavano avanti, meno cose conosceva sul suo conto.

Ed era perfettamente consapevole che fosse colpa sua.

L'aveva spaventato. Gli aveva sbattuto in faccia la convinzione di non essere al sicuro e aveva lasciato che fuggisse via, come un capriolo di fronte ad un'auto in corsa.

E l'umiliazione di cui lei si era coperta da sola le impediva di tornare sui suoi passi. Guardava lo schermo e l'ultimo accesso del figlio, risalente a due ore e mezzo prima. Sperò che si stesse divertendo.

Aveva visto Axel in giro, più di una volta. Lui la salutava sempre. Era un bel ragazzo, aveva i colori del sole sul mare al mattino e sembrava infinitamente buono. Era comprensibile che Francesco gli volesse bene.

Carbonara? Ti va?
Giuro che non ci metto la panna.

Aggiunse, e i messaggi navigarono a vuoto.

Altrimenti possiamo fare altro.

Ilenia sentì qualcosa stringersi nel suo petto. Sapeva che Francesco si stesse allontanando da lei. E l'essere testardi, terribilmente caparbi, era qualcosa che li accomunava.

Sapeva di aver sbagliato, di avergli lasciato credere che, per lei, il rapporto che aveva con Axel fosse un problema straordinariamente grande. Francesco era felice, però. E lei si accorgeva di quanto splendesse.

L'aveva cresciuto. L'aveva visto passare dalle magliette di Spiderman alle camicie, e sapeva, sapeva perfettamente, che fosse diverso dai ragazzi che aveva intorno.

Ed era diverso in senso buono. Era diverso perché sapeva far sentire al sicuro tutti coloro che aveva intorno, perché, con lui, Eva e Lara erano a casa. Ed era così fiera da non crederci.

Il suo bambino stava diventato un uomo meraviglioso, e lei si era espressa nel modo peggiore possibile.

Il telefono vibrò, Ilenia accese lo schermo senza pensarci.

La carbonara va benissimo :)
Prendiamo l'autobus tra cinque minuti, entro le otto sono a casa.

Dopo qualche secondo le arrivò un altro messaggio.

Dimmi se devo passare a comprare qualcosa.

Gli rispose che no, poteva stare tranquillo e fare con calma. Lui scrisse okay e la conversazione finì lì. Sarebbe andata lei a comprare il necessario, di certo non avrebbe costretto Francesco ad interrompere la sua gita per fermarsi in un supermercato.

Uscì di casa in fretta, senza neanche accorgersene, e, nel momento in cui entrò nella bottega, un forte odore di affettati le invase le narici.

Olga la salutò con un cenno della mano che consistette in un inquietante sollevamento del coltello con il quale stava tagliando del prosciutto. Ilenia le sorrise e si avviò verso di lei, avrebbe comprato della pancetta e Francesco sarebbe stato felice.

Si ricordava di un episodio di qualche anno prima, quando Francesco, all'incirca tredicenne, aveva scoperto che lei preferisse la panna alle uova nella carbonara e l'aveva guardata, incredulo, sul punto di mettersi a ridere. Le aveva fatto, poi, un appassionato discorso per difendere il suo punto di vista e lei aveva scosso il capo, facendogli capire di non essersi convinta. Quindi Francesco, quella sera stessa, aveva cercato la ricetta più fedele alla classica carbonara romana e gliel'aveva impiattata per benino, con una cura quasi eccessiva. Era stato bravo e lei non aveva potuto fare a meno di riconoscerglielo.

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