Virilità

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Francesco volse lo sguardo verso la ragazza, la quale teneva il telefono stretto tra pollice e indice: <Leggi il messaggio.>

<Siamo a mezzo metro di distanza, puoi dirlo a voce.>

Lara alzò gli occhi al cielo, mentre il veicolo sgommava sul selciato: <C'è un motivo, se ti dico di parlare al telefono.> Francesco sorrise, incredulo ma non sorpreso dal comportamento di Lara che, vedendolo cercare il cellulare nella tasca esterna dello zaino, le rivolse un grazie appena accennato.

Sul display comparve una breve notifica: "Secondo te dovrei provarci?"

Il ragazzo alzò lo sguardo verso gli occhi color miele di Lara: <Con chi?>

La giovane premette rapidamente le dita sottili sullo schermo lucido: "Con Axel. Ti prego, usa il telefono, è qui davanti e ci sente sicuro."

Francesco la guardò, inclinando la testa. Aveva il vuoto cosmico nella mente. Il deserto del Sahara. Un buco nero. Gli veniva anche un po' da ridere, forse. Ma la maggiore qualità di Lara era la tenacia: sarebbe stata in grado di correre una maratona facendo palleggiare una palla sulla testa, pur di dimostrare di poterlo fare. Di sicuro una conversazione priva di concretezza non l'avrebbe fermata, e Francesco non aveva nessuna intenzione di renderle le cose facili.

Si limitò ad accennare un sorriso innocuo, portando i polpastrelli sul vetro: "Ma non ci hai già provato?"

"Si, ma lui non c'è stato."

Grazie al cazzo pensò, ma non disse nulla. Il fatto era che, ai suoi occhi, Axel non era umano sul serio. Di umano non aveva niente. E gli sembrava anche impossibile che non potesse immaginare quello che lui e Lara si stavano dicendo. Ma Francesco non sapeva cosa lui desiderasse nascondere, quindi decise che avrebbe nascosto qualsiasi cosa.

"Se non c'è stato prima non vedo perché dovrebbe starci ora."

"Perché i maschi cercano di non parlare con quelle che ritengono interessanti. È una questione di virilità: lo fate per apparire disinvolti, no?"

Virilità. Tutto ciò che lo aveva sconvolto era, almeno in parte, collegato a un ideale di virilità che era convinto di aver perso, andando fuori strada dalla normalità. Virilità. Era andato a parlare con Matteo, per una questione di virilità. Si sentiva una merda, perché non era virile. Le sembrava la persona adatta a cui chiedere qualcosa del genere?

L'unica decisione possibile gli parve quella di negare: "Io non lo faccio. Forse neanche lui. Non mi sembra quel tipo di persona."

Lara sembrò percepire il messaggio come una sfida, sulle sue labbra rosee apparve un piccolo sorriso: "Scopriamolo. Fammi capire, se una ci provasse con te, oggi, tu ci staresti?"

Negare tutto, negare sempre: "No. Ma io non c'entro niente, parliamo d'altro?"

"Ti prego, aiutami. Stammi vicino, appiccicato, tutto il giorno. Vediamo come reagisce."

A Francesco l'idea parve tanto assurda quanto irrealizzabile. E che significava stare appiccicato tutto il giorno a una ragazza? Al solo pensiero si sentiva un parassita. Scosse la testa, guardando Lara, mentre nella sua mente appariva l'immagine di Matteo che gli chiedeva di loro. Ed era un'immagine orribile. E Francesco aveva bisogno di virilità, ma quello non era il modo giusto di trovarla.

"No dai, non è il caso."

"Come no? Solo per oggi!"

"Chiedi a uno degli amici di Lukas."

Lara lo fulminò con lo sguardo, tentando di restare seria: "Molto d'aiuto, Fra', grazie davvero."

Si sorrisero, mentre il furgone usciva dal paese e imboccava una strada ombrosa e stretta.

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